Dopo il blitz nel bellunese il Treviso ritorna al Tenni con più certezze rispetto a due settimane fa. La vittoria di Cavarzano ha dimostrato che il vittorioso debutto casalingo di mister Bellotto non è stato un caso: vittorie a parte, in queste due partite la squadra ha fatto finalmente quel salto di qualità inutilmente attesso sotto la gestione Feltrin. “Inspiegabile”: quante volte abbiamo letto o sentito questo aggettivo per descrivere la crisi del Treviso? In realtà i problemi erano stati individuati già dopo le prime partite, ma la squadra non era mai riuscita a sterzare nonostante gi sfoghi di mister, dirigenza e tifosi.
Sicuramente la squadra corre di più, c’è meno distanza tra i reparti e tutti gli elementi in campo si sacrificano, tuttavia è innegabile che il cambio di modulo ha portato grandi benefici; del resto durante le prime partite di campionato i tifosi avevano lamentato l’inconsistenza del centrocampo, suggerendo anche un cambio di modulo. Bellotto appena arrivato aveva già fatto intendere che l’assetto tattico sarebbe stato cambiato, forse non secondo il 4-2-3-1 (difficile senza gli intepreti giusti, specialmente con l’infermeria piena) ma con un più classico 4-4-2. La scelta, non sappiamo fino a che punto influenzata dall’emergenza infortuni in difesa e attacco,  è ricaduta sul 3-5-2. Commentando la vittoria sul Godega avevamo sottolineato i benefici di un centrocampo più folto, e dopo il blitz al Camp de Nogher anche il grande protagonista di questa rinascita, l’attaccante Riccardo Zambon (due doppiette di fila), ha confermato in un’intervista a la tribuna di Treviso che questa svolta portata da Bellotto ha pesato non poco sulla rinascita biancoceleste.

Adesso però bisogna dare continuità a questi risultati, perché davanti l’Opitergina semba inarrestabile. Se non fosse stato per il gol allo scadere dell’ex Treviso Shaban Hysa, attaccante esterno del Vedelago, l’Opitergina sarebbe in testa a punteggio pieno a +8 sulle dirette inseguitrici. Miglior difesa e terzo miglior attacco, le furie rosse per ora hanno dimostrato quello che deve avere una squadra che punta alla vittoria del campionato: grande equilibrio e solidità difensiva. Il segreto di queste vittorie va ricercato anche fuori dal campo, come ha confermato il centrocampista Carniello in un’intervista pubblicata sul sito ufficiale delle furie rosse: «in queste categorie, al di là del livello tecnico, è il gruppo che può fare la differenza». L’ulteriore salto di qualità del Treviso dipenderà anche da questo importante fattore. Solo una squadra unita e forte mentalmente potrà mantenere una costanza di rendimento per tutto il campionato, altri crolli costerebbero caro, come abbiamo visto nei tanti nei tre campionati sfuggiti di mano negli ultimi sei anni.

Dopo due successi di fila l’errore peggiore da fare sarebbe montarsi la testa o sottovalutare il Ponzano, che peraltro rievoca spiacevoli ricordi. Dieci anni fa, nell’Eccellenza 2009/2010 (era il 6 dicembre) il Ponzano (gol di Gagno) diventò la prima squadra ad espugnare il Tenni dopo la caduta nei dilettanti. Pensavamo allora di aver aggiornato il punto più basso della nostra storia, ma un mese dopo toccò alla Feltrese passeggiare sulle rovine del Treviso, provocando la contestazione dei tifosi e le dimissioni di Rumignani. Il resto è storia che vorremmo dimenticare, con quel “punto più basso nella storia” che negli ultimi tre anni è stato aggiornato con frequenza settimanale.
Dopo qualche anno in Eccellenza nemmeno il Ponzano se l’è passata bene: nel biennio 2013-2015 i gialloverdi sono precipitati in Prima categoria con un doppio ultimo posto (con appena 5 e 6 punti). In questa categoria ci sono rimasti per quattro stagioni e, ironia della sorte, le porte della Promozione si sono spalancate proprio grazie mancata iscrizione del vecchio Acd Treviso e la contemporanea rinuncia al ripescaggio della Fontanivese finalista contro il Godega, che in precedenza aveva eliminato proprio il Ponzano nella semifinale play-of.
Finora la squadra sta pagando lo scotto della neopromossa: eliminazione dal Trofeo Regione Veneto dopo un punto in tre gare, solo 5 punti in campionato, frutto di 1 successo, 2 pareggi e 4 sconfitte. Certo, guardando la classifica il calendario non è stato certo agevole: dopo la sfida del Tenni il Ponzano avrà affrontato le prime cinque in classifica. Finora sono arrivate solo sconfitte, a parte la prima giornata: successo per 2-1 in casa del Noventa, al momento secondo in classifica con Città di Caorle e Treviso. La squadra allenata dall’ex Alessandro Silboni (alcune presenze tra nel triennio 1988-1991 in C2 e Coppa Italia) a parte la disfatta di Godega (3-0) ha sempre perso di misura, anche in casa dell’Opitergina. Finora sembra aver pagato la scarsa prolificità: con appena 4 gol fatti (oltre l’unica vittoria a Noventa c’è il 2-2 a Spresiano) il Ponzano è il peggior attacco del girone D insieme a Villorba e Ambrosiana Trebaseleghe. In rosa c’è l’ex Matteo Bonotto (classe ’96, per qualche mese nel Treviso 2015/2016 in Eccellenza), difensore, e alcuni elementi esperti come l’attaccante ex Opitergina Federico De Tuoni (’83), il portiere Girolami e il centrocampista Mattiazzo, entrambi classe ’81.

Da questa domenica le gare inizieranno alle ore 14.30.

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