■ Dal nostro corrispondente Dallaaallazeta
Chiusi i battenti della prima sessione di mercato 2008-2009, è tempo di bilanci anche in casa Treviso.
I presupposti a giugno erano pessimi: salvezza ottenuta sul filo di lana, crisi societaria evitata per miracolo, mezza squadra sul piede di partenza, causa i numerosi prestiti di cui eravamo beneficiari, ed un monte stipendi da ridurre drasticamente.
Ai primi di luglio i movimenti di mercato in entrata erano limitati a ben 13 rientranti da vari prestiti in serie minori, qualche rinnovo di comproprietà, più alcuni innesti di seconda fascia (Cristini, Pedrelli e Scardovelli).
Ad agosto tutto congelato fino alle ultimissime ore, complici la limitata disponibilità economica e le nuove regole federali che impongono il limite di 20 senior (limite che avevamo già raggiunto, perciò ogni acquisto andava compensato da una cessione).
Gli ultimi due giorni di mercato si sono però rivelati attivissimi, sia sul fronte acquisti che sul fronte cessioni, tanto da rendere necessaria una rivalutazione complessiva dei movimenti compiuti dalla dirigenza. L’opinione condivisibile è che sia stato ottimizzato il rapporto tra risorse economiche e offerta del mercato, andando a garantire un organico di tutto rispetto per la serie cadetta.
Ma analizziamo meglio i bonus ed i malus dell’operato della società.
Tra le lodi da dispensare, certamente va messa in cima quella a riguardo del veto sulla cessione di giocatori fondamentali per la qualità della rosa: Scaglia, Guigou, Smit, Baccin, ed alla fine anche Scurto, cui le offerte non mancavano di certo. E’ per questo motivo che possiamo considerarli quasi alla stregua di acquisti veri e propri.
In secondo luogo, l’imperativo del mercato era sfoltire per risparmiare: il primo obiettivo è stato solo in parte raggiunto (31 giocatori sono tantissimi, ma almeno ci siamo attenuti ai limiti sui senior imposti dalle regole federali), mentre il risparmio economico è stato largamente perseguito, sia dal punto di vista dei salari (alleggeriti di alcuni ingaggi improponibili per la nuova stagione: Calderoni, Trotta, Barreto, …), sia dal punto di vista del bilancio societario (ben monetizzate le cessioni di Sestu, Calderoni, Coda, Bocalon, Fortunato, Bradaschia e, solo in parte, Russotto).
Infine, altro elemento di plauso, è aver allestito una rosa che combini la giusta miscela di giovani interessanti e motivati (Foti, Missiroli, Palermo, Bonucci, Carcuro, …) e di uomini di esperienza, veterani della categoria (Beghetto, Guardalben, Pianu, Guigou, Scaglia, …).
Quanto ai deficit imputabili a questi due mesi di mercato, bisogna ammettere che tutti gli sforzi profusi per ridurre la rosa non sono andati a buon fine: o per il rifiuto della destinazione da parte del giocatore stesso (Mezzano e Zaninelli su tutti), o per l’incapacità economica delle società acquirenti di far fronte all’ingaggio, tanti possibili partenti che non rientrano nei piani di mister Luca Gotti sono rimasti a Treviso. Ciò implica un maggior sacrificio sotto il profilo degli stipendi, e possibili malumori all’interno dello spogliatoio. Ma il problema principale è di natura logistica: gestire 31 giocatori è molto più dispersivo che non lavorare con un gruppo compatto. Logica conseguenza è che ci siano reparti “sovraffollati”, in primo luogo la difesa (12 per 4 posti) e la zona centrale di centrocampo (7 per 2 posti).
Altra osservazione che lascia riflettere è che tutti gli acquisti, eccetto Guardalben, hanno meno di 23 anni. E, se da un lato significa portare freschezza, vivacità e nuovi potenziali talenti nel gruppo, dall’altro significa anche peccare di esperienza e di conoscenza della categoria. Certo, di tutti questi giovani probabilmente giocheranno titolari solo Foti o Missiroli, ma per esempio l’intero reparto offensivo sarà affidato alle cure di un unico uomo di esperienza (Beghetto). Si pensi che la punta più “anziana”, a seguire, ha ben 11 anni in meno (Piovaccari).
Infine, va registrata la profonda perplessità di fronte a qualche cessione forse troppo affrettata: si tratta di giocatori come Sestu, Saverino, Coda, Bradaschia, Tedeschi, ragazzi di cui la società deteneva (o in alcuni casi tutt’ora detiene) almeno in parte il cartellino, ma su cui non ha puntato. Insomma, avremmo potuto trovare certi “acquisti” già in casa, senza cercare (e spendere) all’esterno.
Nonostante tutto, però, uno sguardo complessivo non può che essere soddisfatto della gestione estiva del mercato, come ricorda mister Gotti: «Ero contento anche prima di questi interventi, figuriamoci adesso».