Treviso-Summania dopo una settimana di fatti, misfatti e misteri…

Dopo l’ennesimo passo falso in trasferta, il Treviso si prepara per il riscatto casalingo contro il Summania. Sulla carta un avversario ampiamente alla portata dei biancocelesti, che infortuni a parte rischiano di pagare i problemi creati da altre vicende extrasportive. Di mezzo, tanto per cambiare, ci sono i rapporti tra società e politica trevigiana.

L'impossibile convivenza tra il nuovo Treviso e Corvezzo, con im ezzo l'ambiguo atteggiamento della politica trevigiana

L’impossibile convivenza tra il nuovo Treviso e Corvezzo, con in mezzo l’ambiguo atteggiamento della politica trevigiana

Non si può certo dire, classifica alla mano, che il Treviso abbia avuto una calendario difficile in avvio. Specialmente al Tenni, dove a parte il Caldogno (autore di un filotto di vittorie dopo essere stato sconfitto nella Marca), i biancocelesti hanno liquidato con facilità Cornedo, ultimo in classifica, e Rossano, penultimo con Ambrosiana Trebaseleghe e, appunto, il Summania. La squadra di Piovene Rocchette vanta il peggiori attacco (solo 2 gol segnati) e la quarta peggior difesa del campionato (10 reti subite). L’unico successo in campionato risale al secondo turno, quando i gialloverdi hanno steso in casa l’Azzurra Sandrigo. Per il resto solo sconfitte contro Eurocalcio Cassola (al debutto), Godigese, Petra Malo, Caldogno Rettorgole e Sarcedo. Disastroso in campionato, favoloso in Coppa Italia, dove invece sta ottenendo risultati eccellenti: dopo aver battuto ed eliminato il Nove Stefani nella fase a gironi, mercoledì scorso il Summania del confermatissimo Gigi Rigoni ha superato gli ottavi di finale espugnando per 1-0 il campo del Caldogno Rettorgole. Un altro risultato eccellente che potrebbe dare fiducia a un gruppo di giovani che in estate è andato incontro a un deciso rinnovamento. Il campionato, si sa, è un altro discorso, e il Summania nei bassifondi non è una sorpresa, visto che già lo scorso anno i vicentini sono rimasti sul fondo della graduatoria per tutto il campionato, terminando la regular season al penultimo posto e salvandosi dopo aver ribaltato il fattore campo nei play-out contro la Virtus Cassola. L’elemento più anziano del gruppo è il portiere classe ’83 Dal Santo, mentre il resto della rosa è formato da giocatori nati dal 1990 in poi. Una squadra di ragazzini che faticherà non poco a ottenere un’altra, insperata salvezza. Dal canto suo il Treviso non potrà certo sottovalutare l’impegno, viste anche le troppe assenze che rischiano di complicare ulteriormente la corsa verso le posizioni alte della classifica.

L’AMMENDA Chiuso il discorso prepartita, passiamo dal campo…agli uffici. Ad aprire le danze ci ha pensato il comunicato numero 26 del Comitato Regionale Veneto contenente le (ridicole) decisioni del giudice sportivo. Il Treviso infatti è stato punito con un’ammenda di 120 euro «per insulti all’Arbitro e o alla terna durante la gara». Gli insulti contro la terna arbitrale si sentono ovunque nel calcio (e in altri sport come il basket), dalla Serie A alla terza categoria, e nel caso specifico di questo campionato di Promozione li abbiamo sentiti scandire ovunque, da singoli spettatori, in tutti i campi di gioco. Ne sa qualcosa il Loreggia, che dopo la terza giornata (2-2 in rimonta sul Mussolente) è stato punito con un’ammenda di 80 euro «per insistenti insulti all’Arbitro e o alla terna da parte di un isolato sostenitore per tutta la durata della gara». Uno spettatore, un unico, singolo spettatore, talmente “esagitato” da urtare la sensibilità della terna arbitrale. Ma se venisse applicato lo stesso criterio per tutte le partite, quante ammende e ammendine dovrebbero essere inflitte? Tante, troppe, inutili e assurde. È evidente che la differenza non la fanno tanto i giudici sportivi, ma gli arbitri, gli assistenti e i loro smisurato ego, spesso non secondo alla loro inettitudine. Mussolente-Treviso sembra proprio la conferma di questa equazione, con fuorigioco di due metri inesistenti (da una e dall’altra parte), la mancata espulsione per il pericoloso fallaccio su Del papa e il gol annullato al Treviso. Vorremmo credere che la differenza l’abbia fatta la presenza degli ultras biancocelesti, ma allora come si spiega lo strano caso di Loreggia, dove, con ogni probabilità, gli insulti saranno partiti da qualche esagitato pensionato? Mistero.

STADIO TENNI: UNA CONVIVENZA IMPOSSIBILE In settimana si è riaccesa la polemica sull’utilizzo dei campi da gioco. Da due mesi l’Acd Treviso attende il via libera per utilizzare i campi di Lancenigo, senza ottenere alcuna risposta dalla Provincia di Treviso, proprietaria degli impianti. Ora veniamo a sapere che la situazione sarebbe in una fase di stallo per colpa dell’amministrazione comunale. Il Gazzettino di Treviso di mercoledì ha ufficializzato la “guerra fredda” tra la dirigenza biancoceleste e Ca’ Sugana. Stando al quotidiano, la richiesta per l’utilizzo di Lancenigo sarebbe già stata accolta da Leonardo Muraro, ma a condizione di ricevere una lettera dal Comune in cui si specifichi che l’Acd Treviso è la squadra che andrà a rappresentare la città capoluogo della Marca trevigiana. Sul fatto che questo diritto spetti all’Acd Treviso di Lenzini non dovrebbero esserci dubbi, ma a quanto pare a Ca’ Sugana qualcuno non ha le idee molto chiare. Sembra infatti che l’assessore allo sport Ofelio Michielan voglia affidare i campi da calcio non solo al Treviso salvato per i capelli da Lenzini, Sartori e Frandoli, ma anche alle squadre giovanili del Treviso Fc di Corvezzo. Il più infuriato sarebbe il vicepresidente Frandoli, pronto a consegnare la società nelle mani del sindaco per protesta. Il “metodo Michielan”, del resto, è già stato utilizzato per il Tenni. Qualche settimana fa, intervistato da la Tribuna di Treviso, l’assessore allo sport aveva messo a sego uno dei suoi colpi di karate mediatici affermando che  «la nostra filosofia è quella di utilizzare il Tenni come un condominio, dove possono abitare realtà diverse, ognuna con il proprio spazio. Lo abbiamo concesso a Corvezzo, ma potremo fare altrettanto con altri, anche perché lì c’è ancora tutto il materiale di sua proprietà, così lo potrà sfruttare».
Non sappiamo cosa ci sia sotto. Alcune cose non le sappiamo, altre non si sapremo mai, altre non potremmo mai dirle. L’unica cosa certa è che questa amministrazione comunale non sembra proprio fidarsi della nuova società, e il nodo del contendere è facile intuire quale sia: l’affitto dello stadio. Un balzello che andrebbe eliminato del tutto, altro che sconto. Siamo in Promozione, dove ogni euro fa la differenza, figuriamoci per una società che esiste solo grazie alla passione di qualche ex giocatore e dirigente (e qualche soldo concesso a mo’ di elemosina rateizzata). Se poi ti trovi a interloquire con questa giunta, il cui atteggiamento verso il calcio Treviso è molto simile a quello di centro-destra (Gentilini escluso, in quanto tifoso biancoceleste), il rilancio del calcio biancoceleste è destinato a rimanere una misera lotta per la sopravvivenza. Nello specifico, troviamo incomprensibili le uscite di Michielan. Questa estate, mentre si lottava per la salvezza del calcio trevigiano, aveva dichiarato senza problemi che il Tenni poteva rimanere vuoto. Ora che c’è una società e una prima squadra iscritte a un campionato scopriamo che il Tenni è un condominio. E lo scopo quale sarebbe? Dividere i costi dell’affitto e sperare che qualcuno sborsi una parte di quell’assurda cifra? Secondo l’assessore Corvezzo può restare al Tenni perché ha materiale di sua proprietà: che materiale? Qualche computer, il rasaerba e qualche badile impunemente usato a scrocco dalla nuova società? Bene, se li porti a casa! Le coppe e altri cimeli no, quelli saranno sempre dei tifosi.
Il più arcano degli enigmi riguarda proprio l’atteggiamento benevolo assunto nei confronti di Corvezzo: in questi giorni sembra che il comune stia facendo la guerra alla società sbagliata. Questa confusione non sembra esserci in Provincia, che è disposta a concedere i campi di Lancenigo solo all’Acd Treviso…ma come detto, la giunta del compitino temporeggia, e ora sappiamo perché.  In questi giorni la polemica è proseguita anche su Il Gazzettino di Treviso, con uno scambio di battute tra Michielan e Frandoli. L’assessore ha dimostrato di avere le idee parecchio confuse, specialmente sull’Fc Treviso, una “società” di puro settore giovanile dove NESSUNA squadra è iscritta a campionati nazionali – e nemmeno regionali, ma solo provinciali, esattamente come Treviso Academy e la Juniores del nuovo Treviso – e non con tutte, visto che a un paio di settimane dall’inizio dei campionati alcune squadre come gli Allievi sono state ritirate (e l’Fc Treviso multato). Forse perché Corvezzo e soci non sono riusciti a comporre una rosa sufficiente ampia per partecipare (e non osiamo pensare alla situazione della formazioni regolarmente iscritte). Del resto il vecchio Treviso, come ha candidamente ha ammesso il suo (af)fondatore in più di un’occasione, è stato iscritto ai campionati giovanili per recuperare i contributi della Lega. Il Comune lo sa? Si aspetta qualcosa? Sono state fatte promesse di un certo tipo? Perché tutta questa benevolenza verso il vecchio Treviso, resa oltremodo stridente dalla guerra fredda con l’Acd Treviso, che è partito da zero? Mistero.

MERCATO BIANCOCELESTE La settimana scorsa la società ha trovato l’accordo con altri tre giocatori: due centrocampisti africani, della Costa D’Avorio e del Ghana, e un attaccante panamense. Stando a la tribuna di Treviso i documenti per il tesseramento sono già stati inoltrati, ma il via libera da Roma difficilmente arriverà prima di un mese. Tuttavia il vero problema restano le caratteristiche dei nuovi innesti: la rosa si allarga, ma i problemi rimangono. Il panamense non è una prima punta e va ad aggiungersi al folto gruppo di seconde-mezze punte/attaccanti esterni (Dal Compare, Del Papa, Quell’Erba e Vio). Nell’articolo de la tribuna Edy Sartori ricorda che nel calcio moderno fatto di tanto movimento, come dimostrano Barcellona e Roma, il ruolo dell’attaccante non esiste più. Sarà anche vero, ma il Treviso per quanto giochi bene si trova anni luce dal calcio moderno. Siamo in Promozione, nei bassifondi del dilettantismo, dove più della tecnica e il bel gioco a contare è la sostanza. E in questa squadra ci sono tanti buoni giocatori, alcuni di categoria superiore, ma nessun Messi, né tanto meno un Favaro in grado di “spaccare” la partita e segnare una punizione a partita…
Nel dopo gara di Mussolente Piovanelli ha offerto un’analisi della gara non dissimile dalla nostra dopo il ko di Cartigliano: il Treviso è la squadra con più doti tecniche e gioca bene, ma quando trova avversarie più forti fisicamente va nel panico e non riesce più a giocare palla a terra, anche perché gli avversari picchiano duro a e adottano il fallo sistematico; a quel punto il Treviso si affida ai lanci lunghi, ma in squadra non ci sono torri in grado di fare il lavoro sporco sulle palle alte, specialmente in attacco. Serve una punta di peso: non abbiamo mai sentito un allenatore ripeterlo in ogni occasione, anche dopo una vittoria per 6-1, ma Piovanelli ha tutte le ragioni per insistere su questo punto.
Non è una questione economica, ma di scelte: non sarebbe stato meglio rinunciare a una seconda punta o un centrocampista offensivo per assicurarsi un attaccante? Magari non un fenomeno da 15-20 gol a stagione, ma almeno una torre da piazzare in avanti, al centro dell’attacco, per tenere impegnata la difesa, servire e/o liberare Dal Compare e compagni sulle corsie laterali. Intanto la prima punta, ben che vada, non arriverà prima del mercato di dicembre, e per gli ultimi arrivati non bisognerà attendere di meno. Nel mezzo c’è un’infermeria già sovraffollata, avversarie sempre più forti (anche al Tenni) e qualche campo pesante, non certo favorevole alla nostra squadra. In questo mese e mezzo i ragazzi di Piovanelli dovranno compiere un mezzo miracolo per mantenere il primo posto in vista. Sì, perché anche se la società non ha promesso nulla l’obiettivo del Treviso in questa categoria deve essere la vittoria del campionato.