Altra “impresa” casalinga del Treviso, che concede la vittoria bis al Conegliano dopo la figuraccia dell’andata al Soldan. Nel primo tempo si capisce subito che la squadra non è in giornata. Il Conegliano, ben messo in campo e arrocato in difesa, concede pochi spazio alle sfuriate del Treviso, che si affida alla conclusione dalla distanza colpendo anche una traversa con un bel tiro di Magli; il resto lo neutralizza l’ottimo Pazzaia, ex Giorgione in Serie D. Nel secondo tempo la musica non cambia, Treviso lento e prevedibile, senza gioco e idee. Ma a differenza del secondo tempo i ragazzini del tarantolato ex biancoceleste Vanni Moscon iniziano a crederci. Dopo qualche contropiede da brividi la frittata difensiva arriva al 18′: tiro non irresistibile di Dene, Scocco respinge male e la disattenta difesa di lascia scappare il classe 2002 Festino, che insacca senza problemi. La confusionaria reazione del Treviso è lo specchio della partita (e della stagione). Il resto lo fanno i capricci della dea bendata e la papera di Scocco, che dopo aver ricevuto palla tenta un improvvido rinvio facilmente intercettato dal fantasista Mballoma, che s’invola indisturbato verso la porta. Nel finale espulso Magli (ammonito due volte per simulazione), comunque uno dei pochi a salvarsi. Per il Conegliano, pur avendo creato meno occasioni, la vittoria è comunque meritata e come all’andata rappresenta uno schiaffo morale ai (troppo?) quotati avversari. Bottino pieno per lo scatenato Moscon: il Conegliano non vinceva a Treviso dall’Interregionale 1993/1994.
Gli highlights della partita rischiano di trarre in inganno chi non era presente al Tenni. I biancocelesti hanno giocato una delle peggiori partite stagionali, perdendo la seconda di fila in casa e facendosi sorpassare da da Noventa e Caorle (vittorioso anche il Fontanelle, ora a -1). Con questa squadra anche i play-off sono a rischio. Dopo aver gettato la spugna due volte per l’immediata eliminazione dal mediocre girone di coppa (vinto dal Vazzola invischiato dalla prima giornata in zona play-out) e il primo posto dell’Opitergina (distante QUATTORDICI punti dopo tre giornate del girone di andata), ci eravamo quasi illusi di poter dare per scontati almeno i play-off, fantasticando su un possibile secondo posto a+7 sulla terza per poter saltare due turni dei play-off. Ma dopo l’ennesima figuraccia casalinga e il doppio sorpasso in classifica anche l’approdo ai play-off sembra tutt’altro scontato per questo Treviso. Qualcuno forse sperava nella scossa con il terzo cambio di allenatore, forse dimenticando che Da Rold era entrato nello staff della prima squadra dopo i primi malumori di Bellotto, a fine novembre. La vittoria di Vazzola aveva illuso, ma il Treviso non avea certo brillato. Un’anticipazione di quanto si è visto contro il Conegliano: tanti lanci e gioco nullo a centrocampo. Solo che oggi non sono arrivati regali ma le parate di Pazzaia.
E sulla questione portiere si apre un caso che aveva già fatto discutere a dicembre: dopo quanto accaduto all’andata non sarebbe stato più opportuno prendere un portiere esperto e affidabile? Il solito confronto con Opitergina e Caorle parla chiaro: con 9 e 10 gol subiti sono di gran lunga le migliori difese di tutta la Promozione veneta. La capolista può contare ssu Sartorello, portiere nei due ultimi campionati vinti con mister Zanin; per il Caorle il fattore portiere è ancora più importante, e Bavena (tante esperienza in Lega Pro) come due anni fa è stato impressionante contro il Treviso. Dopo il primo grave errore Mion ha inanellato una serie di incertezze decisive, il momento negativo della squadre e le pressioni della piazza rischiano di penalizzare anche il coetaneo Scocco? Del resto nella Promozione di due anni fa Pala aveva iniziato la stagione ruotando due portieri under ma, dopo tanti errori, la società aveva piazzato un colpaccio con Tunno, ex Lega Pro risultato decisivo, tant’è che il Treviso oltre alla conquista decisiva della coppa concluse il campionato al secondo posto e con la miglior difesa.
Due anni dopo la situazione è decisamente peggiore, un disastro simile non lo avrebbe pregustato nemmeno il peggiore dei gufi. Il Treviso con l’eliminazione dalla coppa e dalla lotta al primo posto ha già toppato i principali obiettivi: dopo l’investimento fatto (male, molto male visti i risultati e la confusione fuori dal campo), un flop ai play-off senza ripescaggio in Eccellenza sarebbe un catastrofico fallimento. Dal punto di vista sportivo la più grande delusione dell’ultimo decennio, passato soprattutto in queste paludose categorie. Vista la classifica si può già aggiornare un dato che racconta questa lunga agonia: cinque campionati di Eccellenza, tre di Promozione, zero campionati vinti.
Per questa stagione era prevedibile che la delusione fosse proporzionata alle grandi aspettative dell’estate. Per mesi sono stati spesi elogi, giustamente, perché senza il consorzio e il nuovo club non ci sarebbe una squadra di calcio a Treviso, per non parlare del futuro dello stadio Tenni…. ma è evidente che, dopo la squadra, l’attenzione di molti tifosi (dallo stadio ai social) si sta rivolgendo sempre più verso le incertezze societarie. Molti si chiedono se queste difficoltà siano in parte legate allo “squadrone” dirigenziale, con alcuni ruoli condivisi da due o più persone. Consorzio a parte, non va dimenticato che il club è nato dall’unione di tre realtà: il Nervesa, che ha garantito il titolo sportivo, Treviso Academy e l’Indomita, società di puro settore giovanile. Qualche errore di gioventù era preventivabile, ma di confusione se n’è fatta tanta, non solo sul mercato. Insomma, l’amalgama è sembrata mancare non solo in campo.