Gianfranco FontiPiovanelli esonerato, ma a quanto pare senza senza aver individuato il successore. A 24 ore dal comunicato firmato dal presidente Sartori il Treviso non ha ancora un allenatore, e questa situazione di incertezza non favorisce di certo il ritorno alla serenità. Senza dimenticare che domani arriverà pure una prevedibile stangata del giudice sportivo per Cornedo-Treviso, con la sicura squalifica di Ton che inguaierà non poco il reparto difensivo.
Per il post Piovanelli più di qualche media locale suggerisce il nome di Gianfranco Fonti, papà di Antonio, terzino/esterno destro già in forza al Treviso. Fonti ce lo ricordiamo sulla panchina della “bestia nera” San Paolo Padova, capace di battere due volte il mitico Treviso di Zanin in Serie D (prima in Coppa Italia a Rovigo, poi al Tenni, sempre per 2-0, nell’unica sconfitta interna di tutto il campionato), fermandolo sull’1-1 nella contestata gara del Plebiscito di Padova. Nella stessa categoria il tecnico veneziano vanta una lunga esperienza da mister sulle panchine di Martellago, Santa Lucia, Montebelluna, Sanvitese e Albignasego, diventato successivamente il nuovo San Paolo Padova, dove Fonti ha allenato per tre campionati. La scorsa l’estate l’addio e un periodo di inattività, durante il quale è stato visto spesso a Treviso per seguire il figlio Antonio.

In attesa che sia reso noto il nome del nuovo mister, ecco la prima risposta della società, ancora una volta affidata al (co)vicepresidente Walter Frandoli, intervistato da radio Veneto Uno: «È vero che prima di Cornedo c’era una serie positiva – ha precisato l’ex centrocampista biancoceleste – ma alla luce delle prestazioni, l’ultima delle quali davvero deludente, la società ha valutato la situazione di classifica: lo svantaggio dalla prima aumenta e le gare diminuiscono, per cui era necessario prendere provvedimenti, cioè creare stimoli e motivazioni diversi, quelle che nelle ultime due partite non si sono viste. Da qui è nata la decisione». Secondo la “voce” della società, decisive sarebbero state le due opache prestazioni con Loreggia e Cornedo, due formazioni da tempo ferme in zona play-out. Frandoli non ammette che decisivi siano stati gli screzi tra Sartori e Piovanelli, ma indirettamente conferma di non aver mai gradito lo sfogo dello scorso novembre (dopo la sconfitta interna con l’Eurocalcio Cassola) dell’allenatore toscano: «Personalmente con il mister i miei rapporti erano buoni, anzi mi è dispiaciuto dargli io la notizia. Ci sarà stato forse qualche screzio con altri dirigenti, ma nel calcio ci sta. Diciamo anche che Piovanelli in certe occasioni non si era comportato molto correttamente, quando coinvolgeva la dirigenza in certe situazioni, però ho sempre sorvolato».

Sarà, ma a noi questa versione non sembra proprio molto convincente. Nelle settimane successive al suo sfogo post ko interno con l’Eurocalcio Cassola, Piovanelli è rimasto anche dopo la trasferta di Sandrigo, con il Treviso a -9 dalla vetta, a centro classifica e più vicino ai play-out che ai play-off. Dopo la rimonta di dicembre e le buone prestazioni in amichevole (su tutte lo 0-4 in casa dell’Union Pro Mogliano Preganziol, capolista nell’Eccellenza girone B), il ritorno in campionato è stato stentato soprattutto a causa dei carichi a cui Piovanelli ha sottoposto la squadra per recuperare la mancata preparazione estiva e arrivare allo sprint finale con una condizione fisica ottimale. Con il Loreggia era arrivato il successo in mezzo al nebbione, a Cornedo una sconfitta propiziata da due clamorosi buchi difensivi (praticamente nei due unici tiri in porta degli avversari). La squadra è così scivolata a -5 dalla Godigese, che in una settimana ha strappato due sofferti successi in trasferta con il fanalino di coda Rossano e il Summania (privo del bomber Calgaro, capocannoniere del girone B con ampio margine) con un gol in extremis a pochi minuti dal recupero. Insomma, il ritorno dalle vacanze non è stato una passeggiata anche per le altre squadre. Ma a Treviso, evidentemente, c’erano alcuni conti da regolare con l’allenatore, e la sconfitta di Cornedo ha offerto il pretesto per una “notte dei lunghi coltelli” che ieri mattina è sfociata nell’esonero di mister “Kojak”. Non entriamo nel merito di chi avesse ragione tra Sartori a Piovanelli nella diatriba di mercato di novembre, ma per quanto riguarda l’esonero è piuttosto palese che si tratti di un regolamento di conti più che una scelta tecnica dettata da una mini-crisi della squadra.
Dal canto suo la tifoseria non sembra averla presa molto bene: sul forum di forzatreviso e sui social network, facebook in primis, la cacciata del “Piova” è stata accolta con stupore e scetticismo. Anche perché sembra proprio che l’esonero di Piovanelli sia stato seguito dall’addio di Andrea Zamprogno, l’agente Fifa trevigiano che avrebbe dovuto operare in sinergia con Sartori per la costruzione della squadra. Ora, non ci è dato sapere se sinergia c’è stata, ma è certo che molti big e titolari inamovibili (non tutti, chiaro) siano stati portati da Zamprogno, che a quanto pare ha avuto un ruolo importante nella costruzione della squadra e la stessa sopravvivenza della società.
Adesso, come ricordato in apertura, ci aspetta una settimana carica di tensioni. Se proprio si nutrivano dubbi sulla “mancanza di stimoli e risultati”, per dirla alla Frandoli, non era forse meglio aspettare di vedere la possibile reazione contro il Cartigliano e rimandare il siluramento alla settimana che dovrebbe precedere la trasferta in casa del fanalino di coda Rossano? Sconfitta beffarda a Cornedo condita da rissa finale ed espulsione di Ton, esonero di Piovanelli, addio di Andrea Zamprogno e incertezza sul nuovo allenatore rischiano di formare un mix destabilizzante. Agli elementi più esperti dello spogliatoio come La Cagnina spetterà il compito di mantenere in carreggiata una squadra tanto talentuosa quanto giovane e inesperta, in attesa che qualcun’altro, fuori dal campo, si dimostri altrettanto maturo e disposto a mettere il bene del Treviso calcio al primo posto…

E così, ancora una volta, l’unica certezza nella disastrata piazza trevigiana rimangono i (pochi) tifosi, che anche nei momenti più bui hanno dimostrato di sostenere una squadra che può ancora dire la sua in chiave promozione.

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