Zubin, pericolo numero 1Tanta attesa per una festa rovinata in partenza. E’ questo il pensiero che aleggia nella mente di molti tifosi da una settimana a questa parte, una delusione che permarrà al di là del risultato finale. Ma Treviso-VeneziaMestre è sempre il Derby con la d maiuscola, la partita più importante dell’anno, l’evento a cui ogni cuore biancoceleste non dovrebbe mancare. Soprattutto se un appuntamento così importante manca da quasi sei anni, se si esclude l’ultimo precedente in assoluto tra le due società, nella Coppa Italia 2006/2007. Sotto un torrido caldo d’agosto il Treviso neoretrocesso dalla Serie A sfidava l’allora SSC Venezia dei fratelli Poletti, neopromosso nell’ex Serie C1 al primo tentativo dopo il fallimento dell’estate precedente. I presenti se la ricorderanno come una gara anonima, senza occasioni da una parte e dell’altra, decisa al primo minuto di recupero della ripresa dal una punizione del capitano dei padroni di casa, anche allora Mattia Collauto, giunto al settimo anno consecutivo in maglia arancioneroverde.  Andando indietro di qualche anno, nella Serie B 1997/1998 il derby del Tenni era finito 1-1, con i biancocelesti in vantaggio grazie al gol di Pasa, ma ragggiunti a inizio secondo tempo dal rigore di Schwoch. Tre anni dopo, nell’amara stagione della retrocessione in C1 (coincisa con la promozione in A dei lagunari), due brutte sconfitte per il Treviso, surclassato da Di Napoli e Maniero. Al ritorno in B, stagione 2003/2004, pareggio beffa di Maldonando al 94′, dopo una partita dominata dai biancocelesti di Gianpoaolo. Ma l’anno dopo, nel magico campionato di Serie B 2004/2005 culminato con la promozione (seppur a tavolino) in Serie A, arrivò una dolce, dolcissima vendetta. All’andata il Treviso, che dopo la disastrosa parentesi D’Astoli stava cominciando a risalire la classifica grazie al ritorno di Pillon e alla coppia terribile Reginaldo-Barreto, aveva espugnato il Penzo 2-1 grazie a un gol allo scadere dell’indimenticato Mavillo Gheller. Al ritorno, con i biancocelesti lanciati verso il podio della cadetteria e un Venezia prossimo alla retrocessione e al crack societario condotto dal presidente Gallo (assoluto protagonista in negativo dell’estate italiana anche con i casi Genoa e Torino, che ironia della sorte spianarono la strada al ripescaggio del Treviso), finì 3-0. Ad aprire le marcature un eurogol di Barreto, forse il più bello di quell’annata indimenticabile, seguito dalle reti di Dall’Acqua (ora all’Opitergina) e Capone.

Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta da quell’incredibile doppietta. Il Venezia, dopo quel fallimento e la ripartenza dalla C2 grazie al lodo Petrucci, è riuscito a centrare subito la promozione e a giocarsi la promozione in Serie B nelle due annate successive, salvo tornare all’inferno alla fine del campionato 2008/2009, concluso con un’inutile salvezza ai playout contro la Pro Sesto. Sabato11 luglio la squadra lagunare viveva il secondo fallimento nel giro di quattro anni, e per uno scherzo del destino a pochi chilometri di distanza la rivale di sempre, il Treviso, viveva lo stesso dramma sportivo. Ma il dopo è stato molto diverso. A Venezia i tifosi in lacrime si riorganizzavano e il sindaco Cacciari indiceva una conferenza stampa da cui sarebbe nata l’attuale F.B.C. Unione Venezia, dove “Unione” ricorda la fusione del 1987 col Mestre e l’aggiunta dell’arancione al verde e al nero, colore in comune tra le due realtà sportive. In via Ugo Foscolo, invece, il Treviso F.b.c. moriva tra l’indifferenza e l’ingratitudine di una città e delle sue istituzioni, evitando la sparizione totale solo grazie a un compromesso tanto salvifico quanto umiliante. Il destino ci aveva tolto quel derby che avrebbe reso meno amaro a entrambe le tifoserie la caduta tra i dilettanti, ma fortunatamente, grazie a risultati sportivi e non, Treviso e VeneziaMestre si sono ritrovate, e attualmente sono in lotta per il primo posto che vale la promozione diretta in Seconda Divisione.

Pianu in maglia biancocelesteDopo il secondo posto e la sorprendente eliminazione dal primo turno dei playoff patita contro l’Union Quinto, in estate la società arancioneroverde ha compiuto una mezza rivoluzione. Via, non senza strascichi polemici, il segretario generale Leandro Casagrande (a Venezia dal 2005, nonchè uno dei principali artefici, dell’attulae società, insieme al direttore sportivo Andrea Seno, altro ex giocatore biancoceleste), subito accasatosi a Treviso, il presidente Rigoni ha provveduto a costruire una squadra in grado di centrare l’obiettivo fallito al primo anno. Confermati alcuni pezzi grossi, su tutti capitan Collauto a centrocampo e Vianello in difesa, la rosa, salvo la conferma di alcuni giovani come l’ottimo esterno Cardin, è stata ampiamente rinnovata. In difesa il colpo più importante oltre a Nicoletto (Union Quinto) e Falcier (Montebelluna), è rappresentato da William Pianu, al Treviso in due parentesi, l’ultima, in Serie B, nel biennio 2008/2009. In porta, invece, il titolare è Menegatti, classe ’92 in prestito dal Ravenna. Il neomister Enrico Cunico, protagonista degli ultimi due campionati  della Serie D con  EuroTezze e Montebelluna, ha portato con sé anche Lelj, faro del centrocampo insieme a Nichele, Collauto e Malagò, mentre nella fase finale di mercato dal Brescia è stato prelevato in prestito Lello Salzano, classe ’91, lo scorso anno a Quinto. Tuttavia, è l’attacco il reparto più forte dei lagunari. La punta di diamante è sicuramente l’ex Itala San Marco Emil Zubin, oltre 100 gol in Serie C nell’ultimo decennio, e a un soffio dal Treviso nello scorso mercato estivo. Come spalla c’è il fantasista Mazzeo, ex Albignasego, mentre l’attaccante Ranieri Pirro dopo aver fatto tutto il precampionato con gli arancioneroveri è stato ceduto per far posto al botto di fine mercato, quell’Arturo di Napoli che non ha bisogno di presentazioni.
Ottimo il campionato della capolista Unione Venezia, seppure senza vie di mezzo…nessun pareggio, 9 vittorie e 2 sole sconfitte, entrambe esterne: contro San Paolo Padova (2-1) e l’ingeneroso 4-2 di Jesolo. Squadra da rimonta il Venezia, con l’attacco più prolifico del girone è una difesa un pò ballerina, basti pensare all’incedibile rimonta di Oderzo: da 2-1 a 2-3 tra l’89 e il 92’, o quella di una settimana fa col Belluno, che dopo essere passato in vantaggio a sorpresa è caduto sotto i colpi del capocannoniere Emil Zubin, che marcia spedito al ritmo di un gol a partita.
Leandro Casagrande, uno dei tanti exUna bella rogna questo mancato “compagno di squadra” per Visintin e Biagini, chiamati insieme a Sartorello, Ferronato e Ferretti alla partita della vita. Un derby che, in caso di vittoria, potrebbe regalare nuovamente la vetta al Treviso, seppur in coabitazione con gli odiati cugini. Che dal canto loro, in caso di vittoria si incamminerebbero verso la prima vera fuga  della stagione, soprattutto se si pensa al distacco già accumulato dall’attuale terza in classifica, quel SandonàJesolo che secondo i pronostici di inizio stagione sarebbe dovuto essere al posto del VeneziaMestre. Il quale, nonostante i problemi e le contestazioni del precampionato, è lì dove dovrebbe stare. E poco dietro c’è il Treviso, altra squadra che in tanti si aspettavano davanti più per il blasone che per la reale forza della rosa. Una forza che, nonostante il piccolo calo delle ultime gare, continua a rivelarsi in certe vittorie sofferte come quelle di Monrupino e Torviscosa. Due incontri molto simili, con i biancocelesti praticamente inesistenti nel primo tempo, ma più attivi e in gol nella ripresa, salvo correre troppi rischi in finali incandescenti. In mezzo a questi successi l’incredibile tonfo casalingo con la bestia nera San Paolo, giustiziere del Venezia. Se a Torviscosa, tutto sommato, il Treviso è stato cinico (un gol rispetto  alle poche occasioni create solo nella ripresa), col San Paolo la mancanza di lucidità sotto porta e le amnesie difesive sono state letali. Non ci si potrà permettere una prestazione di tal tipo contro la capolista del girone C, una squadra a cui non sarà facile segnare nonostante una difesa non impeccabile in questa prima parte del campionato. Già, miglior attacco contro miglior difesa, un elemento che rende ancora più interessante, impronosticabile, un derby che sarà visibile in anticipo televisivo sui RaiSport 1, a partire dalle 14, anche a quei tifosi biancocelesti che a causa di decisioni discutibili non potranno recarsi allo stadio Tenni.

Treviso-U.Venezia in diretta televisivaVenendo alla partita, viste le ultime prestazioni non dovrebbero esserci dubbi sulla formazione schierata da Zanin, che salvo defezioni dell’ultima ora (anche a Torviscosa, dove il mister ha provato a fare un pò di turnover, si è visto che il Treviso non ha molte alternative) potrà contare sulla formazione tipo. Nel Venezia, invece, squalificato Falcier e rientrato Cardin, potrebbe non essere della partita Di Napoli, anche se in questa prima parte di campionato l’ex attaccante del Messina ha alternato buone prestazioni a gare anonime, legittimando il ruolo di titolare inamovibile conquistato da Mazzeo.
Si gioca di sabato, con diretta televisiva su RaiSport 1, alle ore 14.00, come a Rovigo alla quinta giornata. Purtroppo non ci potrà essere la cornice di pubblico che una partita del genere avrebbe meritato, mentre il cielo dovrebbe regalarci l’ennesima partita bagnata. Vedremo se sarà fortunata, anche se sappiamo che sarà difficile ripetere l’exploit degli ultimi precedenti.

PRECEDENTI AL TENNI (considerando solo quelli dal 1987 in poi, anno della fusione tra Venezia e Mestre)

CAMPIONATO

Treviso-VeneziaMestre 0-3 Serie C2 1987/1988
Treviso-Venezia 1-1 Serie B 1997/1998
Treviso-Venezia 0-1 Serie B 2000/2001
Treviso-Venezia 1-1 Serie B 2003/2004
Treviso-Venezia 3-0 Serie B 2004/2005

In totale 10 incontri: 3 vittorie biancocelesti, 3 vittorie arancioneroverdi e 4 pareggi.

COPPA ITALIA

Treviso-VeneziaMestre 2-1 Serie C 1987/1988
Treviso-VeneziaMestre 1-1 Serie C 1988/1989
Treviso-Venezia 1-2 Serie C 1989/1990
Treviso-Venezia 1-0 Serie C 1990/1991

In totale 9 incontrii: 3 vittorie biancocelesti, 3 vittorie arancioneroverdi e 3 pareggi.

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