La partita di Marcon ha certificato inequivocabilmente la crisi di un Treviso sempre più involuto. I problemi emersi nella seconda parte della gestione Bellotto sembrano essersi aggravati nelle ultime due partite, riportando apparentemente la squadra ai momenti più bui della gestione Feltrin. Qualcuno ha invocato il suo ritorno, ma visto il momento attraversato dalla squadra la maggior parte dei tifosi pensa che nessun allenatore sia in grado di risollevarla. Le critiche ormai pivono anche sulle teste della dirigenza: sotto accusa l’apparente immobilismo del mercato di dicembre, con il discusso ritorno dalla “cattività” di Morbioli e l’acquisto di un altro portiere under che, come temevamo, non ha portato benefici a una squadra che avrebbe bisogno di una esperta spina dorsale che parta dalla linea di porta. Il fatto che la stessa scelta del portiere “senior” in estate sia sia rivelata un azzardo dimostra sembra dar ragione a quei tifosi che anche a Marcon hanno avuto un animato confronto con qualche dirigente.
Si continua a recriminare sui gol sbagliati, ma la realtà è che le due sconfitte interne consecutive e la mezza figuraccia di Marcon (pareggio all’ultimo secondo dopo un tempo in superiorità numerica contro la penultima) hanno messo in mostra una squadra sconslusionata e senza mordente. In sostanza, il leitmotiv di questa squadra fatta eccezione per alcune partite nella gestione iniziale di Bellotto. I problemi sono i soliti: la squadra è lenta, non c’è intesa tra i reparti e il tasso tecnico superiore non basta per compensare il superiore livello agonistico dell’avversario di turno, specialmente contro le squadre di bassa classifica. Davanti si sbagliano le poche occasioni nitide mentre in fase difensiva si commettono errori ridicoli, concedendo facili gol ad avversari che creano poco o nulla. Il copione è il solito, un primo tempo buono o appena sufficiente e un crollo, spesso fisico oltre che mentale, nella seconda parte di gara, mentre dagli spalti crescono i mugugni e le imprecazioni degli spettatori.
Dopo il triplice fischio finale c’è stato un altro duro confronto, con tanti giocatori richiamati con le buone a bordo campo dopo aver già imboccato il tunnel verso gli spogliatoi. Il clima è sempre più pesante e non aiuta certo una squadra che continua a dimostrare un’evidente fragilità mentale. I tifosi da tempo si chiedono se questo Treviso sia un gruppo, dentro e fuori dal campo, ma visti i risultati e la tensione percepita dagli spalti la risposta sembra scontata. Un problema che a Treviso si ripresenta ogni anno, paradossalmente proprio quando la situazione societaria sembra più tranquilla. Di fronte a tutte queste problematiche molti supporter hanno gettato la spugna: ammesso che questa squadra arrivi ai play-off, come potrebbe giocarsi il tutto per tutto in una partita secca, magari in trasferta con l’obbligo di vincere?

Edoardo Pignata, capocannoniere del girone D, ai tempi del Pordenone
Edoardo Pignata, capocannoniere del girone D, ai tempi del Pordenone

Con questi interrogativi si arriva al delicato big match in chiave play-off contro il Fontanelle. I gialloneri hanno un punto in più del Treviso e occupano il terzo posto insieme al Noventa. Hanno il secondo miglior attacco del girone con 31 gol, due in meno del Treviso, ma con 26 reti incassate sono la squadra più perforata nella zona alta della classifica. Basta scorrere i risultati degli ultimi mesi per capire quanto il Fontanelle sia una squadra imprevedibile: ha vinto 4-2 a Noventa a inizio dicembre, perdendo un mese dopo in casa (2-0) contro il Caorle tre settimane fa. Adesso arriva da due vittorie (3-2 a Spresiano e 2-0 casalingo sul Vazzola) che hanno confermato lo stato di grazia di Edoardo Pignata, nuovo capocannoniere del girone D con 16 gol. Cresciuto nel Pordenone come il suo omonimo del Treviso, Pignata ha già stracciato il suo record personale (13 gol) realizzato la scorsa stagione a Vazzola. Un riscatto importante per un giocatore che, da giovanissimo, non aveva trovato il gol con continuità nelle precedenti esperienze in Serie D (Montebelluna, Mestre) ed Eccellenza friulana (Chions e Fontanafredda). Pur non segnando aveva impressionato i tifosi nella gara di andata, rivelandosi il perno delll’attacco giallonero. Un reparto notevolmente rinforzato in estate dalla società con gli arrivi di Buttignol (2000) dall’Union Gaia, Gouem dal Fontanelle (2001) e il ritorno di Grotto (12 marcature nella Promozione 2017/2018) dall’Opitergina. La difesa pur subendo qualche gol di troppo può contare sull’esperienza dell’ex Treviso Juri Toppan, già preparato alla “calda” accoglienza di qualche tifoso biancoceleste.

Davvero un brutto cliente per questo Treviso, battuto e dileggiato ripetutamente a domicilio dalle squadre più deboli del girone. Una sconfitta potrebbe avere conseguenze devastanti sul morale, oltre che sulla corsa play-off. Considerato che il secono posto dista soli tre punti il campionato è lungo, ma per questo Treviso la sfida di domani ha il sapore del dentro e fuori come quella di due mesi fa conl’Opitergina, quando ancora si coltivavano illusioni di primato. L’ultima speranza è che questa flessione sia dovuta anche a carichi di lavoro imposti dopo l’ultima svolta tecnica e indirizzati ai possibili play-off. Da questo punto di vista, a parte la ricaduta di Beccaro per lo stesso problema fisico riscontrato in precedenza, l’emergenza infortuni sembra finita, tant’è che lo stesso Concas è tornato a disposizione. Molti giocatori, brevilinei a parte (non a caso gli under sono tra i pochi a non deludere ultimamente), non sembrano attraversare uno stato di forma eccellente, mentre altri come Zambon stano stringendo i denti. L’attaccante soffre ancora per l’infortunio alla spalla rimediato quasi due mesi fa nel big match con l’Opitergina.

La partita inizierà con un quarto d’ora di ritardo a causa della protesta degli arbitri dopo le le recenti aggressioni subite nei campi dilettantistici.

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