La rimozione dei tornelli della curva sud (foto gazzettino.it)Quattro vittoria consecutive, primo posto in classifica, la sensazione che finalmente l’incubo fosse finito, sembrava tutto bello. E invece non c’è stato nemmeno il tempo di godersi il primato che puntalmente è arrivata una mazzata che sembra gettare ombre sul futuro del Treviso di Renzo Corvezzo. La vicenda dei tornelli è arrivata nel momento peggiore, mentre i tifosi biancocelesti stavano lentamente assorbendo i traumi di un biennio nero, che ha visto il Treviso retrocedere con un umiliante ultimo posto in Serie B, fallire, rischiare un anno sabbattico, per poi disputare un mediocre campionato in una categoria mai conosciuta.
A spiegare meglio la vicenda ci ha pensato “Il Gazzettino di Treviso” che nell’edizione odierna ha dedicato ampio spazio a quanto accaduto ieri mattina, quando un gruppo di operai, si è presentato nelle vie adiacenti allo stadio Ombono Tenni per smontare gli undici tornelli che dalla Serie B 2007/2008 erano serviti al Treviso per regolare l’afflusso dei tifosi. Il bello è che gli operai si erano presentanti qualche giorno fa ma erano stati prontamente respinti da un Corvezzo e un Casagrande colti completamente alla sprovvista. Un escamotage utile solo a rinviare lo smantellamento del sistema di sicurezza necessario per rendere agibile lo stadio per il derby stravinto col Montebelluna. Ma ieri mattina, com’era stato preannunciato nella conferenza stampa post partita, non s’è potuto far nulla: l”ufficiale giudiziario si è presentato allo stadio con gli operai e addirittura una scorta composta da due camionette di polizia e due di carabinieri. Dunque i tornelli sono stati riscattati dalla Claris, la società che tre anni fa li aveva ceduti in leasing al Treviso per 78mila euro, ovviamente mai pagati dall’ex presidente Setten, il cui fantasma continua a campeggiare sul Tenni tramite i teloni pubblicitari delle sue aziende appesi sopra il settore Distinti.
I tornelli sono stati tolti su disposizione del curatore fallimentare e restituiti alla Claris, che nel frattempo li aveva già venduti al Portogruaro per appena 13mila euro. Eh sì, oltre al danno le beffa, perchè la società neopromossa in B, che in un primo tempo sembrava dovesse migrare proprio al Tenni per disputare le gare casalinghe, utilizzerà i tornelli del nostro stadio per mettere a norma il Mecchia. Inoltre, uno di questi dovrebbe finire al Friuli di Udine, dove i granata hanno disputato la prima parte del loro primo campionato cadetto.
Grande amarezza hanno espresso il presidente Corvezzo e Casagrande: al momento il Tenni è inagibile, la partita con l’Este è in forte dubbio, a meno che non si riduca la capienza sotto 7.500 posti. Ma così facendo, non si potrebbero disputare alcuni importanti eventi programmati (partita ufficiale della nazionale under 19 e la partita di beneficienza tra le star di un noto programma musicale e la nazionale magistrati) che avrebbero permesso alla società di far cassa, mentre riacquistarli potrebbe essere troppo costoso. La società (l’ha ammesso lo stesso Casagrande) avrebbe fatto di tutto per riscattare i tornelli rimossi ieri mattina, visto anche il prezzo notevolmente “scontato”. Dello stesso tono le parole di Corvezzo secondo il quale la mancanza del sistema elettronico di controllo dei biglietti metterebbe i bastoni tra le ruote al progetto di rilancio del Treviso, soprattutto in vista di una promozione in Seconda Divisione, da ottenere in un paio d’anni.
E Ca’ Sugana cosa risponde? …“Nel capitolato di locazione non si parla da nessuna parte di tornelli”. L’assessore allo sport De Checchi ha così precisato che i tornelli non erano compresi nel prezzo di affitto dello stadio (quei 95mila euro che rimangono tutt’ora un costo adatto per una Serie A e B, più che per un campionato dilettantistico) ma sono a carico della società e non dell’amministrazione comunale. E d’altra parte il Comune non avrebbe potuto comprarli poiché, continua il braccio destro del sindaco Gobbo, “molti comuni, che hanno acquistato strumenti per la sicurezza come quelli per metterli negli stadi, sono finiti davanti alla Corte dei Conti. Corvezzo e la nuova società si stanno muovendo bene e noi siamo disposti a dare una mano, basta che non ci facciano richieste contro la legge”.
Ok, i tornelli sono a carico della società e non del comune, il problema si può ovviare riducendo la capienza del Tenni sotto i 7500 posti (eliminando i biglietti nominativi e la delega per la cessione temporanea dell’abbonamento), ma perché, si chiedono i tifosi, la società è stata avvertita senza un adeguato preavviso (e un’adeguata spiegazione) dell’obbligo di rimozione dei tornelli? Fatto sta che Corvezzo e Casagrande, come detto sopra, hanno trovato gli operai intenti a smontarli a poche ore dalla partita di campionato. Se fossero stati portati via subito, il Tenni sarebbe stato inagibile per il derby col Montebelluna, la partita non si sarebbe disputata e il Treviso, invece di pokerissimo, record di vittorie e testa solitaria della classifica, si sarebbe trovato con un umiliante 0-3 a tavolino che oltre a demoralizzare l’ambiente avrebbe fatto fare una brutta figura alla società. A quanto pare la lettera del curatore fallimentare era arrivata negli uffici di Cà Sugana da almeno due settimane, ma qualcuno si è preso la briga di avvertire la società di via Ugo Foscolo solo venerdì scorso, e senza una chiara motivazione.
Ora, anche Gentilini è caduto dalle nuvole, affermando di essere venuto a conoscenza dell’inghippo troppo tardi, come lo stesso assessore De Checchi, che da parte sua si dice pronto a collaborare con la società per risolvere la situazione. Ma dopo l’estate 2009, lettere di gradimento, firme mancate e ipotesi nefaste sul futuro del Tenni, formalizzate dal sindaco Gobbo e da politici di più schieramenti è difficile non pensar male, e ci si chiede perché, al di là degli strascichi dovuti al fallimento, continuino a presentarsi circostanze che definire “ambigue” è un puro eufemismo (mai nessun problema per il tempio del rugby a Monigo, vero?…). Fatto sta che nel giro di pochi giorni si è creata una situazione spiacevole, che con più attenzione e collaborazione molto probabilmente sarebbe stata evitata…
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