Casagrande illustra la tessera del tifosoNella conferenza stampa di ieri, Casagrande e Corvezzo hanno cercato di chiarire alcuni aspetti della discussa “tessera del tifoso”. Sul tema, in queste settimane i media locali sono riusciti a creare confusione anche su quel poco che c’era di chiaro. E a sorpresa sono riusciti a farlo anche dopo la conferenza stampa di ieri, ricadendo nei soliti, incomprensibili e macroscopici errori.
Ma prima è fondamentale sottolineare i passaggi fondamentali del lungo discorso di Casagrande. Dopo una breve introduzione (iniziata da Corvezzo) che ha ribadito cose già note (progetto lasciato dall’Osservatorio, necessario per potersi abbonare e seguire sempre la squadra in trasferta, anche in caso di restrizioni), il segretario è passato al problema trasferte. “Lo scopo, da quest’anno” – debutta Casagrande – “e già lo scorso anno era diverso, chi vuole andare a seguire la squadra in trasferta dovrà avere la tessera del tifoso per accedere a qualsiasi settore dello stadio.

Lo scriviamo in grassetto e sottolineiamo la parola “trasferta” perché qualcuno nelle ultime settimane ha fatto passare un altro messaggio: la tessera per i tifosi trevigiani è necessaria, anche per entrare al Tenni. Scopriremo poi che tale messaggio qualcuno continua (inconsapevolmente o volontariamente?) a farlo passare. Ma intanto proseguiamo con il discorso di Casagrande: “Per evitare problemi, sembra che il protocollo d’intesa fatto con la Lega e il ministero, sia quello di riservare gli stadi di tutte le società, in base alle disposizioni delle varie questure del luogo, un numero x per quelli che non hanno la tessera del tifoso…”.
Ora, è evidente che la seconda parte del discorso fa riferimento solamente i tifosi ospiti. E’ a loro che viene riservato un numero limitati di “x” posti. Tutto ciò molto probabilmente era stato detto, con le stesse parole, la settimana scorsa. Ma la stampa è riuscita a stravolgere tutto e a trasformare Treviso in un “caso” nazionale. Al di là della disinformazione basterebbe l’intelligenza e un pizzico di buon senso per capire come funzionano le cose e informare correttamente.

Continua il discorso di Casagrande in riferimento ai tifosi ospiti non tesserati: “…quindi anche noi dovremmo avere uno spazio all’interno dello stadio dove, se arriveranno delle famiglie, delle persone normali, a vedere la partita, daremo loro un tot di posti. Finiti quelli, non ci sono più possibilità”. Che vuol dire ciò? Casagrande porta un esempio fatto durante l’ultimo incontro in questura. Il caso di Treviso-Sambonifacese (i veronesi sono l’unica squadra veneta con i biancocelesti). Ecco le parole del segretario: “I biglietti di Treviso-Sanbonifacese saranno venduti esclusivamente ai residenti in provincia di Treviso. Per quelli che hanno la tessera del tifoso non ci sono problemi…”.
E fin qui tutto chiaro, chi ha la tessera del tifoso può venire a vedere Treviso-Sambonifacese anche se non è residente in provincia di Treviso, dunque anche i tifosi veronesi della Sambonifacese. “Ma giustamente” – continua Casagrande – ” potrebbero esserci dei tifosi non fidelizzati (ossia non tesserati) da Verona che vogliono seguire la Sambonifacese. Per quelli noi riserveremo “x” posti allo stadio. La nostra idea è quella, e presumo che al 99% la questura di Treviso accetterà, è quella di riservare il settore ospiti (la curva nord) ai tifosi in possesso della Tessera del tifoso. Mentre per quelli non fidelizzati un numero x di biglietti che saranno messi in vendita. Una volta esaurito quello, non ci saranno più posti. Dunque, un tifoso parte da Verona, ha già il biglietto acquistato, oppure viene qua. Se abbiamo 30 posti (per i tifosi non tesserati), si vende fino al 30o biglietto, poi si chiude. Quindi, non si potrà più entrare”. E il trentunesimo? Fa il turista…

I tifosi non tesserati/fidelizzati, come avevamo anticipato ieri, dovrebbero essere posizionati nel settore laterali compreso tra la tribuna centrale e la curva nord/ospiti. Si tratta dell’ex brutto anatroccolo (nella foto), dov’e ora è posizionata la sala GOS (Gruppo Operativo di Sicurezza), una sorta di “sala di regia” della questura che era stata resa obbligatoria quando il Treviso era in Serie B (adesso non serve più).Qui gli ospiti non tesserati

Ma continuiamo con un altro passo del discorso di Casagrande: “La stessa cosa (cioè il tipo di situazione illustrata con l’esempio di Treviso-Sambonifacese) succederà quando noi andremo a San Bonifacio. E se andiamo in Lombardia, tutti quelli che non sono residenti del Veneto possono andare anche senza tessera del tifoso a Monza, però bisogna vedere quanti posti mette a disposizione la questura di Monza per gli ospiti non tesserati. Possono essere 100, possono essere 40 e possono essere 5. Queste sono disposizioni del ministero, in collaborazione con le questure del posto”.

Ma il Treviso quando saprà quanti posti riserveranno ai non tesserati le altre società? “La settimana prossima” – chiarisce Casagrande – “farò un giro di telefonate e mi farò mandare tutte le disposizioni delle altre questure, in modo tale che nel nostro sito, e alla stampa, comunicheremo quanti posti hanno riservato ai tifosi non fidelizzati le varie società”. E a Treviso quanti potrebbero essere i posti riservati agli ospiti non tesserati? “Aspettavamo l’uscita dei gironi per capire quante e quali saranno le partite che secondo noi giudicheranno a rischio. Per quelle partite saranno sicuramente prese misure diverse, ma per le altre saranno circa 25-30 posti” . Secondo Casagrande le partite a rischio sarebbero solo 2-3.
Ma il Treviso calcio, dopo aver conosciuto il numero di posti che le altre società, o meglio, le altre questure, dedicheranno ai tifosi ospiti, come si comporterà? “Ci faremo sentire, a livello di questura, affinché non ci siano troppe disparità con le altre società. Se a Mantova dicono che da Treviso possono arrivare 200 persone, non vedo perché noi non possiamo fare lo stesso con la gente che viene da Mantova”.

Per quanto riguarda la tessera, è già sicuro che in pieno stile italico (e analogamente a quanto successo in questi due anni per le prime società di Serie A che hanno dovuto adottarla) la tessera del tifoso arriverà in ritardo. “Se è come gli altri anni, ci vorrà un anno…”, sbotta Casagrande, anche se precisa che gli abbonamenti potranno essere rilasciati comunque, ovviamente a chi avrà fatto richiesta della tessera del tifoso e verrà ritenuto idoneo dalla questura.

Durante la conferenza stampa, però, ci rimaneva qualche dubbio. Ad esempio, i biglietti riservati ai tifoso ospiti non tesserati dove verrebbero venduti? Allo stadio solo il giorno della partita? Ne verrà inviato un certo numero, se non tutti quelli disponibili, alla società ospite, che poi provvederà a venderli (solo in sede) ai propri tifosi non tesserati intenzionati ad andare in trasferta? O ci sarà la vendita libera? Finita la conferenza stampa, l’abbiamo chiesto a Casagrande. Anche in questo caso, “dipende tutto dalla questura”. Se ne saprà qualcosa più avanti.
La situazione, come si vede, non è ancora del tutto chiara nemmeno per le società. Tutto dipenderà dalle questure, ma molto, ci pare di capire, dipenderà soprattutto dall’accordo iniziale che raggiungeranno le società nelle prossime settimane.


(DIS)INFORMAZIONE Come si vede, tanti elementi non sono ancora ben definiti. Ma sicuramente l’intervento di Casagrande ha fornito qualche chiarimento, specialmente sulla possibilità di andare in trasferta anche per chi non è “fidelizzato”. Dopo la conferenza tutti avrebbero dovuto capire, finalmente, che non esiste nessun “caso Treviso”, che in curva sud i tifosi potranno entrare anche senza tessera, e che i famosi 30-35 posti (o quanti saranno), non sono il numero di posti “x” riservato ai tifosi, anche trevigiani, che non avranno la tessera. Bensì a quelli ospiti non tesserati. Tutto chiaro? Per qualcuno no.
Prendiamo ad esempio il servizio andato in onda ieri sera ad Antenna 3. Il titolo da solo è già un capolavoro: TENNI, SOLO CON LA TESSERA. La traduzione che ne consegue è: allo stadio Tenni si entra solo se si è tesserati. Solo un errore, una leggerezza?
Riportiamo anche in questo caso una parte del testo letto durante il servizio: “Una tessera contestata, ma necessaria per chi vorrà abbonarsi o seguire la squadra anche in trasferta. Ma un documento rilasciato solo a chi non ha alle spalle reati legati agli stadi. Ci sarà naturalmente anche la possibilità di andare direttamente allo stadio avversario ed acquistare lì il biglietto, ma il numero di posti disponibili sarà limitato. Il Tenni ad esempio per gli ospiti metterà a disposizione solo una trentina di biglietti”.
L’ultima frase è tutto un programma, il gran finale fa intendere che il Tenni riserverà solo una trentina di posti ai tifosi ospiti. Ovviamente sappiamo che tutto ciò non è vero, e che per gli ospiti tesserati ci sarà una curva intera, mentre per quelli non tesserati ci potrebbero essere questi trenta posti nell’ex brutto anatroccolo. Ma costa così tanto distinguere tifosi tesserati o tifosi non tesserati? Una cosa è certa: certi articoli o servizi televisivi come quello di cui abbiamo appena parlato fanno passare, velatamente e in modo ambiguo, un falso messaggio: al Tenni non si entra senza tessera, e non ci può entrare nemmeno un trevigiano che tifa Treviso. Niente di più sbagliato.
Se non altro, la stampa locale si è riscattata (ieri Corvezzo e Casagrande hanno invitato più volte i giornalisti a spiegare le cose con esattezza). Unica pecca, da questo punto di vista, il sottotitolo dell’articolo pubblicato da La Tribuna di Treviso: “La società spegne gli animi sulla “tessera”: sarà un passaggio necessario per la tifoseria“. La società non ha “spento” nessun animo, né tantomeno ha presentato la tessera come un passaggio “necessario”. Un passaggio per certi aspetti conveniente, forse, ma non obbligato.
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