TREVISO-MESTRE, LA STORIA Il 9 novembre 1986 si giocò l’ultimo derby tra Treviso e Mestre, concluso sull’1-1 con reti di Cardillo per i padroni di casa e Folli per gli ospiti. Il ritorno, invece, vide il successo dei mestrini al Baracca per 2-1 (Intropido e Guiotto per gli arancioneri, De Pieri per i biancocelesti). Era il 15 marzo del fatidico 1987, e andava in scena l’ultimo di 56 derby in campionato (alle quali vanno aggiunti gli 11 in Coppa Italia). 20 vittorie del Treviso, 16 del Mestre/Mestrina (nel corso della sua storia la società ha cambiato più volte denominazione) e 20 pareggi (al Tenni 28 precedenti, con 12 vinte, altrettanti pareggi e 4 sconfitte). 81 gol biancocelesti, 67 arancioneri (nella Marca 48 gol a 26 per i padroni di casa). Fredde statistiche che in realtà la dicono lunga su quello che, per quasi mezzo secolo, è stato il vero Derby. Per quanto riguarda il Treviso solo con Udinese (60) ha giocato più incontri. In mezzo ci sono quasi tre decenni di oblio, seguiti a quella fusione (anche se tecnicamente non si può neanche parlare di “fusione”) che ha cancellato uno dei grandi derby d’Italia, quello tra Venezia e Mestre.
Se in laguna le ripartenze in linea con la tradizione nerovedere hanno sempre stentato trovando ostacoli di ogni tipo, in terraferma, per gli arancioneri, le cose sono andate un po’ meglio (ma non troppo). Ripartito nel 1991 con il titolo del Malcontenta, il Mestre nel biennio 1994-1996 ha compiuto un doppio salto dall’Eccellenza alla Serie C2. Ma l’incrocio con il Treviso è sempre saltato, perché negli stessi anni i biancocelesti collezionavano a loro volta una promozione dopo l’altra passando dall’Interregionale alla Serie B. Il Mestre invece si stabilizzava in C2, toccando l’apice nel 2001, con la finale play-off persa con la Triestina. Un sorta di canto del cigno, perché due anni dopo i play-out persi con la Pro Vercelli sancivano la retrocessione e fallimento. Un colpo di grazia per la tifoseria. Immediata la ripartenza, anche se dalla Terza categoria: subito due promozioni di fila nel biennio 2003-2005, che diventano tre in seguito alla fusione con il Martellago. Ma è un fuoco di paglia, perché negli anni successivi la prima realtà cittadina resta l’Edo Mestre gialloblu (che per breve tempo aggiunge ai proprio colori sociali l’arancionero, senza ottenere grossi successi), mentre il Mestre fa la spola tra Promozione e Prima categoria, dove si è mestamente stabilizzato da cinque anni.
IL RILANCIO Ma se il Mestre è in Prima categoria, ora che ci fa in Eccellenza? In realtà la Mestrina attualmente iscritta in Eccellenza non ha (per ora) nulla a che fare con il Mestre che nel 2003 ha ereditato la tradizione arancionera. La prossima avversaria del Treviso, tecnicamente, è l’ex Edo Mestre. In realtà della vecchia società, a parte il settore giovanile e qualche giocatore della prima squadra, è rimasto ben poco. Questa estate l’Edo, dopo mezzo secolo di vita e l’ottima gestione della famiglia Luppari, è stato prelevato da una cordata rappresentata dal presidente Ignazio Guerra e il direttore generale Giorgio Betrò, che hanno rifondato la Mestrina Fc 1929. Un progetto ambizioso, se si pensa che fin dalle prime dichiarazioni i diretti interessati, pur non rivelando il nome dell’occulto finanziatore, hanno espresso la volontà di riportare nel calcio professionistico la realtà mestrina. Un progetto che, un po’ come quello partito in estate a Treviso, vede la presenza in società di veri cuore arancioneri. Il responsabile della comunicazione è Andrea Checconi Sbaraglini, rappresentante di una tifoseria che, dopo anni si sofferenza, ha ritrovato l’entusiasmo, sostenendo la nuova società. E il Mestre? Con la società di Prima categoria è già stato intavolato un progetto per creare un’unica realtà, eliminare ogni ambiguità e favorire il decollo verso il professionismo. Per ironia della sorte, insomma, il rilancio in grande del calcio mestrino potrebbe passare per un’altra… fusione.
In realtà la Mestrina può farcela da sola, viste le forze imprenditoriali che è riuscita a coinvolgere in pochi mesi. Tutto questo grazie anche all’iniziativa della dirigenza, che con il dg Betrò ha attuato una campagna marketing volta a coinvolgere imprenditori e commercianti locali. Sono così partite iniziative interessanti, anche in sinergia con altre realtà sportive cittadine come il basket. Tutto ciò ha richiamato l’interesse di una città che, per tradizione e considerevole numero di abitati, mantiene un grande potenziale; senza dimenticare le mai sopite rivendicazioni autonomiste nei confronti di Venezia. Lodevoli, al di là della rivalità che si può provare, le iniziative volte a coinvolgere la tifoseria. Nel mese di agosto un gruppo di supporters si è ritrovato per ripulire il Baracca, mentre sul muro all’entrato è stato dipinto lo stemma societario, simbolo materiale della rinascita arancionera. La campagna abbonamenti ha confermato che i tifosi sono tornati: 50 abbonamenti solo nei primi due giorni (ai primi 150 una bandiera con lo stemma societario in omaggio), circa 250 in totale. Numerose le presenze al Baracca, con quota 1000 toccata alla prima in casa con l’Union QDP. La ciliegina sulla torta è arrivata due settimane fa con l’annuncio del main sponsor: il marchio Oplà che Bontà fa infatti parte del gruppo Malgara, colosso dell’alimentazione italiana che negli anni ’80 aveva sponsorizzato il Milan. La presentazione è avvenuta con un incontro pubblico tra dirigenza e Mattia Malagara, imprenditore e candidato sindaco alle prossime elezioni per il comune di Venezia.
UNA ROSA RIVOLUZIONATA Se la dirigenza è cambiata, la prima squadra ex Edo Mestre è stata sostanzialmente rivoluzionata. Tra i pochi confermati l’esterno Mattia Zanon (’92) e il centrocampista Christian Minio (’85), il capitano. Tanti, invece, i volti nuovi. Dai rivali del Laguna Venezia (che come abbiamo visto rappresenta la risposta “tradizionalista” della storica Venezia neroverde all’Unione), insieme a mister Mauro Vecchiato (classe ’75, mestrino doc, ha giocato con il Treviso dei primi ’90 prima per poi essere ceduto all’Inter), sono arrivati i gemelli de gol Andrea Peron (’87) e Marco Scaramal (’93) e il difensore Giuliano Danieli (’90). In attacco, forse il vero fiore all’occhiello di una squadra competitiva in ogni reparto, sono stati prelevati dalla Liventina Gorghense il trequartista Andrea Biondo (’87) e Giacomo Cavalli (’90), al ritorno in campo dopo la discussa squalifica dello scorso campionato (otto mesi per aver colpito l’arbitro durante un torneo estivo). In porta una coppia di under classe ’94, il confermato Elia Ziliotto e Francesco Luciani, che nonostante la giovane età vanta esperienza in D e C2. A una squadra già competitiva, si sono successivamente aggiunti tre colpi nella fase finale del mercato, tutti ex biancocelesti. Il primo è stato il colosso ivoriano Yves Gnago (’92), visto all’opera nella seconda parte della scorsa stagione, nella quale – pur se in modo discontinuo – aveva fatto vedere grandi cose, segnando 4 gol e collezionando molti assist decisivi. Gli altri due innesti, entrambi difensori, sono ex meno recenti: Alessandro de Bortoli (81) e Federico Dal Compare (’94). Il primo è cresciuto nelle vecchia e gloriosa cantera del Treviso, tornando per sei mesi nel campionato di Serie D 2010/2011. Un acquisto di categoria superiore, come Dal Compare. Figlio di Massimiliano, protagonista in biancoceleste in due tempi (Interregionale 1992/1993, Serie C2 e C1 nel biennio 1995-1997), Federico è cugino del nostro Luca, ed era arrivato a Treviso dalla Primavera del Milan durante il mercato invernale 2013. In quel manicomio di squadra (oltre 40 “giocatori” in rosa) e società non aveva trovato spazio, e il successivo fallimento societario aveva impedito (solo per qualche mese) che la dinastia biancoceleste dei Dal Compare continuasse. Dopo una stagione in Seconda divisione con il Castiglione, Federico riparte dall’Eccellenza. Viste come sono andate le cose, sarebbe stato suggestiva – oltre che importante per la qualità della rosa – la ricomposizione dei cugini Dal Compare in via Ugo Foscolo…
CAMPIONATO E COPPA, UN INIZIO DA FAVOLA Il debutto di Dal Compare al Baracca, a pochi giorni dal tesseramento, è stato coronato dal gol del pari contro l’Istrana. Una partita strana, dominata per 90 minuti, ma proprio come il Treviso gli arancioneri hanno pagato i troppi errori in attacco. Una prima battuta d’arresto per la squadra di Vecchiato, fin qui protagonista di una partenza perfetta. Se il precampionato aveva fatto presagire buone cose, la Coppa Dilettanti ha confermato che la rosa è tra le più forti del girone B. Nei primi due turni successi a Murano e col Calvi Noale, entrambi per 1-0 e firmati proprio dagli ex Treviso (De Bortoli e Gnago). In campionato sfavillante avvio con l’Union Quartier del Piave (doppio Zanon e ancora Gnago), trasferta corsara a Vigonza con la pennellata di capitan Minio e il terzo gol consecutivo di Gnago. Nell’ultimo turno, come detto, primo pareggio, anche se la vera nota dolente è è stato il ko del difensore Bertocco (’86), out per almeno due mesi. Ma questa Mestrina ha dimostrato di avere valide alternative, e al Tenni ci arriva con propositi ambiziosi.
TREVISO IN RIPRESA Nell’analizzare brevemente il derby in casa biancoceleste partiamo dalla questione Gnago. Nella conferenza stampa di ieri il direttore sportivo Tonicello ha svelato il “mistero”. Queste le parole raccolte dal sito ufficiale: «Il ragazzo ci poteva far comodo ok, ma c’erano dei grossi problemi a livello burocratico e quindi non ci siamo presi questo rischio. Avendo un permesso di soggiorno per motivi di studio e non avendo sostenuto nessun esame, non era più possibile rinnovare il rapporto di collaborazione con l’atleta, anche per evitare dei ricorsi. Mi stupisco come la Mestrina sia riuscita a risolvere questa situazione in cosi’ breve tempo. Buon per loro». Nessun mistero insomma. Certo, il mancato chiarimento in estate ci aveva insospettiti, ma adesso Tonicello ci conferma che Gnago è stato lasciato andare per problemi burocratici.
Una perdita importante, un po’ come quella di Mensah (che però non ha giustificazioni, avendo richiesto un aumento a due giorni dal ritiro per poi accasarsi al Passarella), che come abbiamo più volte ripetuto è stata acuita dal mancato arrivo di una almeno una prima punta forte fisicamente, al momento assente in rosa. Questo, più che la mancata conferma di Gnago, è secondo noi il vero problema. Fermo restando che il mercato estivo resta ottimo, e ora come due mesi fa la nostra scelta tra la coppia Mason-Conte e Gnago-Mensah ricadrebbe sui primi due. Certo, con Gnago e Mensah il Treviso avrebbe avuto un attacco variegato e con ottime alternative (probabilmente il più forte di tutto il girone), ma c’è sempre il budget da rispettare.
Nella stessa conferenza stampa Tonicello ha chiesto alla tifoseria di sostenere la squadra il più possibile, ricordando l’età media relativamente bassa (inferiore ai 22 anni) della squadra; confermando in ogni caso che gli obiettivi rimangono ambiziosi, visto che si punta almeno a disputare i play-off. Da questo punto di vista bisognerà stare attenti, perché adesso i punti di distacco necessari per far saltare i play-off si sono ridotti da nove a sei. Il Treviso, salvo infortuni, ha la rosa per poter ambire a questo tipo di campionato, e se arriveranno buoni risultati l’età giovane da handicap si trasformerà in spinta propulsiva. Un’esperienza che i confermati hanno sperimentato quest’anno, dopo il difficile inizio seguito al cambio di allenatore.
Un cambio di mentalità di cui è stato artefice Tentoni, che domenica scorsa, forse anche grazie al ritorno del 4-4-2, ha ottenuto i primi risultati del nuovo corso. Alla vigilia della trasferta in laguna il mister aveva rivelato che la famosa molla era pronta a scattare; ci è voluto un tempo, ma il Treviso a Murano sembra aver trovato il bandolo della matassa.