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La nuova maglia del Treviso vede il ritorno del glorioso stemma che da 110 anni contraddistingue i biancocelesti (foto dalla pagina facebook “Treviso Siamo Noi”)

Dopo le firme e la costituzione della nuova società (le ultime firme 7 giugno), l’annuncio dello sponsor tecnico Givova (28 giugno) ela presentazione del consorzio e dei dieci membri fondatori (5 luglio), ecco la consegna della nuova maglia, contestualmente a un primo, significativo allargamento del consorzio “Treviso SiAmo Noi” con altre 24 sottoscrittori tra aziende e professionisti.
Cornice dell’evento è, esattamente come 7 anni fa per il modello di riferimento del basket, la Loggia dei Trecento. E proprio all’estate 2012 risale l’ultima apparizione del calcio in piazza – se si esclude il sit-in dei tifosi di un anno dopo per evitare la sparizione – con la presentazione della squadra ai nastri di partenza dell’ex C1. Un premio per le due promozioni di fila giunto in ritardo, visto che la squadra dei miracoli di Zanin era già stata smantellata, mentre i dodici mesi successivi avrebbero rispedito i biancocelesti verso un inferno da cui non sono mai usciti… come dimostrato dal recente epilogo della vecchia società.

Il ritorno nel salotto buono della città segna un momento storico per il Treviso, che dovrà riscostruire quell’identità uscita a pezzi dall’ultimo decennio partendo dalla riscoperta delle proprie radici. Da questo punto di vista la nuova maglia strizza l’occhio alla tradizione: celeste con inserti bianchi e colletto, moderna ma vintage allo stesso tempo essendo ispirata alle vecchie divise usate fino agli anni ’70. Segno distintivo di quelle maglie senza sponsor era la presenza dello storico stemma del club, il simbolo della città di Treviso. Rivederlo ben in vista sul cuore della divisa, libero e senza denominazioni societarie è stata una piacevole sorpresa per tutti i tifosi.
La prima maglia del nuovo Treviso, quella con il numero 1, è andata al sindaco Mario Conte. Il primo cittadino ha messo in gioco la propria credibilità per questo progetto, dopo anni di totale disinteresse politico per le sorti del calcio. Inevitabile che la seconda sia andata a Giancarlo Gentilini, il sindaco-tifoso che negli anni ’90 aveva accompagnato la prima vera rinascita biancoceleste portando il club dal dilettantismo fino all’Olimpo del calcio italiano. Appena ricevuto la maglia lo “sceriffo” ha fatto irruzione davanti ai presenti rispolverando le esortazioni al “combattimento” e al “sangue sulle mutandine”. Speriamo tornino a portare fortuna come  ai vecchi tempi, nel frattempo ci limitiamo a guardare quel simbolo sulla maglia per dire: bentornato…

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