Mancava solo il crisma dell’ufficialità, ma ora è certo e definitivo: il F.c. Treviso è stato escluso dalla Seconda divisione e dal calcio professionistico, con buona pace di Zé Maria e del suo vice, che a questo punto possono smettere di chiedersi dove sarà il ritiro del Treviso fantasma di Corvezzo…che mercoledì è stato scaricato anche dai suoi (indignati) ex collaboratori.
– mancato deposito della fideiussione bancaria a prima richiesta dell’importo di € 400.000,00;
– mancato ripianamento della carenza patrimoniale di € 553.131,00;
-mancato superamento della situazione prevista dall’art. 2482 ter del codice civile risultante dalla relazione semestrale al 31 dicembre 2012;
– mancato deposito del budget finanziario, su base trimestrale, per il periodo di dodici mesi compreso tra il 1° luglio 2013 ed il 30 giugno 2014, approvato dall’organo amministrativo e sottoscritto dal legale ra ppresentante della società e dal revisore unico.
Un’inezia, un cavillo. Così Corvezzo aveva risposto a chi, martedì, gli faceva notare che non avendo presentato ricorso la sua avventura alla guida del Treviso calcio era davvero giunta al termine. In realtà, come evidenzia il comunicato emesso dalla F.i.g.c. oggi pomeriggio, mancava tutto. Adesso sì che è (finalmente) finita. Certo, conoscendo il personaggio non ci sorprenderebbe leggere qualche altre dichiarazione fuori da ogni logica, anche se tutti si augurano che la presentazione di Zé maria rimanga l’ultimo atto di quel grottesco teatrino a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni.
Nel frattempo, mercoledì si era svolta allo stadio Tenni la conferenza stampa con cui Casagrande e Seno hanno voluto presentare la propria versione dei fatti, prendendo le distanze dal loro ex presidente.
Seno: «Uno dei soci lunedì 15 ci aveva fatto sapere che era tutto pronto per l’iscrizione. Noi però volevamo almeno vedere il numero di pratica del fido, niente. La storia poi la sapete: Palmas a Roma aveva appuntamento con due funzionari della Cariparma per la fidejussione, un’altra banca invece doveva ricevere i 36 mila euro in assegni. Alle 12.20 i due dicono a Palmas: guardate che il fido lo deve mandare il vostro socio. Cosicchè Casagrande è andato alla Covisoc senza nulla in mano: il F.C. Treviso non ha presentato alcun ricorso, ma anche presentandolo non è che la vittoria fosse assicurata, per cui domani il Consiglio Federale sancirà la fine della società e la liquidazione riprenderà. A me brucia soprattutto il modo con cui hanno illuso non tanto me quanto due persone che erano partite pur sapendo che di concreto non c’era nulla. Una doppia presa in giro. Voi pensate che l’altro giorno è stato fatto venire allo stadio Ze’ Maria spacciandolo come futuro allenatore del Treviso: siamo all‘assurdo».
Casagrande: «Certo, sono andato a Roma, non ho visto… il Papa ma l’animo era comunque fiducioso; alle 11 però mi mancavano ancora dei documenti e allora sono iniziate le fibrillazioni, poi è finita come sapete. Tuttavia a me preme dire una cosa: il calcio a Treviso deve assolutamente continuare, questa è una piazza importante, che non va abbandonata: d’ora in poi la palla passa al sindaco Manildo, che presenterà la nuova società, di cui sarà il garante, al presidente Abete. Di conseguenza è a lui che le nuove cordate dovranno rivolgersi per giocare al Tenni. E non scordiamoci che c’è anche un settore giovanile da rifondare: i ragazzi stanno aspettando solo che ci sia una società iscritta per venire a giocare in uno stadio che, tutto sommato, conserva sempre un suo fascino. Personalmente mi rendo disponibile, e lo stesso vale per Seno, per collaborare con chi subentrerà: se hanno bisogno siamo qua. Tra poco comincerà una nuova avventura: è bello talvolta partire da zero, si creano aspettative ed entusiasmo. Ecco, l’importante ora sarà ricreare proprio quell’entusiasmo che adesso abbiamo perso. Oggi siamo demoralizzati per ciò che è successo, ma da domani tutti al lavoro per avere un club che faccia calcio a Treviso, anche con i ragazzi più giovani».
Palmas: «Cos’ho dentro? Delusione, rabbia. Io alle 8.30 ero già alla Cariparma di Roma; ho aspettato 4 ore, Corvezzo l’ho sentito solo verso le 11, mi ha detto di aspettare che la fidejussione sarebbe arrivata, invece siamo tornati con la coda in mezzo alle gambe. Insomma, ci eravamo illusi fino all’ultimo di fare il miracolo, niente, abbiamo bruciato l‘ultima possibilità. Il rammarico è aver visto due mesi di contrattazioni per poi arrivare a questi risultati. A Treviso il calcio lo si può fare, e molto bene: ve lo dico uno che in 15 anni ha frequentato posti neanche da mettere con il vostro. Si lavora bene perché c’è tranquillità, lo stadio, il centro di Lancenigo che costa pochissimo. Ma bisogna farlo in un certo modo».