ALTRA CORDATA Esce allo scoperto anche Frandoli, già “salvatore” nel 2009

Non solo Lucchese: un altro grande ex, Walter Frandoli, sarebbe a capo di una gruppo di imprenditori pronti a rifondare il Treviso e iscriverlo anche Serie D. Possibile accordo tra le due cordate?

La notizia ha trovato ampio spazio nelle pagine de Il Gazzettino di Treviso: Walter Frandoli, difensore del grande Treviso anni settanta e vicepresidente dell’A.s.d. Treviso 2009, a quattro anni dal precedente salvataggio sarebbe pronto per il bis. Al suo fianco potrebbe esserci nuovamente il mitico Edy Sartori (per lui sarebbe un tris), che insieme all’ex giocatore e al segretario Giorgio De Lazzari era riuscito, nonostante i tanti ostacoli economici e politici, a iscrivere la squadra in Eccellenza e a preservare un secolo di storia. «Confermo di aver contattato diversi amici imprenditori – ha rivelato Frandoli a Il Gazzettino di Trevisoe, se devo dire la verità, non ho trovato grandi ostacoli anche perché la mia intenzione è di coinvolgere parecchie persone in modo  da rendere l’impegno economico meno gravoso». Tale impegno, stando alle dichiarazioni dell’architetto trevigiano, avrebbe già coinvolto una decina di soggetti per una cifra attorno ai 600 mila euro, con l’idea di partire subito dalla Serie D. I vari investitori «scaricherebbero come pubblicità visto che verrebbero consegnati un paio di cartelloni pubblicitari». Il sindaco Manildo e l’assessore allo sport Michielan sarebbero già «entusiasti di questa cordata». Porte chiuse a Corvezzo, che nei giorni scorsi ha continuato a millantare pure lui una cordata, mentre la disponibilità all’accordo con Lucchese è totale: «Unirci con Lucchese? Perché no? Gli obiettivi sono gli stessi, a noi basta che  ci siano persone abbastanza del posto e serie, il resto  viene da ». Gli fa eco Bepi Lucchese, che aspetta «tempi maturi» per sedersi a un tavolo «e confrontare idee e programmi». «La nostra iniziativa – precisa Lucchese – prosegue anche se a piccoli passi visto il grave momento economico che stanno attraversando le aziende. La nostra fortuna è che non chiediamo grandi investimenti ma puntiamo a creare una cooperativa composta da appassionati, imprenditori, industriali che abbiano a cuore le sorti del Treviso, da noi non troveranno spazio quelle persone che qui hanno fatto danni e non creato nessun presupposto». L’ex dirigente biancoceleste ribadisce ancora una volta il concetto dei “piccoli passi” da compiere per riportare in alto la prima squadra, un obiettivo che non può prescindere dal rilancio del settore giovanile. L’accordo tra le due parti (e le altre che eventualmente salteranno fuori nelle prossime settimane) è quanto mai auspicabile: non vorremo ritrovarci nella stessa situazione del 2009, quando ad un certo punto erano spuntati addirittura CINQUE gruppi, quasi tutti privi di consistenza.
Alla resa dei conti la spuntarono Sartori e De Lazzari, ai quali si unì Frandoli (allora dirigente dell’Aurora Treviso), forti di una cordata di anonimi imprenditori locali intervenuti con cifre simboliche (Sartori giurava di aver dalla sua il sostegno di pezzi grossi come De Longhi) ma capaci di garantire i 300 mila euro necessari per l’iscrizione. Di mezzo, come ricorderete, ci si era messa la politica, con l’intransigenza dell’allora “sindaco” Gobbo, spalleggiato dall’assessore allo sport De Checchi sulla questione Tenni e il suo assurdo affitto (95 mila euro) da pagare immediatamente. Allora pesarono i debiti del vecchio Treviso di Setten (Ca’ Sugana voleva recuperarli dalla nuova società, senza considerare che nulla aveva a che fare con la vecchia gestione), e adesso? A quanto pare l’F.c. Treviso avrebbe ancora un debito nei confronti del Comune per l’affitto dello stadio, ma con cifre non paragonabili alle voragini del 2009.
Se gli sforzi per costituire una nuova società evolveranno in positivo, il sindaco Manildo avrà un ruolo essenziale per scegliere la cordata (nel caso in cui non ve ne fosse solo una) che dà maggiori garanzie per ereditare 104 anni di storia biancoceleste, e spedire la famosa lettera per chiedere l’ammissione in una categoria dilettantistica, magari proprio in Serie D. La mente di molti tornerà a quell’assurda settimana tra il 10 e 14 agosto, con il Treviso in bilico tra l’ammissione in Serie D e il nulla, fino alla definitiva esclusione sancita dalla pubblicazione dei calendari. Sensazioni che non vorremmo ricordare, ma soprattutto, rivivere.

Basteranno il coraggio e la volontà dei vecchi cuori biancocelesti per garantire al Treviso la salvezza e l’iscrizione in una categoria dignitosa? O servirà l’intervento di un “pesce grosso” per garantire la “rifondazione biancoceleste”? Il Corriere del Veneto, a tal proposito, caldeggia un ritorno di Zanetti quale unico soggetto in grado di salvare il Treviso, sottolineando che mister Segafredo potrebbe essere quasi costretto a intervenire per rimediare a quella che la tifoseria considera tuttora una figuraccia.
Una provocazione che noi avevamo lanciato tra le righe nella chiusura di tre settimane fa, dopo il naufragio della trattativa e lo “strano” sfogo di Zanetti a La Tribuna. Ora che non ci sono più ricattatori, avventurieri e debiti, cosa impedirebbe a Zanetti di mantenere effettivamente la sua promessa (elettorale), o di rimediare solo parzialmente al flop con un sostanzioso aiuto economico in termini di sponsorizzazione? Al momento è ancora fattibile l’iscrizione in Serie D, che l’anno prossimo sarà la serie inferiore alla nuova C unica. Insomma, due soli gradini sotto quella Serie B che Zanetti voleva raggiungere dopo aver comprato il Treviso in Seconda divisione…

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