I tifosi leccesi in attesa (foto PianetaLecce.it)Non bastassero le polemiche tra le due società (oggi, come vedremo, è arrivata la dura replica del club di via Ugo Foscolo), ora Treviso-Lecce diventa anche un affare politico. Stando a Il Tacco d’Italia, quotidiano online del salentino, la partita è stata segnalata all’Osservatorio Nazionale per le Manifestazione Sportive dal consigliere regionale del PDL pugliese Saverio Congedo. In una lettera indirizzata a Pasquale Ciullo, presidente dell’Osservatorio, Congedo ha affermato che i tifosi leccesi “non hanno visto la partita e si sono visti addebitare interamente, così, il disservizio della società di casa, che ha rinunciato a venire incontro in qualche modo a questi tifosi (che si sono sobbarcati centinaia di chilometri per seguire il Lecce) ed a prevenire situazioni anche potenzialmente pericolose sotto il profilo dell’ordine pubblico”. Secondo Congedo, si tratta di “un episodio increscioso che merita di finire sotto la massima attenzione dell’Osservatorio, che oltre allo studio dei fenomeni di violenza, ha compiti di analisi e monitoraggio delle carenze strutturali degli impianti sportivi”, e ritiene sorprendente che “società attrezzate e abituate a palcoscenici più importanti come il Treviso, si facciano trovare impreparate davanti a imprevisti di questo tipo, comunque superabili dal buon senso e dalla praticità che il momento avrebbe dovuto suggerire. I tifosi del Lecce meritano il trattamento che l’Us Lecce riserva alle tifoserie ospiti del Via del Mare”. Insomma, la polemica sale di tono, coinvolge la politica e rischia di avere altri strascichi dopo il contrattacco della società di via Ugo Foscolo.

MINACCE DAI LECCESI?
Nessuna nota sul sito ufficiale da parte della società biancoceleste (che rimane consigliabile se si vuol far conoscere a tutta Italia la propria versione dei fatti), ma alcune dichiarazioni rilasciate ai quotidiani locali. Le rivelazioni più scottanti le troviamo sull’edizione odierna de La Tribuna di Treviso, dove Claudio Pilon, responsabile dell’agenzia Assist (che gestisce gli steward del Tenni), ha sostanzialmente smentito la versione fornita dai tifosi leccesi: “Abbiamo impedito di entrare ad un centinaio di tifosi leccesi privi di biglietto e di tessera del tifoso. La loro tattica è sempre la stessa e, come ci ha spiegato la polizia, l’avevano attuata anche a Cuneo: arrivare in extremis e cercare di varcare lo stesso gli ingressi. Qualcuno aveva anche offerto dei  soldi agli steward per farli passare. Io poi, quando sono intervenuto personalmente, sono stato minacciato: “Te la faremo pagare”, mi hanno detto”. Lapidario il commento del dg biancoceleste Mario Santoro: “Le direttive dell’Osservatorio parlano chiaro. Ma se quei tifosi avessero avuto davvero la tessera, saremmo stati così stupidi a rinunciare a parte dell’incasso lasciandoli fuori? Faremo ulteriori verifiche, ma al momento non posso che attenermi alla versione di Pilon”.
Dunque, dove sta la verità? I tifosi leccesi nei giorni scorsi avevano sostenuto di essersi visti negare il biglietto a prescindere dal possesso o meno della tessera del tifoso, mettendo in evidenza il black out del terminale (una situazione che i tifosi biancocelesti vivono ogni maledetta domenica). Ma la società trevigiana smentisce, e contrattacca parlando di minacce subite dal personale del Treviso calcio.
Nel frattempo la polemica dei tifosi giallorossi era stata rinfocolata dal giornale online Treviso Today, che in questo articolo parlava addirittura di “disordini” provocati dal “blitz” di un centinaio di ultras del Lecce sprovvisti di tessera e bloccati da polizia e carabinieri. Nell’articolo si precisa che “le immagini riprese dalla questura di Treviso sono al vaglio degli investigatori per valutare se ci siano responsabilità dei tifosi”, onde procedere a “eventuali sanzioni”. L’articolo ha fatto infuriare i leccesi, e successivamente Treviso Today attraverso questo articolo ha pubblicato la loro versione dei fatti: “Nessun assalto”, si difendono.

E allora, dove sta la verità? Se fosse vera (il condizionale è d’obbligo) la versione fornita dal Treviso calcio (i tifosi erano tutti sprovvisti di tessera), i tifosi leccesi avrebbero poco da protestare. Le regole ci sono. Sono liberticide, insensante, il colpo di grazia a una calcio italiano sempre in crisi, svuotano gli stadi, li rendono più pericolsi dentro e fuori. Ma queste regole ci sono, e in Lega Pro vengono applicate forse con maggior severità che nelle due serie maggiori. In Serie C non ci sono voucher elettronici (CLICCA QUI), non ci sono settori ospiti riservati ai tifosi ospiti non “fidelizzati”. I vertici dell’ex Serie C hanno diligentemente applicato i dettami del Viminale: o tessera/fidelity card, o biglietto ogni domenica, senza vie di mezzo. Da questo punto di vista, forse i tifosi leccesi devono anncora comprendere di trovarsi in una realtà completamente differente dalla Serie A e B, le due categorie in cui la li pugliesi hanno militato nell’ulltimo ventennio.

Ovviamente nel pomeriggio è arrivata la “controreplica” dei tifosi leccesi con questo articolo di LecceGiallorossa, che per prima aveva denunciato i fatti del Tenni. “Il 90% dei tifosi rimasti fuori – si legge nel pezzo – sono residenti fuori dalla Puglia e pertanto non avevano alcun bisogno della tessera del tifoso. E d’altronde se così non fosse stato, per quale motivo al 20mo del secondo tempo ci è stato offerto di acqusitare quei tagliandi ma a prezzo pieno (20 euro)?

Passare per bugiardi non ci stiamo proprio e pertanto invitiamo i tifosi presenti al Tenni a cui è stato impedito l’accesso allo stadio di inserire il nome, iniziale del cognome e luogo di residenza. L’elenco sarà poi inviato al Treviso Calcio insieme ad un esposto ufficiale con cui chiederemo un rimborso delle spese di viaggio”.

Corvezzo
CAOS BIGLIETTI: LA SOLITA DISORGANIZZAZIONE A prescindere dal comportamento (corretto o meno) dei tifosi giallorossi rimasti fuori, non viene ridimensionata la figuraccia della società biancoceleste. La conferma viene dalle testimonianze di alcuni tifosi leccesi (si vedano alcuni commenti al già citato articolo di Treviso Today). Per esempio, la rabbia dei giallorossi per i biglietti aumentati da 12 a 21 euro è più che giustificata. In realtà non si è trattato di un incremento ah hoc per spennarli (da inizio campionato la tribuna intera costa 20, la curva Di Maio 10 e la curva ospiti 12), ma dell’ennesima “falla” nella comunicazione della società, visto che nel sito ufficiale sono ancora presenti i prezzi relativi alla stagione 2011/2012
L’F.C. Treviso dovrebbe pensare a come evitare i soliti disagi anche e soprattutto ai propri tifosi…Le code ai botteghini ci sono ovunque, i server di bloccano anche a Venezia o Cremona, ma in qualche modo i problemi vengono risolti, magari grazie a un numero maggiore di terminali e addetti alla biglietteria. A Treviso gni domenica è la stessa storia, anche arrivando abbondantemente in anticipo, e da questa stagione il “salasso” della prevendita ha irritato ulteriormente i tifosi. Che sbuffano, si arrabbiano, imprecano (“sono a Treviso succedono queste cose”, anche se non è proprio così). Questi problemi vengono segnalati regolarmente da un anno, da quando siamo in Lega Pro, ma non ci sembra che dalla parte società ci siano stati miglioramenti sotto l’aspetto organizzativo. Qualche tifoso, chiedendosi perchè non venissero aumentati i terminali si è sentito rispondere che“questo abbiamo”.
Dunque, il problema è sempre il solito: mancano i soldi, “il bilancio prima di tutto”?  Beh, allora non scandalizzatevi se i tifosi si arrabbiano e il Tenni continua a svuotarsi (al di là dell’inguaribile menefreghismo della piazza). A qualche tifoso risulta difficle accettare il “dogma” del bilancio quando vede che in rosa ci sono 30 giocatori, compresi  alcuni miracolati che nella loro breve carriera non hanno trovato spazio neanche in Serie D. Vorremmo capire con quali criteri sono state fatte certe scelte, per non parlare di alcuni dirigenti entrati a far parte del nuovo organigramma societario, a cominciare da un “responsabile dell’area tecnica” condannato nel primo scandalo calcioscommesse non più tardi di un anno fa. Un innesto di cui non si sentiva assolutamente il bisogno, a maggior raggione di fronte ai “problemi di bilancio” che in questi giorni sono resi palesi anche dal disastrato manto erboso del Tenni…
Vorremo capire tante altre cose, anche se ormai tutto è sempre più chiaro semplicemente perchè, non più tardi di 4-5 anni fa, certe situazioni le abbiamo già vissute. Pian piano anche i tifosi meno accorti stanno capendo la natura della silenziosa “svolta societaria” avvenuta in estate, ma di fatto iniziata già lo scorso febbraio con l’arrivo di Mauro Traini, al quale Corvezzo ha dato carta bianca. A cominciare dall’allenatore. Nelle ultime settimane Corvezzo aveva sollevato qualche perplessità sulle scelte di Agenore Maurizi, salvo confermarlo perchè ha firmato un biennale e fa parte di un progetto (???). Lo stesso “progetto” che Corvezzo mette in dubbio in questa surreale intervista pubblicata ieri da La Tribuna di Treviso, dove pur confermando la fiducia a Maurizi paventa una mini-rivoluzione della rosa attuale. “Il progetto era formare un gruppo di giovani per le prossime due stagioni” – sbotta il patron biancoceleste – “è evidente che, se continueranno ad esserci problemi, correremo ai ripari ingaggiando gente d’esperienza. Se ci sarà qualche svincolato importante lo prenderemo: faremo di tutto per mantenere il Treviso in questa categoria, dopo due anni fantastici perderla sarebbe un vero peccato”. Uno di questi svincolati dovrebbe essere il centrale difensivo classe ’89 Francesco Bini, che nelle ultime due stagioni ha collezionato 21 presenze tra Cremonese, Reggina e Piacenza.
Per quanto riguarda i dubbi di Corvezzo su mister e giocatori, che dire? Caro presidente, chi è causa del suo mal pianga se stesso…Da parte nostra, non possiamo che sostenere il mister, che si è preso troppe responsablità per i risultati fin qui deludenti, e i giocatori, che in queste settimane hanno dimostrando grande impegno e sacrificio nonostante i risultati negativi.

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