MAURO TRAINIDomani sapremo se il Treviso è effettivamente iscirtto in Prima divisione, anche se per Corvezzo e i suoi collaboratori lo soclgio definitivo del Consigli federale si è una pura di formalità. Ieri è stato presentato Maurizi, nei prossimi giorni conosceremo lo staff e i nomi dei primi nuovi acquisti. E il direttore sportivo Mauro Traini ha cercato di chiarire alcune cose dopo le incomprensioni di lunedì con la tifoseria, scottati dai tanti addii illustri e l’apporodo di Zanin sulla panchina dell’Unione Venezia. Ma le motivazioni portate a difesa delle scelte societarie ci lasciano parecchio perplessi…
Sia lunedì (Corvezzo) che ieri (Traini) la società, pressata da stampa e tifosi sull’orlo di una crisi di nervi, ha cercato di motivare la rivoluzione dell’organico. Il presidente e il suo braccio destro hanno fornito la stessa versione, legando le poche conferme al salto di categoria. «Mentre la Seconda Divisione è più vicina alla D, la Prima Divisione si avvicina alla serie B quindi serviva una squadra più attrezzata, così abbiamo deciso di cambiare molti dei protagonisti della passata stagione». Questo quanto dichiarato da Traini a Il Gazzettino di Treviso di oggi, sulla falsariga di Corvezzo. Ma di fronte ai nomi di certi confermati non capiamo cosa intende il signor Traini per “squadra più attrezzata”: «Brunetti, Beccia, Madiotto, Maracchi, Di Girolamo, Del Grande, Marzolla e forse Pacini». Vada per i primi cinque, ma gli ultimi tre? Come ricorderete, Del Grande, Marzolla e Pacini sono stati portati da Mauro Traini poco dopo il suo ingaggio a Treviso. Insieme a loro il portiere Campironi, l’unico che dei tre ha trovato spazio rendendosi protagonista in Seconda divisione (infatti quasi certamente non resterà perchè ha ricevuto offerte da squadre più importanti). Ma gli altri tre non erano stati richiesti da Zanin e il campo l’hanno visto pochissimo, come nelle esperienze precedenti.
Il centrocampista Domenico Del Grande (’86), di San Benedetto del Tronto, ha vissuto un anno d’oro a Giulianova, in C1, nella stagione 2009/2010. Poi è stato penalizzato dagli infortuni, tant’è che nelle ultime due stagioni ha collezionato poco più che una decina di presenze tra San Marino in C2 (C2, 4 gettoni nella stagione 2010/2011) e Citta di Castello (7 presenze in Serie D fino allo scorso dicembre). A Treviso in quattro mesi ha giocato un quarto d’ora nello scialbo pareggio interno contro il Casale. Edoardo Pacini, centrocampista classe ’91 cresciuto nell’Ascoli, aveva passato la prima parte di stagione al Salerno calcio, in Serie D, scendendo in campo solo 4 volte a causa di qualche acciacco fisico e la regola degli under. A Treviso ha giocato 37 minuti nella disastrosa trasferta di Mantova e gli ultimi dieci minuti nel ritorno della Supercoppa contro il Perugia. Fabio Marzolla, terzino ascolano classe ’92, è arrivato dopo 6 mesi all’Acqui Calcio in Serie D. A Treviso non è sceso in campo nemmeno durante le due partite della Supercoppa dove Zanin ha dato spazio anche a qualche juniores.
Premesso che stiamo parlando di tre bravi ragazzi, che si sono integrati benissimo nello spogliatoio partecipando alla cavalcata verso la C1 nonostante tanta panchina e tribuna, ma se Traini pensa di tranqullizzare la piazza includendo questi giocatori tra i confermati si sbaglia di grosso. Già al loro arrivo aveva parlato di un Traini che allargava il suo “parco giocatori”, peraltro senza consultare mister Zanin. In ritiro a Longarone sembra che inizialmente ci saranno 26 giocatori, molti sono in prova, e non resteranno. Lo sono anche i 6-7 giocatori inseriti tra i confermati? E’ una domanda che è lecito porsi di fronte alle ambigue, spesso contraddittorie  dichiarazioni di Corvezzo e Traini, visto che dopo essere stati vinti alle buste Madiotto e Beccia erano stati messi in dubbio. Poi ci chiediamo perchè tra i confermati non figura Spinosa (a proposito, buona 21esimo compleanno), autore di alcuni gol decisivi (il derby con l’Unione e quello che ha sbloccato la decisiva sfida del Tenni contro l’Entella) e che sarebbe l’unico supersiste (insieme a Brunetti) della squadra vincente costruita nell’estate 2010 da Zanine Tasca. Recentemente Spinosa aveva confermato di essere legato contrattualmente a Treviso, esprimendo il desiderio di rimanere anche in Prima divisione.
Sia chiaro. Non pretendiamo una corazzata in grado di lottare per la promozione (anche se Traini a Il Gazzettino dichiara come obiettivo principale non solo
«far crescere il vivaio, migliorare i rapporti con i club di serie A e far divertire i nostri tifosi con un calcio piacevole» ma addirittura«puntare alla serie B» nel giro di qualche anno. Un consiglio: non faccia come il suo presidente). Se tutto va bene, inizieremo il campionato dopo una rocambolesca iscrizione all’ultimo minuto e con un punto di penalizzazione. C’è un passivo che stando a quanto rivelato dalla stampa (ma non solo) negli ultimi mesi si aggira già attorno al milione di euro (in Lega Pro ci sono squadre che falliscono con un passivo molto inferiore). Non ci sono soldi, non ci sono sponsor (vedremo quanti ne conquisterà il dg Santoro con l’All Sport), ma ci potrebbe essere una Prima divisione senza retrocessioni. Un anno per rifiatare, con una squadra composta da tanti under in grado di garantire preziosi contributi (sempre se si eviteranno pasticci con scadenze e commercialisti), e sperare in una vera svolta societaria senza la quale il futuro resterà poco roseo.
I tifosi non sono fessi e anche i più testardi potrebbero capire che la rinuncia a tanti big e un ridimensionamento degli obiettivi è più che comprensibile visto il momento economico che stiaimo vivendo. Ma se partiamo così, con segretari e presidenti che si contraddicono nel giro di cinque minuti e direttore sportivi che scelgono allenatori e giocatori secondo certe logiche difficilmente condivisibile, no, non ci siamo proprio.
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