Il Treviso cercherà alternative alla tessera del tifoso?A Treviso, come nella stragrande degli stadi d’Italia, il pubblico è in notevole calo: se nell’anno della serie D la media era stata di 1.053 spettatori, lo scorso anno, in una categoria superiore, nonostante la squadra abbia conquistato nuovamente il campionato non uscendo dalla zona play-off praticamente per tutto il corso della stagione, la media-spettatori è scesa a 873. Una diminuzione di pubblico abbastanza clamorosa, per dirla in numeri del 17%. Se invece torniamo indietro di 17 anni, l’ultimo campionato di C2 (e secondo trionfo consecutivo per la banda-Pillon) disputato prima della passata stagione, il paragone è ancora più imbarazzante, visto che all’epoca la media spettatori era di 2.870 spettatori.
Rispetto a un anno fa, sono calati, e di molto, il numero di abbonati al Tenni: se nel primo anno dopo l’insediamento in via Ugo Foscolo di Renzo Corvezzo (in serie D, lo ricordiamo) le tessere staccate furono 543, lo scorso anno (in una categoria superiore, ricordiamo anche questo) la campagna ha fruttato appena 312 abbonamenti. 
Finora abbiamo lasciato spazio ai dati, ma quali sono i reali motivi di questo drastico calo di presenze?

MOTIVI Rispetto a quasi 4 lustri fa, sono cambiati gli stili di vita e le abitudini delle persone: ad esempio, nel 1995 la pay-tv era ancora agli albori, e non trasmetteva tutte le partite di serie A la domenica pomeriggio.
Inoltre, le nuove normative imposte per diminuire la violenza negli stadi, hanno portato i tifosi ad autentiche odissee per acquistare i biglietti per entrare allo stadio: basta buttare un occhio dalla curva verso le biglietterie del Foro Boario, a partita iniziata s’intende, per vedere code di diverse decine di persone in attesa di accaparrarsi il titolo di ingresso per lo stadio. Questo è accaduto soprattutto ad inizio stagione. Poi, sia perchè la gente ha iniziato ad acquistare i biglietti in prevendita, sia (e soprattutto, ahinoi) perchè la gente ha iniziato a rimanersene a casa (e qui rientra il discorso di prima, cioè la pay-tv), il problema si è leggermente affievolito, salvo tornare prepotentemente l’ultima partita, quando andare allo stadio è di nuovo diventata moda, vista la posizione in classifica del Treviso.
Secondo noi però, oltre a questi inconfutabili motivi, il problema è un altro, ovvero l’introduzione della tessera del tifoso, che ha si diminuito la percentuale di incidenti negli stadi (perchè, in sostanza, vieta alle tifoserie non-tesserati di recarsi in trasferta), ma ha di conseguenza diminuito il numero di spettatori: in serie A nel 2009/10, ultimo anno senza l’obbligo della tessera per abbonamenti e settori ospiti, gli spettatori erano stati di media 25.570, mentre l’anno scorso la media è scesa a 23.214, con un calo di quasi il 10%.

IL CARNET DELLA ROMA La società che ha cercato con maggior vigore di ribellarsi a queste limitazioni imposte dalla tessera del tifoso, è sicuramente l’A.S. Roma. Dopo aver cercato, inutilmente, di aprire la campagna abbonamenti anche per i non tesserati lo scorsa estate, è riuscita nel suo intendo a campionato in corso, a febbraio, mediante un carnet di biglietti, una sorta di mini-abbonamento per le rimanenti partite casalinghe della Roma; le modalità erano semplicissime: sottoscrivendo la tessera AS Roma Club Home (che, a differenza dell’AS Roma Club Privilege non ha le stesse modalità della tessera del tifoso), che permetteva a tutti i tifosi, anche quelli non tesserati, appunto, di acquistare i biglietti da li alla fine della stagione. L’iniziativa ha dato buoni frutti (2.000 mini-abbonamenti sottoscritti, ultimo dato a nostra disposizione), e quindi la società di Di Benedetto ha deciso di ripetere l’esperimento anche in questa stagione. Risultato: curva sud praticamente esaurita in abbonamento, e quota 20.000 raggiunta il 20 giugno, quindi 10 giorni fa. Il tutto consentendo ai non-tesserati di pagare appena 15 euro di più del normale abbonamento sottoscrivibile con la tessera del tifoso. L’anno scorso, per onor di cronaca, gli abbonamenti furono poco più di 16.000.

E A TREVISO? Ritornando al contesto che più ci interessa, ovvero quello del Treviso, la cosa che prima di tutto ci salta in mente è: come mai anche in via Ugo Foscolo non pensano di attivare una campagna abbonamenti alternativa come a Roma, visto che anche altre squadre (la Lazio in primis) stanno seguendo l’idea (efficacissima, a quanto pare) dei giallorossi?
Realisticamente parlando, a Treviso la scorsa estate ci sarebbero stati 6-700 abbonati se la tessera fosse stata sottoscrivibile anche dai non possessori della Tdt, e invece di una riduzione del quasi 50%, ci sarebbe stato comunque un discreto aumento di abbonati, e quindi di spettatori totali. E, cosa da non sottovalutare, un ulteriore introito per le casse della società, che certamente non strabordando di denaro.
Concludendo, l’Osservatorio ha provato a ridurre il numero di partite nel carnet a 10, ma nella capitale hanno fatto spallucce, in quanto la decisione finale spetta alla Prefettura locale, che quindi dovrebbe annullare dei biglietti d’ingresso allo stadio che invece sono assolutamente validi. Per cui, essendo l’iniziativa più che legittima, sta solo nella volontà della società di venire incontro ai tifosi, facendo i loro interessi ma anche i propri.

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