Non c'è pace per l'Omobono TenniNon c’è proprio niente da salvare di questo disastroso inizio di stagione. Ma se per i risultati sportivi la disfatta, almeno nella sostanza, era abbastanza prevedibile, mai ci saremmo aspettati che dal punto di vista organizzativo “la società” “F.C. Treviso” riuscisse ripetere i disastri della scorsa stagione. E siamo appena a settembre….

STADIO TENNI: RISCHIO PORTE CHIUSE
Tutto ruota attorno a Treviso-Lecce. La settimana scorsa La Tribuna di Treviso rivelava che la partita di domenica aveva rischiato di giocarsi a porte chiuse. Assist, la società che gestisce il lavoro degli steward al Tenni, aveva minacciato di non fornire i propri servizi a cuasa del mancato pagamento dei compensi della scorsa stagione. Una “rappresaglia” scongiurata in extremis dall’F.C. Treviso, non si sa bene se fornendo garanzie di pagamento o saldando tutti gli arretrati.

Oggi un nuovo scandalo mette ulteriormente in ridicolo i vertici di via Ugo Foscolo. Stando Radio Veneto Uno il rischio porte chiuse non è ancora scongiurato a causa di gravi irregolarità riscontrante presso lo stadio Tenni nelle due partite giocate (e perse) in casa con Cuneo e Lecce. In particolare: cancelli tra i vari settori colpevolmente lasciati aperti con il rischio di contatto tra le tifoserie; barriere della zona di prefiltraggio sistemate in ritardo contro il Lecce, assenti contro il Cuneo; carenze nella sala operativa in cui sono installati i monitor di videosorveglianza dell’impianto. In serata anche un servizio del tg di Antenna 3 ha lanciato l’allarme: il Treviso rischia di dover giocare a porte chiuse. “Abbiamo notato un disinteresse della società sportiva Treviso calcio nei confronti delle tematiche della sicurezza”, queste le sconsolanti dichiarazioni del portavoce della Polizia Alessandro Tolloso.

A questo punto si rendono necessarie alcune precisazioni: per arrivare al contatto tra le due tifoserie non servivano cancelli lasciati aperti. Grazie a regolamenti insensati e una società incapace di gestire la sicurezza dello stadio il giorno della partita il 90% dei tifosi leccesi riusciti ad entrare (sì, come vedremo tra poco alcune decine sono rimaste fuori) si sono sistemati in tribuna centrale e laterale, liberi di spadroneggiare per tutto il settore. Numerose le lamentele dei supportere biancocelesti presenti in trbuna centrale, irritati dal comportamento tenuto da alcuni ospiti; per esempio qualche tifoso ha lamentato comportamenti minacciosi nei propri confronti, per non parlare degli insulti rivolti alla panchina biancoceleste situata poco al di là delle rete di separazione del campo. Obiettivamente, niente di nuovo: comportamenti comuni in tutti gli stadi italiani, con ogni tifoseria. Il problema è che, almeno fino a un paio d’anni fa, queste situazioni non si verificavano. Salvo qualche infiltrato la maggiorparte dei tifosi ospiti, specialmente le frange più accese del tifo, venivano collocati tutti in unico settore, liberi di tifare e sfogarsi senza rischiare il contatto con i locali. La tessera del tifoso e il corrolario di nuovo (assurdi) regolamenti invece che ordine e sicurezza hanno comportato anarchia e ulteriore disordine. Gli stadi sono stati ulteriormente svuotati e, allo stesso tempo, resi più pericolosi. Dentro e fuori. E’ assurdo, per esempio, che il giorno della partita un tifoso ospite in possesso di tessera/fidelty card possa prendere il biglietto in ogni settore (compresa la curva di casa!), ma non per il settore ospiti. E se ai regolamenti insensati si aggiunge la discrezionalità, il dilettantismo e l’impreparazione di una società, la frittata è completa.

TIFOSI LECCESI CONTRO IL TREVISO
Ci riferiamo alla denuncia dei tifosi leccesi rimasti fuori dal Tenni a causa dei soliti intoppi dovuti al sistema di emissione dei biglietti. Lo scandalo è scoppiato dopo la segnalazione da parte del sito Leccegiallorossa.net, che già in settimana aveva denunciato il comportamento ambiguo della società biancoceleste nel comunicare i prezzi dei biglietti. Un centinaio di tifosi giallorossi è rimasta fuori dal Tenni senza possibilità di vedere un solo minuto del match vinto dagli uomini di Lerda (le accuse dei leccesi in questo articolo). La vicenda ha avuto un risalto nazionale, tant’è che il portale tuttolegapro.com ha ripreso la denuncia di Leccegiallorossa mettendosi  “a disposizione della società Treviso Calcio, nell’eventualità che volesse chiarire la situazione venutasi a creare, così da riappacificare anche i rapporti coi tifosi leccesi”. Per ora, tanto per cambiare, silenzio assoluto da via Ugo Foscolo, mentre il Lecce non è rimasto a guardare e già ieri pomeriggio ha espresso il proprio disappunto, confermando il proprio sostegno ai tifosi attraverso un comunicato sul sito ufficiale.

I tifosi leccesi hanno potuto vivere sulla propria pelle ciò che i trevigiani devono patire prima di ogni partita casalinga. Un portatile in fin di vita, una connessione wi-fi in panne, un server bloccato, una stampante fuori uso. Senza contare che il Treviso non è stata chiaro anche nei confronti dei propri tifosi. Attraverso una nota sul sito ufficiale la società aveva aperto in anticipo di quasi due settimane la prevendita di Treviso-Lecce, precisando che “per la sola prevendita fatta in segreteria” non sarebbero stati applicati i diritti di prevendita (dunque, un prezzo più alto per il biglietto di ogni settore). Ma chi si è recato sabato al Tenni sabato mattina (la maggioranza dei tifosi, soprattutto lavoratori) è stato reindirizzato al botteghino dell’ex Foro Boario, pagando un costo maggiorato dai famigerati diritti di prevendita. Nei giorni precedenti, nessun comunicato, nessuna precisazione da parte della società. E ad altri è andata peggio. C’è chi si è recato a farsi il bilglietto prima di domenica ma, a causa di una stampante rotta, è dovuto tornare la domenica mattina per farselo stampare…

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