Il Treviso ritrova grinta e determinazione, con i giovani decisivi

Livotto e Fraccaro

Livotto e Fraccaro, i più giovani sugli scudi

Che sia scattata, finalmente, quella benedetta molla? Dopo la trasferta corsara in laguna, la sfida ad alta tensione con la Mestrina ci aveva mostrato un Treviso ancora troppo “mollo” e inconcludente, seppur animato da quella volontà che aveva portato al pari di Conte nel finale (e con qualche minuto in più, chi lo sa, a una vittoriosa rimonta).
Tra rivoluzioni (nell’undici di partenza ci sono al massimo quattro elementi della vecchia guardia), cambiamento di modulo ed età media tra le più basse della categoria (21 anni), la squadra ha bisogno di tanti altri impegni per poter trovare una propria quadratura. Ma quando le cose non girano come dovrebbero, si può compensare con lo spirito agonistico, quello mancato completamente in alcuni momenti di inizio stagione (in primis il disastroso secondo tempo di Feltre). Da questo punto di vista, almeno, la molla sembra essere scattata al Barison. Se contro la Mestrina i biancocelesti aveva lasciato fin troppi spazi ad avversari come Gnago – che grazie alle libertà concesse si era trasformato in quel “fenomeno” che a Treviso non s’era visto neanche nel suo miglior momento – a Vittorio ha mostrato un temperamento mai visto finora. Il tabellino lo dimostra, anche se la la distribuzione dei cartellini da parte dell’arbitro non ci ha proprio convinto: almeno un paio di gialli gratuiti al Treviso, e altrettanti giocatori rossoblu graziati dopo interventi da arancione.
A Vittorio Veneto sabato pomeriggio si masticava amaro, tanto che qualche tifoso locale aveva etichettato il Treviso come “la peggior squadre vista finora”. Quasi sulla falsa riga le dichiarazioni del dopogara di qualche tesserato: un Treviso che si era limitato a giocare palla lunga e pedalare, badando più a controllare con le buone o le cattive i padroni di casa, colpiti nel loro miglior momento. Un disamina della partita che abbiamo ritrovato anche in qualche cronaca della stampa locale, e che ovviamente non ci trova d’accordo. Ma anche se così fosse, saremmo comunque soddisfatti per il colpaccio del Treviso, perché dopo la sfortuna delle prime due partite, negli ultimi due turni la dea bendata è tornata a guardare dalle nostre parti. Certi problemi – come la cronica difficoltà a perfezionare la manovra tra centrocampo e attacco, permettendo a Conte e Mason di andare in porta, rimangono – tuttavia la squadra è stata brava a resistere all’assalto dei padroni di casa, che in avanti possono contare su Della Bianca, sicuramente uno dei 4-5 attaccanti più forti di tutta l’Eccellenza. E quando si è presentata l’occasione di colpire in contropiede i biancocelesti sono stati cinici e spietati.
Merito anche di due giovani come Livotto e Fraccaro, rispettivamente classe ’95 e ’96. Il primo, poi, è il classico esempio di quanto conti l’aspetto mentale, specialmente per un giocatore giovane e tecnico in una categoria dove tendono a prevalere i muscoli e la forza fisica. In Promozione, lo scorso campionato, aveva iniziato alla grande, salvo finire nel dimenticatoio. A metà stagione, nella prima gestione di Tentoni, aveva ritrovato il campo ma quel Livotto, scarico e quasi svogliato, aveva fatto più danni che altro, concludendo la propria parabola discendente con lo sciagurato retropassaggio che aveva regalato la vittoria in extremis al Cartigliano. Nelle settimane successive aveva assistito da “spettatore” alla rimonta dei compagni salvo trovare spazio nella finale play-off, dove aveva segnato il gol del 4-1.
Un’azione simile a quella di Vittorio, con un altro giovane in crescita (Pilotto, classe ’94) che mette in mezzo un pallone su quale si avventa famelico il ricciolone cresciuto nel vivaio biancoceleste. Al Barison il cross decisivo l’ha messo uno dei più giovani in rosa, il 18enne Filippo Fraccaro, anche lui trevigiano e con un recente passato nelle giovanili biancocelesti. Per il minuto esterno destro altri due assist decisivi dopo quello di Nervesa per il gol vittoria di Dal Compare. Sabato, una settimana dopo prova sofferente contro la Mestrina (un po’ come tutta la squadra) Fraccaro si è fatto trovare pronto nel momento giusto, e quando c’è stato da soffrire ha compensato la minor prestanza fisica con grinta e la determinazione. Qualità messe finalmente in campo anche dal già citato Livotto, protagonista anche del raddoppio, quando ha conquistato una palla d’oro per servirla a Mason, che l’ha trasformato in un assist perfetto per il sesto gol stagionale di Conte. Già nei venti giocati contro la Mestrina il centrocampista era entrato con un piglio diverso, vivacizzando la manovra biancoceleste insieme a Dal Compare, e sabato ha confermato di essere in un buon momento.

In tutto questo qualche merito ce l’ha avuto anche mister Tentoni. Ci eravamo lamentati di una squadra troppo leggerina (e in attacco lo rimane, ragion per cui continuiamo a ritenere fondamentale l’arrivo di una prima punta di peso nei prossimi mesi), e per arginare lo strapotere fisico di Della Bianca e compagni il tecnico romagnolo ha rispolverato il gigante Lazzari per trasformarlo in difensore centrale; e a centrocampo si è rivisto un altro spilungone, Marangon, che oltre a dare sostanza al centrocampo privo del mastino Vianello, con i suoi centimetri ha fatto la differenza sulle palle alte e le situazioni più difficili. Nella parte finale del secondo tempo, con il Treviso assediato in area, Lazzari si è addirittura trasformato nella prima punta che sembra mancare, trattenendo molti palloni, trasformati in azioni pericolose come il 3-1 di Dal Compare su assist di Fraccaro.
Il bomber della Promozione, proprio come l’altro neoentrato Del Papa, a differenza dei giovani non ha certo bisogno di rodaggio. Entrambi sono entrati a metà del secondo tempo, mettendo in mostra qualità tecniche a cui non si può rinunciare per più di un tempo. Se il primo ha creato pericoli costanti alla difesa rossoblu, l’ex Sacilese ha giostrato palla a centrocampo senza regalare un pallone. Ovviamente siamo di parte quando parliamo di questi due elementi della “vecchia guardia”, che insieme a Bortolin e Ton si sono dimostrati i quattro cardini (uno per reparto, porta compresa) su cui il Treviso ha costruito i propri successi. Sappiamo che gestire un gruppo di 21-22 giocatori è difficile, ma la scelta degli under non ci sembra certo d’ostacolo al loro maggior utilizzo dai primi minuti. Siamo certi che, Coppa Italia a parte (tra un settimana si torna sul “luogo del delitto”) entrambi troveranno maggior minutaggio.
Intanto Tentoni si può godere il buon momento dei più giovani, in un periodo peraltro molto complicato vista la contemporanea assenza di Viteri (’94) e i due ’96 Tiberio Granati e Shaban Hysa. Con gli ultimi due ko per infortunio, il coetaneo Fraccaro ha saputo ritagliarsi il suo spazio senza deludere. Se in attacco la società non è riuscita a riempire qualche tassello, sul fronte dei giovani le mosse sembrano essere state azzeccate.

Festeggiamenti Treviso calcio

Nel complesso l’anticipo ci ha regalato una giornata da incorniciare, a parte quel rigore letteralmente regalato al Vittorio; un episodio che Tentoni ha giustamente sottolineato, perché se si vuol fare il salto di qualità certi regali non vanno fatti. Per quanto concerne l’affiatamento e lo spirito di gruppo, qualche differenza si è vista anche nell’esultanza a fine partita, iniziata con il gol liberatorio di Dal Compare (sepolto di abbracci dai compagni di squadra) che ha portato al triplice fischio. Sarà un caso, ma a una prestazione finalmente convincente – quanto meno sotto l’aspetto del temperamento – è seguita un’esultanza finale che non si vedeva dai trionfi decisivi con Bardolino e Passarella nelle ultime due partite dei play-off. Nelle prossime partite vedremo se si è trattato solo di un fuoco di paglia, o se il Treviso sta finalmente trovando il bandolo della matassa.

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