La fetsa della squadra sotto il settore occupato dalla tifoseria biancoceleste (foto Antonio Arcoraci)

La fetsa della squadra sotto il settore occupato dalla tifoseria biancoceleste (foto Antonio Arcoraci)
La festa della squadra sotto il settore occupato dalla tifoseria biancoceleste (foto Antonio Arcoraci)

Dopo la mancata vittorio in campionato, il Treviso non fallisce il secondo obiettivo stagionale e vince il Trofeo Regione Veneto (coppa Promozione), demolendo l’Opitergina con un rotondo 3 a 0 in un derby trevigiano che passerà comunque alla storia. I biancocelesti aprono le marcature con Lipe e raddoppiano, sempre nel primo tempo, con Garbuio. Nella ripresa la squadra argina bene la reazione delle furie rosse, e nel finale di gara arriva il gol sicurezza di Fusciello.
L’unica nota stonata di una giornata perfetta è non sapere fin d’ora – come accaduto quasi sempre negli ultimi anni – se questa splendida vittoria spalancherà o meno le porte dell’Eccellenza tramite il ripescaggio. Come abbiamo più volte ricordato –  e approfondieremo più avanti dopo il racconto di questa vittoria – tutto dipende dal numero di squadre venete che retrocederanno dalla Serie D e da quante saliranno in Eccellenza tramite i play-off nazionali o ripescaggio. Intanto i tifosi possono godersi la vittoria e tirare un sospiro si sollievo, perché con questo successo la Treviso calcistica riassapora il gusto della vittoria che da tanto mancava, risparmiandosi le forche caudine dei play-off e “prenotando” il primo posto utile per l’eventuale ripescaggio in Eccellenza.

LA CRONACA DELLA PARTITA Treviso e Opitergina si presentano alla partita della stagione con stati di forma apparentemente simili; in campionato, a braccetto con il Fontanelle, hanno lasciato pista libera alla fuga del Portomansuè verso l’Eccellenza e al rientro del Vazzola in zona play-off. Del Treviso sappiamo tutto, con gli ultimi scialbi pareggi e l’improvvisa ricomparsa dei soliti limiti (primi tempi buoni seguiti da riprese da incubo, errori clamorosi sotto porta e clamorose amnesie difensive). Un calo fisico e mentale anche per l’Opitergina, forse. Comprensibile, dopo una grande rimonta (seguita all’esonero a sorpresa di Piovanelli e l’ingaggio di Muzzin), la seconda dopo quella ancora più clamorosa del girone di andata, con nove vittorie e un pareggio in dieci partite dopo il tris di sconfitte iniziali. Una rimonta che allora iniziata proprio dopo il primo successo stagionale nel recupero con il Treviso (2-1), proseguita anche dopo il grave infortunio che ha chiuso il campionato del bomber Cattelan, altro ex della partita come l’attaccante Dal Compare e il regista Campagnolo. Le furie rosse hanno dovuto rinunciare anche all’attaccante brasiliano De Souza, la cui assenza ha sicuramente pesato nella piccola crisi dell’ultimo periodo.
Tuttavia nemmeno il Treviso può sorridere: l’infortunio di Tessari a Conegliano ha privato la squadra del proprio faro a centrocacampo. Graziano risponde in maniera spregiudicata, mettendo in campo un Treviso iperoffensivo, puntando tutto sul poker Fusciello-Garbuio-Lipe-Guercilena; in mediana restano solo il mastino Carraro e il millenial Favero – promosso in pianta stabile dalla Juniores – in veste di “equilibratore”. In difesa nessun stravolgimento, con l’unica novità rappresentata dal rientro di Rosina sulla sinistra.

L’inizio di gara, non a caso, è tutto biancoceleste.  Il Treviso prova subito a sfruttare le tante frecce nel proprio arco, così la prima occasionissima arriva dopo pochi minuti: incursione di Pegoraro sulla destra e assist perfetto per Fusciello, la cui girata al volo lenta ma velenosa costringe al tuffo Tonon. Opitergina quasi sorpresa da tanta aggressività, ma col passare dei minuti gli uomini di Muzzin prendono le misure all’avversario e, dopo i primi dieci minuti, iniziano a comandare il gioco, affacciandosi saltuariamente davanti all’area del Treviso. Il primo squillo è un tiro di Zilli, abbastanza centrale, bloccato da Tunno in due tempi; poco dopo è Caldato a scaldare i guanti del piemontese. Il Treviso si limita a contenere la sfuriata, cercando di colpire quanto meno te l’aspetti. La seconda occasione, molto più nitida, arriva quando meno te l’aspetti: Nichele fa il Bonucci e con un lancio perfetto pesca Fusciello dentro l’area; il fantasista friulano controlla e, disturbato da un avversario, spara sopra la traversa, andando su tutte le furie quando l’arbitro non gli concede l’angolo. Qualche minuto dopo l’Opitergina si rifà viva con Santagata: girata da fuori area, Tunno controlla in tuffo la palla che finisce sul fondo.
L’Opitergina non riesce a pungere, nonostante la superiorità numerica a centrocampo. Alla mezz’ora più di qualche tifoso, con un po’ di preoccupazione, comincia a interrogarsi sulle contromisure necessarie, dalle inevitabili sostituzioni al cambio di modulo. Ma al 31′ l’azzardo di Graziano paga. Sugli sviluppi di una rimessa laterale, Carraro conquista un palla già persa a qualche metro dall’area; il suo tiro, apparentemente innocuo, si trasforma casualmente in un assist per Lipe. Il brasiliano, che aveva segnato il primo gol con il Treviso proprio nella gara di ritorno del Tenni, infila nuovamente la porta dell’Opitergina e corre ad esultare sotto il settore biancoceleste dello stadio Barison.
Il gol manda in cortocircuito l’Opitergina, che lascia progressivamente campo al crescente entusiasmo del Treviso, sospinto dalla bolgia della curva sud in “trasferta”. Al 38′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Fusciello, Tonon sbaglia l’uscita; Garbio controlla, si difende dal ritorno di due avversari e insacca la palla del raddoppio. Furie rosse al tappetto e senza capacità di reazione, tant’è che il Treviso rischia addirittura il tris almeno in un paio di occasioni…

Nel secondo tempo i tifosi temono il ripresentarsi di quella “sindrome” da ripresa che tanto è costata al Treviso, specialmente quando i nostri si sono trovati a gestire un vantaggio. La squadra sembra intenzionata a gestire con più intelligenza quanto guadagnato, ma proprio nei primi minuti l’Opitergina confeziona la più importante occasione di tutta la partita proprio grazie a un atteggiamento fin troppo statico della difesa. Sugli sviluppi di un cross dalla sinistra, Nichele rinvia dentro l’area di rigore, dove il solito Zilli, lasciato colpevolmente solo, fa partire un diagonale velenoso ma troppo debole per i guantoni sicuri di Tunno… che per il resto della partita non correrà altri grossi pericoli. Se davanti i biancocelesti tornano i soliti sciuponi, ricadendo nel solito vizietto della giocata troppo ricercata al limite dell’area, l’Opitergina non punge più nemmeno con Dal Compare, mentre l’entrata dell’altro ex, Campagnolo, pur portando maggior ordine in mediana non riesce a cambiare l’equilibrio della partita. Tanti cross lenti, resi poco pericolosi anche dall’autorità e la sicurezza che Tunno riesce a trasmettere ai compagni di reparto.
Dopo tanti tentativi i biancocelesti tornano a fare sul serio anche in attacco: al 26′ la favolosa azione che porta al tiro al volo nell’area piccola di Garbuio meriterebbe il gol, ma questa volta Tonon fa un mezzo miracolo distendosi alla sua destra. Tre minuti dopo l’entrata di Cesca al posto dell’esausto Lipe, applaudito e perfino osannato, cambia nuovamente gli equilibri, perché l’Opitergina ha ormai esaurito la benzina. Dai piedi (e dalla testa) dell’ariete friulano passano tre palle gol. Se in un’occasione, dopo una brillante penetrazione in area lungo la linea di fondo eccede nell’altruismo, in un’altra trasforma in oro un cross dalle retrovie: il suo colpo di testa sembra destinato al portiere, ma Fusciello si avventa tra le (troppo statiche) linee difensive opitergine e si trova a tu per tu con Tonon, calciando clamorosamente alto. Poco importa, perché il meritato tris si materializza sullo stesso asse di gioco, poco prima del recupero. Lancio lungo di Tunno, Cesca arpiona divinamente il pallone e fa partire un diagonale destro che sorprende un Tonon tornato più che mai umano dopo il miracolo su Garbuio. Fusciello non si fa pregare e sulla respinta corta insacca in gol, dando ufficialmente il via alla festa biancoceleste. Nel recupero il Treviso resta in dieci, ma non se ne accorge quasi nessuno in mezzo al clima di festa dello stadio Barison, che in quanto a goleade e vittorie rotonde sembra portare bene al Treviso. Qui i biancocelesti avevano già battuto il Vittorio Veneto nel biennio 2014-2016 in Eccellenza (3-1 e 4-1). Già, l’Eccellenza…

“E TANTO GIÀ LO SO, CHE L’ANNO PROSSIMO…” Il coro con cui, durante i festeggiamenti finali, la curva sud ha ironicamente accompagnato la consegna della coppa alla squadra, ha subito riportato più di qualche tifoso all’incertezza del futuro prossimo. Lasciando momentaneamente da perdere i rapporti società-Comune e la spinosa questione dello stadio Tenni (il silenzio dell’ultimo mese e mezzo, visti i precedenti, non è molto rassicurante), al momento l’argomento di discussione più infuocato della giornata riguardava, ovviamente, il ripescaggio in Eccellenza. Ora che il campionato del Treviso è virtualmente finito (l’epilogo di Caerano va onorato al meglio per la “regolarità” della corsa play-out) e non si disputeranno i play-off, si può cominciare a guardare con maggiore interesse agli sviluppi delle categorie superiori.
Come molti sapranno, l’Eccellenza veneta è composta da 32 squadre divise in due gironi. Ogni stagione 2 squadre (le vincitrici dei due gironi) sono promosse direttamente in Serie D, mentre 6 squadre (tre per girone) retrocedono in Eccellenza. Per il campionato successivo, 4 degli 8 posti vacanti in Eccellenza vengono occupati dalle quattro promosse della Promozione (le vincitrici dei 4 gironi, come il Portomansuè). E qui cominciano i guai, perché i restanti 4 posti quest’anno rischiano di essere occupati da un gruppone in caduta dalla Serie D. Proprio quest’anno, ahinoi, tutte le venete, solitamente distribuite tra due se non tre gironi, sono state concentrate nel girone C con una sola lombarda di alto livello, il Mantova, e solo due friulane: il veterano Tamai, vero e proprio “highlander” della categoria, e il sorprendente Cjarlins Muzane, che con un girone di ritorno eccezionale ha quasi ottenuto la salvezza matematica. Se l’Abano è già in Eccellenza, Calvi Noale e Liventina, appaiate al penultimo posto, sono virtualmente retrocesse; anche la terz’ultima, che non al momento non farebbe i play-out in virtù del pesante distacco (-12) dall’Ambrosiana quint’ultima (in Serie D vige la regola degli 8 punti). Dando queste due squadre per spacciate, restano due venete, Ambrosiana e Montebelluna (ormai condannato quanto meno ai play-out), e una friulana, quel Tamai contro cui ci vediamo costretti a “gufare” per sperare nell’Eccellenza Da questo punto di vista l’ultimo turno è stato molto negativo per le speranze del Treviso: i mobilieri hanno espugnato il campo del Campodarsego vicecapolista portandosi a -1 dal quint’ultimo posto dell’Ambrosiana. Con due giornate da giocare, potrebbero effettuare anche il sorpasso e salvarsi direttamente.
Con 4 venete retrocesse il Treviso rischierebbe seriamente di rimanere in Promozione. A meno che dall’Eccellenza non salgano altre squadre venete dopo i play-off nazionali (semifinali e finali andata e ritorno dopo la fase regionale). Se nessuna dovesse farcela, bisognerebbe attendere la solita calda estate italiana, con il ripescaggio di una delle squadre di Eccellenza eliminate ai play-off nazionali o di una delle retrocesse dalla Serie D.

TABELLINO

TREVISO-OPITERGINA 3-0 (2-0)

MARCATORI: pt 30′ Lipe, 38′ Garbuio; st 43′ Fusciello
TREVISO (4-3-2-1): Tunno; Pegoraro, Nichele, Marchiori, Rosina; Guercilena, Carraro, Favero; Lipe (st 30 Cesca), Fusciello; Garbuio. All. Graziano.
OPITERGINA (4-5-1): Tonon; Zilli (st 8′ Campagnolo), Caldato, Cittadini, Sordi (st 40′ Da Frè); Busato (st 34′ Cella) Lucchetta, Gilde, Dal Compare, Cappellotto; Santagata. All. Muzzin.
ARBITRO: Sassano di Verona.
NOTE: Angoli 7 a 4 per l’A.C.D.Treviso. Ammoniti Guercilena, Carrao, Gilde, Dal Compare, Marchiori, Nichele. Espulso Rosina. Spettatori 2000 circa.

 

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