Cjarlins Muzane
Il Cjarlins Muzane durante la presentazione a Lignano (foto facebook Cjarlins Muzane SSD)

Dopo appena tre partite i calcoli e le previsioni sul prosieguo della stagione sono una perdita di tempo, eppure la sfida dello stadio Tenni (calcio di inizio alle ore 15.00) rischia di avere un peso importante per entrambe le squadre. Dividendo la classifica in due la parte destra vede al “comando” il Treviso con l’Adirese a quota tre punti seguite a un punto di distacco da un gruppo di squadre che comprende il Cjarlins Muzane. Visto gli organici a disposizione o i risultati degli ultimi anni ci si aspettava un inizio migliore perqueste tre squadre, specialmente dai friulani, che sulla carta dovrebbero essere la corazzata del girone C.
Di sicuro l’ambizione non manca a Vincenzo Zanutta, che con il fratello Gianluca guida l’azienda di famiglia, specializzata nella distribuzione di materiali per l’edizilia e la casa. Negli ultimi vent’anni l’impresa è diventata un colosso in espansione oltre i confini friulani, dal Veneto fino a Milano. Una rapida ascesa che ha segnato anche il percorso dello stesso Cjarlins Muzane, club fondato nel 2003 grazie alla fusione tra l’AC Futura di Carlino e la Muzzanese di Muzzana del Turgnano. In sei anni, ottenendo sempre la promozione al secondo anno in categoria, gli aranciocelesti sono approdati in Promozione nel 2009, impiegando un triennio per conquistare la massima categoria regionale. Nel 2017, dopo cinque stagioni, sono riusciti finalmente a vincere il campionato di Eccellenza stabilendosi in pianta stabile nel girone C della Serie D. In quattro anni il Cjarlins Muzane ha ottenuto un 11°, un 7°, un 9° e un 10° posto, risultati spesso al di sotto delle aspettative. Anche nella stagione 2022/2023 i friulani erano partiti con l’obiettivo di lottare almeno per le posizioni che valgono i play-off, ma a inizio novembre il clamoroso tonfo di Este era costato la panchina a Luca Tiozzo. Al suo posto un big della categoria, quel Carmine Parlato cercato già nella tarda primavera del 2022. Il tecnico napoletano aveva rifiutato, iniziando la stagione successiva sulla panchina della Casertana in Serie D. Finita precocemente questa esperienza aveva infine accettato l’offerta del patron Zanutta, contribuendo alla risalita del club anche grazie a una piccola rivoluzione nel mercato di dicembre. La scorsa primavera il Cjarlins Muzane era riuscito a rientrare nella lotta per le prime posizioni, salvo pagare gli sforzi mentali della rimonta e mancare l’approdo ai play-off. Nonostante le voci che lo davano partente, in primis proprio il Treviso del suo ex ds Gementi, Carmine Parlato ha sempre dichiarato divoler rimanere a Carlino per continuare la crescita. L’obiettivo dichiarato dal presidente Zanutta? Sempre lo stesso, la Serie C. E a chi non ci credeva, avversari compresi, il patron l’ha dimostrato con la campagna acquisti. La rosa è stata rivoluzionata accontentando il volere di Parlato, che ha riaccolto un folto gruppo di fedelissimi in gran parte già allenati a Trento. Operazione iniziata già a dicembre con l’arrivo di alcuni giocatori allenati nella breve parentesi casertana, come il difensore classe ’85 Matteo Dionisi e il centrocampisto Eduardo Esposito (2003); c’era anche Gabriel Nunes, che ha accettato l’offerta del Treviso. In attacco importante la conferma di Vincenzo Calì (1994), arrivato nell’estate 2022 dopo aver vinto il girone C con l’Arzignano Valchiampo in compagnia di Gnago. Il fatto che molti elementi arrivati nell’ultimo anno a Carlino abbiano vestito negli ultimi anni le maglie del Trento e dell’Arzignano non è un caso, trattandosi delle due squadre che hanno vinto il campionato rispettivamente nel 2021 e 2022. Un gruppo di giocatori che hanno già condiviso lo spogliatoio e vinto campionati, quale modo migliore per assicurarsi la promozione in Serie C? Iniziando dall’attacco, il primo colpo importante è l’attaccante polacco Szymon Fyda (’96), arrivato dall’Arzignano insieme al compagno di reparto Luca Belcastro (’91) e al centrocampista Valeriano Nchama (’95). Se Belcastro è uno dei tanti ex Trento, Fyda e Nchama hanno fatto le fortune di Manzanese e Arzignano Valchiampo segnando gol a raffica insieme a un terzo compagno di reparto, il trevigiano Gnago. L’ivoriano la scorsa stagione, a San Martino di Lupari, aveva condiviso lo spogliatoio con l’altro colpo in attacco per gli aranciocelesti: Massimo Bussi (’93). Protagonista nel Mestre vincente della stagione 2016/2017 con Sottovia e Beccaro, a metà della stagione successiva era passato al Cjarlins Muzane diventandone uno dei pilastri per quattro anni e mezzo.  A completare il reparto offensivo, infine, ecco il classe 1998 Giulio Fasolo, arrivato da Chioggia con Marco Cuomo (’85), difensore ed ex capitano granata. In linea mediana gli altri acquisti di spessore sono, tanto per cambiare, due pilastri del Trento di Parlato. Il nigeriano Wilfred Osuji (1990), un passato in Serie B e C con Varese, Padova e Modena, e Vincenzo Gatto (’92), che nelle ultime due stagioni si è diviso tra C e D con Siena e Puteolana. Nel reparto arretato l’ultimo grande colpo da urlo dei friulani è stato Michele Pellizzer (’89). Nativo di Asolo e cresciuto nel Bassano, ha una carriera prestigiosa tra i professionisti: un quadriennio con i giallorossi (2007-2011) e il Cittadella (2011-2015) in Serie C e B, dunque la lunga parentesi a Chiavari con la Virtus Entella durata otto campionati.
Con una squadra così , anche senza proclami, la vittoria del campionato è quasi un obbligo. Eppure tra Coppa Italia e campionato a Carlino hanno visto i soliti fantasmi, gli stessi che da anni perseguitano i sogni di gloria di un altro ricco e ambizioso presidente come Zarattini della Luparense. Un primo campanello d’allarme era scattato già nel primo turno di Coppa Italia con il pari e l’eliminazione ai rigori nel derby contro il Chions. Dopo il pari interno con recriminazioni arbitrali al debutto contro il Montecchio (0-0), ecco il pesante ko per 4 a 2 nel secondo derby friulano stagionale. Il ritorno tra le mura amiche contro il Breno, reduce dal 4-0 di Treviso, sembrava l’occasione giusta per svoltare. Primo tempo secondo pronostico con il doppio vantaggio firmato da Osuji e l’attaccante classe 2004 Matteo Bassi, scuola Udinese. Nella ripresa la rimonta e il pareggio dei bresciani, che già nel primo tempo avevano sfiorato il gol in più di un’occasione mettendo in evidenza i problemi della corazzata di Parlato.

Adesso l’inedita sfida al Treviso, una neopromossa che non punta alla vittoria del campionato ma che, vista la rosa e l’esigente piazza, non può certo permettersi un campionato anonimo o le figuracce di Este. La partita di domenica scorsa è probabilmente la peggiore giocata dal club rinato nell’estate 2019 con il consorzio Treviso Siamo Noi. Tra Promozione ed Eccellenza non sono mancate giornate particolarmente negative se non imbarazzanti, sia in casa che in trasferta, ma mai si era vista una squadra finire sotto 3 a 0 dopo venti minuti senza organizzare nessuna reazione (zero tiri in porta). Come i primi venti minuti a Chioggia le colpe sono collettive, ma per ovvie ragioni i dubbi si sono concetrati sul protagonista in negativo della giornata, il difensore centrale Perticone. L’ex capitano del Cittadella, aggregatosi al gruppo dopo il ritiro di Paluzza, è sempre ancora fuori condizione. A Este il fallo di reazione commesso a cinque minuti dall’intervallo ha chiuso la partita con un’ora di anticipo e potrebbe pesare sul difficile trittico con Cjarlins Muzane, Portogruaro in trasferta e Mestre, visto che il difensore è stato squalificato per tre giornate.
Come detto in apertura, il campionato è appena iniziato e questa gara non può dirsi decisiva. Tuttavia un pareggio, pur sembrando il risultato più scontato in questo momento, sarebbe una mezza sconfitta. Indipendentemente dagli obiettivi, finire dopo poche giornate a 8-9 punti (o peggio, per la squadra perdente) diventerebbe un fattore psicologico importante per un gruppo chiamato alla rimonta. Questo vale soprattutto per il Cjarlins Muzane, che ha come unico obiettivo il primo posto.

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