La Sanvitese in posa (foto venetogol.it)Archiviata definitivamente la Coppa Italia, per il Treviso è arrivata l’ora del debutto che conta, quello in campionato. Curiosamente il primo avversario della stagione è quella Sanvitese incrociata per la prima e unica volta nell’Interregionale 1994/1995 (attuale Serie D), nell’annata che sancì la nascita del Treviso più forte di sempre. Anche sedici anni fa i biancocelesti avevano giocato l’andata fuori casa, strappando una bella vittoria grazie alla doppietta di bomber Fiorio (al Tenni 1-0 siglato da Bonavina). Al termine della stagione il Treviso volava verso il mito, mentre la neopromossa Sanvitese otteneva una preziosa salvezza in una categoria che è riuscita a preservare fino ai giorni nostri. Domani infatti inzierà il diciassettesimo campionato consecutivo dei biancorossi in Serie D, e in questo lasso di tempo non sono mancate le soddisfazioni. I miglior risultati sono stati i due secondi posti consecutivi nel biennio 1995-1997 e il terzo posto nel campionato 2000/2001, mentre il peggiore è stata la retrocessione in Eccellenza evitata dal ripescaggio dell’estate 2004. Gli ultimi sono stati campionati tranquilli, conclusi con salvezze tranquille e a volte sorprendenti, come nell’ultima stagione. Una Sanvitese imbottita di giovani ha ottenuto una salvezza a cui pochi credevano, conquistando il “titolo” di squadra più giovane di tutta la serie D con un’età media di 21 anni, un mese e 23 giorni, tanto che il più anziano era ed è il confermato capitan De Cecco con i suoi 31 anni. Davvero un risultato grandioso per una società che prima col presidente Isodoro Nosella e ora con Paolo Gini punta alla valorizzazione dei giovani del proprio vivaio, ma raccontando l’impresa dello scorso anno non si può dimenticare l’apporto del 23enne bosniaco Enis Nadarevic. Capocannoniere dell’ultima serie D con 30 gol, ha contribuito in maniera determinante segnando oltre la metà dei 57 gol totali realizzati dalla Sanvitese. Queste prestazioni hanno lanciato il bomber verso un’altra squadra biancorossa, il Varese neopromosso in Serie B. Ma a mettergli i bastoni tra le ruote ci ha pensato la nuova norma sul limite di extracomunitari tesserabili voluta da Abete, una novità che ha mietuto altre “vittime” nel nostro girone, basti pensare ad Aliù dell’Este. La Sanvitese aveva sognato per un pò il ritorno del figliol prodigo, ma per ovvi motivi non se n’è fatto nulla. Impossibile sostituire un talento del genere, senza dimenticare altre cessioni importanti: i centrocampisti Rossi (Chioggia-Sottomarina), Campagnolo (Giorgione) e Bartoli, e il difensore Pavan (Belluno). In entrata si segnalano il portiere Luca Monti (un ritorno), i difensori Geremia (tornato alla base dopo l’esperienza di un anno nella Primavera del Mantova), Perissinotto dall’Albignasego e Visalli dal Tamai, mentre i rinforzi per l’attacco sono Djulydiaw (dall’Ancona di Udine) e Luca Monti (10 gol nel Città di Concordia). In panchina confermato mister Gianni Tortolo. Anche quest’anno l’obiettivo rimane una salvezza tranquilla, da ottenere anche grazie all’apporta di alcuni giovani come il difensore Mboup, i centrocampisti Ursella e Michieli e l’attaccante Garlatti, oltre ad altri giovani del vivaio come il portiere classe ’93 Benedetti, schierato nel derby di Coppa Italia col Pordenone. E’ stato un precampionato fatto di alti e bassi quello della Sanvitese: dopo la sconfitta di misura con la Sacilese sono arrivati i successi con Codroipo (2-0) e San Daniele (3-1), dunque il match di coppa con i “ramarri” dell’ex trevigiano Bosi. Una prova opaca per i biancorossi, in ritardo di condizione e troppo ballerini in difesa, con il giovane Benedetti costretto agli straordinari, non abbastanza per impedire il doppio vantaggio neroverde. Le note positive sono venute dall’attacco, dove è parso già buono l’affiatamento tra Monti e Cacurio, autore dell’assist con cui il compagno di reparto ha accorciato le distanze.

La coppia d’attacco, insieme al regista d’esperienza De Cecco, sono gli elementi più temibili tra le fila biancorosse.

Sarà senza dubbio una domenica emozionante per Diego Zanin, che in maglia biancorossa aveva chiuso la sua carriera da calciatore per sedersi in panchina, a stagione in corso, nel campionato 2005/2006, conquistando un sorprendente 5° posto. Meno positivo l’anno seguente, con l’esonero a dieci giornate dal termine quando la squadra era in una posizione tranquilla,  e la salvezza arrivata solo dopo i play-out con il Bolzano. Tornare da ex, magari col dente un pò avvelenato, e sbancare San Vito sarebbe il modo migliore per premiare i tifosi che per la prima dell’anno partiranno in gran numero verso il Friuli. Una vittoria servirebbe anche per scacciare via in fantasmi apparsi dopo la sconfitta contro il San Paolo Padova, un k.o. che ha messo in rilievo le lacune dell’organico bianoceleste, innanzitutto difensive. Dopo le sbandate di Trento al Gabrielli di Rovigo la difesa, seppur in emergenza, ha concesso troppo a una squadra non irresistibile ma capace di sfruttare nel miglior modo possibile due delle tre occasioni create nell’arco dei 90 minuti. Il risultato avrebbe potuto essere ben diverso se Ferretti avesse sfruttato una delle tante occasionissime capitate tra i suoi piedi, ma è sempre più evidente che lì davanti è troppo solo, e i geniali suggerimenti di Torromino hanno bisogno di un altro risolutore. Il tormentone è destinato a protrarsi oltre l’estate, visto che l’attaccante che la società continua a dichiarare prossimo al tesseramento deve ancora arrivare, e molto probaIl ritorno di Zaninbilmente sbarcherà a Lancenigo solo la prossima settimana. Forse insieme a un portiere di esperienza, visto che De Miglio e Sartorello hanno già commesso qualche errore di gioventù, e nonostante le smentite di Corvezzo la dirigenza potrebbe intervenire anche in questo reparto. Ma non in difesa, dove nel reparto centrale la panchina è decisamente troppo corta.
Non preoccupa il centrocampo, anche se sia a Trento che a San Paolo era assente lo sloveno Tomazic, non ancora tesserato al pari dell’attaccante Spinosa.
I recuperi di Visintin e Biagini  potrebbero essere fondamentali per tornare vittoriosi da San Vito e ridare entusiasmo a un ambiente che non sembra ancora convinto del nuovo Treviso. Un segnale lo sta dando la campagna abbonamenti partita dopo alcuni rinvii lo scorso lunedì. Sono poco meno di 150 le tessere rilasciate in cinque giorni, molto distante dalla “quota 1000” auspicata con sicurezza dal presidente Corvezzo. Preoccupa il confronto con l’anno scorso, quando nello stesso periodo, a due giorni dal debutto in campionato, e a una settimana dalla prima del Tenni, gli abbonati erano 180. Un dato inspiegabile se si pensa che lo scorso anno la situazione era meno positiva, con la squadra  iscritta per miracolo in Eccellenza, una rosa tutt’altro che competitiva e lsenza una società vera. Siamo certi che le sottoscrizioni aumenteranno dalla prossima settimana, in prossimità del debutto casalingo contro il Montecchio Maggiore, e non v’è dubbio che un successo contro la Sanvitese potrebbe contribuire a ridare slancio a squadra e campagna abbonamenti. Ma uscire vincenti dal Comunale di Prodolone non sarà facile, visto che la Sanvitese pur essendo composta da molti giovani è una squadra abituata alla Serie D, non a caso Zanin ha già messo in guardia i suoi dal sottovalutare un avversario che sulla carta si presenta più debole. Anche perchè, come detto, il Treviso è già in piena emergenza. Tra i pali De Miglio è k.o. ma fortunatamente è stato recuperato Sartorello; pochi dubbi in attacco dove in attesa dell’ultimo acquisto Torromino e Ferretti proveranno a ripetere l’exploit di Trento; al centro della difesa Biagini e Visintin dovrebbero essere recuperati mentre a centrocamapo, unico reparto con tante alternative a disposizione di Zanin, potrebbe pesare l’assenza dello squalificato Andrea Bandiera, indubbiamente uno dei migliori biancocelesti durante il precampionato. La gara, che sarà diretta dall’arbitro Stefano Raciti di Acireale supportato dai guardalinee Castellini di Como e Pizzi di Saronno,inizierà alle ore 15.00.

I dubbi ci sono, ma qualche mese fa nessuno si sarebbe immaginato un Treviso ancora vivo e iscritto a un campionato di prestigio come la Serie D. Per questo diventa più importante recarsi in massa a San Vito al Tagliamento, con lo stesso entusiasmo che poco meno di un anno fa aveva portato oltre 600 trevigiani nel piccolo impianto di Busa di Vigonza per la prima in Eccellenza. Il Treviso c’è ancora, aiutiamolo a tornare grande, domani

TUTTI A SAN VITO!!!

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