Claudio Calanca, il nuovo presidente del Rovigo (foto www.rovigooggi.it)Dimenticare la beffarda sconfitta di Montebelluna, vincere, e riprendere il cammino. Il Treviso dopo il passo falso del San Vigilio non può permettersi ulteriori passi falsi, anche se l’avversario è quel Rovigo che all’andata l’aveva messo in grossa difficoltà. Quel sabato pomeriggio, in diretta televisiva nazionale, i biancocelesti avevano rischiato grosso. Dopo un primo tempo noioso, nella prima parte della ripresa il Rovigo aveva messo sotto il Treviso trovano il meritato il gol del vantaggio con Sabatini, ma negli ultimi venti minuti la squadra, nonostante alcune assenza pesanti, si  era svegliata e dopo aver trovato il fortunoso gol del pareggio grazie a un’autorete, nel finale aveva rischiato di fare il colpaccio. Alla fine un pareggio giusto ma un po’ stretto per i padroni di casa. In quel caldo pomeriggio d’ottobre i rodigini avevano impressionato, confermando di avere una rosa di grane valore, forse la migliore del girone. E in effetti dopo quella domenica gli uomini di Parlato sono stati protagonisti di una grande rimonta con dieci risultati utili consecutivi, sette partite di fila senza subire gol, e una vittoria importantissima sul VeneziaMestre (unica squadra a essere uscita con dei punti dal Penzo). Poi la prima sconfitta casalinga con il SandonàJesolo, e a metà della settimana successiva la svolta negativa: la cordata mantovava del futuro patron Claudio Calanca dopo mesi di estenuante attesa ha interrotto le trattative con l’attuale presidente Francesco Scerra, e gran parte della rosa ha chiesto lo svincolo. La situazione sembrava compromessa ma vista la mal parata Scerra ha cercatodi salvare la baracca riparendole trattative, che dopo pochi giorni somno andate in porto con grande sollievo per la piazza. Ma non tutto si poteva sistemare. Alcuni pezzi pregiati se ne sono andati: il portiere Casini a Venezia, il centrocampista Macchia al SandonàJesolo, il bomber Sabatini addirittura in Eccellenza con la Pistoiese, mentre Luzzi dopo un lungo braccio di ferro con Calanca ha ottenuto il via libera per Mantova. Più di recente, è partito anche Saitta. Perdite che si sommano a quelle, altrettanto pesanti, di Furlanetto e D’Elia, ancora in fase di riabilitazione dopo un grave infortunio. La società doveva tornare sul mercato, ma da una parte aveva le mani legate dalla disastrosa gestione della precedente società, che ha accumulato un debito finora stimato in almeno 250mila euro. I rinforzi, tuttavia, ci sono: alla prima partita del nuovo corso, contro il Kras Repen, hanno debuttato alcuni giovani, alcuni provenienti dalla Juniores: il portiere Mantovani, il centrocampista Boniardi, l’esterno offensivo Casna e l’attaccante Grandini. A compensare la partenza di Macchia e Casini sono arrivati lo svincolato Stentardo, 27 enne dal lungo passato in Serie C, e l’attuale portiere titolare Covi dal Sudtirol-Alto Adige. Successivamente, dal Lecco, l’esterno difensivo Carofiglio e l’attaccante esterno destro Rapella. Ma mentre venivano pagati gran parte dei rimborsi arretrati è scoppiata la grana bollette che ha lasciato il Gabrielli senza riscaldamento e acqua calda, un problema risolto la scorsa settimana. Non altrettanto si può dire per l’ambito sportivo, dove com’era prevedibile il Rovigo sta patendo la perdita dei 4 big. Dopo il salvataggio della società tre pareggi, una sconfitta (a Padova col San Paolo) e una vittoria in rimonta, a Oderzo. Nell’ultimo turno, giocato di sabato per la diretta televisiva su Rai Sport 1, il Rovigo ha ottenuto un pari in rimonta con il Tamai. Dopo il rigore di Llullaku ci ha pensato Antonelli a ristabilire la parità. Un buon punto ottenuto contro la rivelazione del campionato, se non fosse per l’espulsione di Stentardo e le ammonizioni dei centrali difensivi Ruopolo e Niccolinii, entrambi in diffida. Ai tre si aggiunge l’altro squalificato, l’attaccante Zanardo, che sta ancora scontando le quattro giornate. Un bel problema per Carmine Parlato, che dovrà reinventarsi la formazione anti-Treviso. Probabile lo spostamento di Dionisi e Barbi al centro della difesa per garantire un pò di esperienza nel reparto che prima del caos societario era diventato impenetrabile. Elitro e Chica terzini, Antonelli e Veronese davanti alla difesa, in attacco Giusti supportato da Rapella, Carofiglio e quel Doukara che tanto ci aveva impressionato all’andata.

Si è parlato di un meritato «bagno di umiltà» per un Treviso che sceso in campo con la «spocchia» di chi sentendosi superiore prende sottogamba un avversario sulla carta più debole. La clamorosa sconfitta di Montebelluna si può spiegare in questi termini o è frutto della sfortuna, visto cheIn ricordo di Fabio Di Maio i padroni di casa, a parte un buon primo tempo, hanno segnato in pieno recupero nell’unico vero tiro della ripresa? La verità, come sempre, sta nel mezzo. Nel primo tempo abbiamo visto effettivamente un brutto Treviso, il più brutto della stagione, incapace di costruire un’azione degna di nota se si eccettua l’occasione capitata tra i piedi di Torromino. La scusante di un campo in condizioni vergognose (fortunatamente non ha piovuto) non basta a spiegare una prestazione del genere. Nella ripresa le cose sono cambiate, il Treviso ha costruito di più ed è andato vicino al gol in più di un’occasione, ma un Ferretti in giornata no e un portiere, Careri, che al debutto dopo mesi da disoccupato ha bloccato l’impossibile, hanno negato la gioia del gol ai tifosi biancocelesti. Ecco, l’unica nota positiva della giornata è stato vedere il settore ospiti stracolmo, seppure per una trasferta…«casalinga». Ma invece della gioia del gol è arrivata una doccia gelata, la terza dopo i gol subiti nel finale a Oderzo e Chioggia. Questa volta però non è arrivato un pari, ma la prima sconfitta in trasferta, la terza stagionale e la seconda in campionato dopo quella con il San Paolo. A rendere più triste la giornata, il contemporaneo successo dell’Unione Venezia, ora nuovamente vicino in classifica. Inutile dire che dopo la sconfitta del San Vigilio diventa ancora più obbligatorio battere il Rovigo, che al di là delle assenze pesanti rimane una squadra ben organizzata, come ha dimostrato nell’anticipo col Tamai. Nei prossimi turni, viste anche le difficoltà che continua a incontrare in trasferta, il Treviso deve cercare di capitalizzare al massimo le partite casalinghe, a cominciare da domani, evitando di farsi bloccare dal Rovigo.
Di certo i tifosi non si faranno bloccare dal blocco del traffico che dalle ore 10 alle 17 paralizzerà la città. Anche perchè la giornata comincia ben prima delle 14.30 con la scopertura della targa ricordo per Fabio di Maio (ritrovo ore 10.30 circa presso la curva sud), a quasi tredici anni dalla sua scomparsa. Una giornata speciale per tutti e uno stimolo in più per chi scenderà in campo, nella speranza di dedicare l’eventuale vittoria a quei tifosi che Treviso-Rovigo la guarderanno dal cielo. Un cielo biancoceleste.

I precedenti a Treviso:

Treviso-Rovigo 2-1 Ia Divisione, Girone C 1929/1930
Treviso-Rovigo 1-0 Ia Divisione, girone A 1930/1931
Treviso-Rovigo 2-1 Ia Divisione, girone A 1931/1932
Treviso-Rovigo 1-0 Ia Divisione, girone C 1932/1933

Treviso-Rovigo 2-0 Ia Divisione, girone A 1933/1934

Treviso-Rovigo 0-1 Ia Divisione, girone A 1934/1935
Treviso-Rovigo 2-1 Serie C, girone A 1935/1936

Treviso-Rovigo 2-1 Serie C, girone A 1936/1937
Treviso-Rovigo 3-0 Serie C, girone A 1937/1938

Treviso-Rovigo 7-2 Serie C, girone A 1938/1939

Treviso-Rovigo 1-2 Serie C, girone A 1940/1941
Treviso-Rovigo 7-0 Serie C, girone C 1941/1942

Treviso-Rovigo 7-0 Campionato Regionale Alta Italia, Terza Zona Veneto, girone A 1943/1944
Treviso-Rovigo 3-1 Serie C, girone B 1948/1949

Treviso-Rovigo 0-1 Serie C, girone C 1949/1950

Treviso-Rovigo 2-0 Serie D, girone C 1972/1973
Treviso-Rovigo 2-0 Serie D, girone C 1974/1975

In totale 37 incontri: 20 vittorie per il Treviso, 8 vittorie per il Rovigo e 9 pareggi.

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