Rosa Liventina Gorghense
Liventina Gorghense, corazzata con problemi di “rodaggio”?

Treviso di nuovo chiamato alla prova di maturità: dopo i successi con le ultime della classe e la bella prestazione di Campodarsego che ha confermato le qualità complessive della rosa, i biancocelesti devono dimostrare che anche questo non è stato un fuoco di paglia. Anche perché i jolly sono già stati giocati (Feltrese, Istrana e Passarella), e d’ora in poi non ci si possono più permettere certi passi falsi.
Tuttavia l’avversario è di quelli tosti, perché la Liventina Gorghense sulla carta ha un organico non di molto inferiore a Calvi Noale e Nervesa.
Ma prima di parlare della squadra, non si possono evitare alcune brevi accenni alla storia di un club giovane ma già “glorioso”. Nata nel 1996 dalla fusione tra le due squadre principali dei centri confinanti di Motta di Livenza e Gorgo al Monticano (la Liventina e la Gorghense, appunto), la società biancoverde ha fin da subito puntato allo sviluppo del settore giovanile, favorito dall’inglobamento di quello già florido della Gorghense. Una società successivamente rinata in modo autonoma per questioni di campanile, e attualmente militante con qualche difficoltà in Promozione. La Liventina Gorghense, partita dalla Prima categoria, nei 18 anni di vita ha preso spesso l’ascensore che collega l’Eccellenza alla Promozione; i veri successi sono arrivati nel settore giovanile, con il titolo nazionale per gli Allievi nella stagione 2007/2008, o i titoli di vicecampioni d’Italia di Juniores, Allievi e Giovanissimi tra il  2007 e il 2012. Tanti sono i giocatori professionisti passati per Motta e Gorgo. Se nella Liventina pre fusione era passato il nazionale ex Treviso Manuel Pasqual, nell’attuale società sono cresciuti alcuni talenti come il centrocampista classe ’95 Bryan Cristante, ora di proprietà del Milan ma in prestito al Benfica. Sempre ai rossoneri è stato ceduto l’attaccante ghanese classe ’94 Kingsley Boateng. Questi i più famosi, ma tanti altri giovani negli ultimi anni sono passati dalla cantera liventina a squadre professionistiche, come il difensore Marco Soprano (’96, Genoa) e l’esterno Davide Graneira (’98, Inter).
Quello che sembra mancare è il vero salto di qualità della prima squadra. Negli anni recenti, dopo il ritorno in Eccellenza, la società ha cominciato a mirare più in alto per portare la Liventina Gorghense in un campionato in linea con quello che ormai è, a tutti gli effetti, uno dei migliori settori giovanili d’Italia. Dopo l’eliminazione ai play-off immediata dell’anno scorso, la società ha deciso di rafforzare pesantemente la squadra per tentare l’assalto definitivo alla Serie D. In panchina è arrivato un big della categoria come Mauro Tossani, per tanti anni apprezzato allenatore-manager nella vicina Oderzo. Per quanto riguarda la rosa, in difesa sono arrivati Michael Cardin (’90, ex Montebelluna e Unione Venezia prelevato dalla Triestina), Massimo Gardin (’79, dal Nervesa) e Riccardo Perissinotto (’88, dal Tamai). Il fiore all’occhiello è il reparto avanzato. Confermati l’esperto Marco Vianello (’83) ed Enrico Grandin (’91), attuali capocannonieri della squadra con 8 e 7 gol, in esatate si è aggiunto anche il classe ’93 Alex Zanetti, lo scorso anno 10 gol in Serie D con il Monte. In rosa ci sarebbe stato pure il classe ’89 Alessandro Cattelan, altro bomber di categoria anche con il LiaPiave. In questo avvio di stagione non ha trovato spazio, e l’attaccante ha deciso di cambiare aria: dopo essere stato accostato al Treviso, sembra abbia già trovato l’accordo (da dicembre, alla riapertura del mercato) per salire di categoria con la maglia dell’Union Pro Mogliano Preganziol di Checco Feltrin.
Se in Coppa Italia Dilettanti la partenza è stata disastrosa (ko senza appello con LiaPiave e Passarella ed eliminazione anticipata), in campionato la Liventina Gorghense di Tossani era partita molto bene, espugnando Vittorio veneto e piegando il LiaPiave in casa nel “replay” di Coppa Italia. Poi la squadra non ha saputo trovare continuità, e a parte i roboanti successi contro le ultime (5-1 all’Opitergina, 6-0 all’Union Quinto) ha faticato sia contro le grandi (1-1 casalinga con il Nervesa, 3-1 con  l’inarrestabile Noale) che le piccole (pari con Passarella a Union QDP, sconfitta a Vigonza). Un cammino troppo balbettante per una squadra che (a ragione, visto l’organico a disposizione) veniva accostata a Calvi Noale e Nervesa come il terzo incomodo per la vittoria finale. Il sesto posto a un solo punto dal trio (Treviso, Lia Piave e San Giorgio Sedico) del terzo posto tiene in piena corsa per la promozione tramite play-off, ma i distacchi dalla prime due (-6 dal Nervesa e -15 dal Calvi Noale) non sembra rispecchiare il valore di questa squadra, che forse sta pagando la fase di rodaggio seguita ai tanti innesti e al cambio di panchina.

TREVISO,  SOGNARE CON I PIEDI PER TERRA Le attese per il Treviso erano inferiori, anche se nel nostro caso ci pensa l’importanza e il prestigio della piazza a “bilanciare” tutto. Paradossalmente, un po’ come lo scorso campionato in Promozione, la fuga imprendibile (un anno fa Sarcedo prima e Godigese poi hanno avuto un calo che, tuttavia, è difficile aspettarsi da una squadra come il Noale) di una squadra in vetta potrebbe “semplificare” le cose a livello mentale, specialmente per chi, come il Treviso, non ha puntavano a un buon campionato d’alta classifica e non il primo posto. D’ora in avanti il Treviso non ha niente da perdere… se poi davanti ci sarà qualche rallentamento, meglio ancora. L’importante, ovviamente, è restare in corsa play-off mantenendo un distacco inferiore ai sette punti nei confronti della seconda, altrimenti potrebbero venire meno le motivazione per un finale di stagione da protagonisti.
Certo, c’è anche la Coppa Italia, ma la strada non è tanto meno ripida dei play-off. Anche perché, contrariamente a quanto si pensa, l’eventuale vittoria nella finale del 4 gennaio (sempre che ci si arrivi dopo aver eliminato uno squadrone come il Campodarsego) non garantirebbe certo la conquista della Serie D, ma solo all’accesso a un’altrettanto interminabile (quarti e semifinale andata e ritorno, finale in campo neutro) fase nazionale, con trasferte fuori regione, che in caso di vittoria garantirebbe veramente l’accesso alla D.
Fermi qui, spingendo troppo in là con la fantasia, quando il primo pensiero dovrà essere la Liventina Gorghense. Ma visto il contorto regolamento della Coppa Italia che avevamo pubblicato in estate (e ci eravamo già dimenticato, pensando che i gol in trasferta valessero doppio quando non è così)…, era bene fare alcune precisazioni per “spegnere” momentaneamente le illusioni alimentate da alcuni tifosi. Ciò non toglie che il Treviso debba comunque puntare sempre al massimo, perché per una società blasonata come la nostra la transizione in categorie come Promozione ed Eccellenza deve essere il più breve possibile. I mezzi ci sono.

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