Mentre l’F.C. Treviso di Corvezzo viene messo in liquidazione, iniziano a circolare i primi rumors sulla rifondazione biancoceleste. Attraverso la stampa locale è uscito allo scoperto l’ex storico dirigente Giangiuseppe Lucchese, che punta alla costituzione di un gruppo composto da ex giocatori e altre personalità storico del glorioso club di via Ugo Foscolo.
Stiamo parlando di una qualcosa che, probabilmente, non è nemmeno allo stato embrionale, ma il fatto che a un giorno dal secondo crack societario in quattro anni si parli già di rifondazione è sicuramente un segnale incoraggiante. «Siamo di pianura, chiamateci gruppo, non cordata – ha rivelato Lucchese a La Tribuna di Treviso – e non vogliamo fare un’impresa, ma prenderci cura di qualcosa cui vogliamo bene. Il nostro collante è l’amore per il Treviso. Amore non sospetto, perché a fianco della nostra squadra ci siamo sempre stati, chi perché vi aveva giocato e chi perché è tifoso indomito. Dopo le grandi pulizie, dettate dalle leggi dell’economia, eccoci qua. Pronti a ripartire dal basso, ma con un’operazione sana». Dunque, partendo da una categoria dilettantistica non proprio prestigioso come la D, «magari dalla Promozione, senza problemi e manie di grandezza. Anche in passato siamo stati vicini alla società e a un certo punto avevamo rappresentato l’antitesi a Corvezzo. Lui ha avuto anche un periodo felice, ma nel calcio puoi fare un progetto importante solo se in tasca hai già i soldi. Siamo tornati a farci vivi, con il vecchio presidente, ma lui ha scelto un’altra strada. Adesso siamo qui, pronti a fare il nostro dovere di appassionati del calcio cittadino». Lucchese non esclude nemmeno un ripensamento di Zanetti…«Se Zanetti tornasse a farsi vivo e volesse darci una mano, saremmo ben contenti. Più siamo e più ci divertiamo, come si dice. Scherzi a parte, la sua sarebbe una parte determinante, ma il Gruppo lavora comunque per ripartire da radici sane e ridare a Treviso una società calcistica di cui essere orgogliosi. Il nostro motore non sono i soldi e la gloria. A muoverci è il cuore».
IL”GRUPPO” LUCCHESE Non si sa ancora molto sui componenti del gruppo che Lucchese spera di riunire in via Ugo Foscolo, ma considerate le vicende degli ultimi tre anni non è difficile fare qualche ipotesi sui tanti ex che sono pronti a rientrare dalla porta principale del Tenni. Molti ex giocatori, collaboratori e dirigenti, entrati in conflitto con Corvezzo con la lotta fratricida con l’Union Quinto/Treviso della primavera-estate 2010, o nei due anni successivi, quando il patron biancoceleste ha licenziato in malo modo storici collaboratori come la “siora” Maria Rigo alla fine della Serie D 2010/2011, continuando sulla stessa strada, un anno dopo, dallo storico accompagnatore della squadra Antonio De Santis. Ancora più clamore aveva provocato l’addio di Dino Munarolo, storico medico sociale biancoceleste, che nell’estate 2011 aveva lasciato il ritiro di Longarone e in seguito, attraverso alcune interviste, aveva svelato i problemi organizzativi e la scarsa solidità economica della società. Munarolo, insieme a tanti ex come Silvano Colusso (record man di presenze in maglia biancoceleste ed ex responsabile del settore giovanile), Giovanni Bosi (in seguito terzo e ultimo allenatore del Treviso nella sfortunata stagione da poco conclusa) e Gigi Beghetto, avevano poi aderito al progetto di Treviso Academy, entrato in guerra con Corvezzo dopo un solo anno di vita.
Inutile nascondersi dietro giri di parole: già dopo il primo campionato, concluso con la vittoria della Serie D, il Treviso di Corvezzo contava già una lunga lista di “nemici”, ingrossatasi durante la biennale avventura in Lega Pro. Tra ex dipendenti, fornitori e creditori, in molti stavano aspettando seduti sulle sponde del Sile aspettando che passasse il cadavere del nemico. Adesso il morto c’è stato, anche se come si è visto nell’articolo precedente continua a mostrare una certa vitalità! Nell’ultimo anno e mezzo, una volta emerse le difficoltà economiche dell’F.C. Treviso, abbiamo assistito a frequenti frecciatine e provocazioni verso il sempre più traballante Corvezzo. Alcuni avevano giurato di avere i capitali necessari a sostenere anche un campionato di Lega Pro. Ora che si tratta di ripartire dai dilettanti, senza debiti, dunque non resta che vedere se le stesse persone faranno effettivamente parte di un progetto volto alla “rifondazione biancoceleste”.
Magari nello stesso gruppo di Bepi Lucchese, che nell’intervista de Il Gazzettino di Treviso si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Per niente sorpreso dal crack societario del Treviso di Corvezzo, l’ex vicepresidente sottolinea che «quando si improvvisa e non ci sono soldi, non si ha l’umiltà di chiedere aiuto a nessuno, non crei un settore giovanile e non coinvolgi il territorio, il destino è segnato». Per quanto riguarda il suo gruppo, Lucchese ammette che «si sta muovendo qualcosa, ma per il momento niente nomi solo dei contatti. Tra un paio di giorni mi incontrerò con quattro imprenditori locali di un certo peso economico e vediamo di catturare la loro attenzione». Nei prossimi giorni ne sapremo di più, con l’auspicio di vivere un’estate meno tormentata rispetto a quella del 2009…
QUALE CATEGORIA? Come non ricordare il calvario di quattro anni fa, con la triade Sartori-Frandoli-De Lazzari esclusa dalla Serie D e ammessa d’ufficio in Eccellenza ai primi di settembre, due settimane prima che iniziasse il campionato? Da questo punto di vista la notizia del nuovo crack societario ha già fatto insorgere qualcuno tra i dilettanti. Come ricorderete nel 2009 in molti avevano invocato la Terza categoria per il Treviso, dunque potete immaginare i commenti di simpatizzati e dirigenti delle piccole società provinciali, ora che l’Fbc è (ri)caduto dai professionisti per la seconda volta in quattro anni. Polemiche alle quali siamo ormai temprati…
In Italia, specialmente in un periodo di forte crisi economica come questo, più che le regole (non si rispettano quelle scritte, figuriamoci quelle che non esistono) contano di più la disponibilità economica e il sostegno politico, non solo nel calcio. Nonostante il secondo fallimento in pochi anni, il Treviso potrebbe ripartire anche dalla D, o almeno dall’Eccellenza, come dimostrano i precedenti (alcuni molto recenti) di squadre fallite due volte nel giro di 4-5 anni: Venezia (2005-2009), Ancona e Perugia (2005-2010), Lucchese (2008-2012), Cosenza (2005-2011). A contare veramente sole le garanzie economiche che la nuova società è in grado di offrire. Lasciando da parte le sterili polemiche sul “si può o non si può”, “è giusto o non è giusto”, quante possibilità ha il Treviso di ripartire dalla D, alla luce del precedente del 2009, il delicato momento economico e lo storico disinteresse dell’imprenditoria locale? Non molte, come sembrano confermare le parole di Lucchese, che per ora ha ipotizzato addirittura una ripartenza dalla Promozione, due gradini sotto la Serie D.
Il Treviso, come squadra “caduta” dal professionismo, può sperare di essere inserita in Eccellenza o Serie D in sovrannumero, ma dopo aver pagato una “penale” di 100 o 300 mila euro a seconda della categoria. Come non ricordare quelle drammatiche giornate d’agosto con Edy Sartori impegnato a raccogliere i capitali necessari a strappare l’ammissione in Serie D? Una lunga rincorsa stoppata dalla mancata firma del sindaco Gobbo, non convinto dalle garanzie economiche offerte dall’allora presidente biancoceleste.
Serie D, Eccellenza, Promozione… o Terza categoria? Si vedrà. Considerato il precedente, quando rischiammo l’anno sabbatico, sarebbe già importante ripartire… La categoria ha la sua importanza, chiaro, ma più che il “dove” conta il “come” si riparte, e da questo punto di vista le parole di Lucchese sono condivisibili. Un progetto capace di raccogliere tanti ex biancocelesti, un po’ come accaduto nel basket, potrebbe essere il punto di partenza per riavvicinare la gente al Treviso calcio. Non si tratta di percorrere la stessa strada di Treviso Basket e il consorzio di Universo Treviso, che peraltro è nato e rimasto in vita durante l’anno in Promozione (ottava serie nazionale) in vista di un’immediata ammissione in Lega 2, come in effetti sta accadendo. Altro sport, altro seguito e bacino storico, altri obiettivi, decisamente più ambiziosi. dei nostri. Tuttavia “l’operazione simpatia” che ha riportato dentro e fuori dai palazzetti della Marca grandi ex della pallacanestro trevigiana rappresenta indubbiamente un modello da adottare come base di partenza per il rilancio del calcio.
Tutto molto bello. La categoria però non può essere indifferente: società e comune devono fare di tutto affinchè ci venga data la serie D. Se poi non sarà possibile, pazienza. Ma sentir dire che si ripartirà dalla Promozione come par dir “va ben tuto” a me sinceramente non va proprio giù.
Concordo al 100%: come MINIMO non finire + in basso dell’ultima volta, cioe’ almeno Eccellenza. Adesso che i bifolchi sono usciti di scena, avanti, c’e’ posto, cari imprenditori locali e non.
L’Eccellenza ci può stare, se le basi sono sane, se si fonda un settore giovanile, se lavora in prospettiva. Poi, fosse anche promozione, poco importa. Ma si spera di no. L’unica cosa veramente positiva è che si sia cominciato a discutere subito, senza aspettare mesi come l’ultima volta.
ma dove andiamo con queste persone? ex giocatori? fantomatici imprenditori? meglio sparire per qualche anno e poi fare qualche fusione con qualche squadra locale; sempre che nel frattempo si trovi un imprenditore con tanta passione e un po’ di soldi d’investire!
Sparire per qualche anno? Addirittura? Ma no, dai, se i mezzi sono modesti, i fondi limitati IN QUEL CASO allora accetterei seppur a malincuore di partire anche dai bassifondi, ma pur sempre di esistere. Anche perche’, stiamo pur sicuri che se il calcio si fermasse, potremmo tranquillamente (?) dire addio al NOSTRO Tenni. Coi chiari di luna che corrono e visti gli ‘assalti’ dell’aministrazione precedente, stavolta il fortino mi sa che cade: nelle mani degli speculatori edilizi. Per me le priorita’ (tecniche) sono due: riformare un settore giovanile, per quanto modesto (ripartendo anche solo dai pulcini) e curare il tappeto erboso. Minchia, anca i fusse 4 gati de imprenditori, i sara’ boni a gestire el minimo indispensabie, o no? Me par davero difissie far pezo dea Banda Bassotti….
Serie D a tutti i costi? Bisogna provarci sì, ma non vorrei che si finisse come nel 2009, quando pur di tentare anche dopo l’esclusione dai calendari l’ammissione nell’ex Interregionale finimmo per essere esclusi da tutti i campionati. E poi, per quanto possa essere una categoria molto più appettibile alle altre inferiori, non mi alletta l’idea di parteciparvi subito senza una struttura societaria solida, economicamente forte, ma soprattutto con una squadra in grado di fare un campionato diginitoso. Non può andarci sempre bene. Intanto vediamo se c’è realmente qualcuno in grado di far ripartire il Treviso, poi si vedrà. Al momento non siamo nelle condizioni per fare previsioni di questo tipo…
Certo, io infatti dico solo che se la società dice di essere solida non vedo perchè non possa ripartire dalla serie D. Chi vorrà formare il nuovo Treviso Calcio non può pensare di comportarsi come se fosse all’Aurora Treviso (con tutto il rispetto), e accontentarsi di una Promozione. Comunque come dici tu vediamo prima se c’è realmente qualcuno in grado di far ripartire il Treviso…