Il presidente del Savona, Andrea Pesce IL SAVONA DI IERI Il 17 ottobre 1965 il Treviso sconfisse il Savona con un gol del bomber padovano Giuseppe “Bepi” Galtarossa. In panchina mister Sergio Manente, che tre anni dopo chiuderà la sua esperienza sulla panchina biancoceleste proprio in liguria, allo stadio Bacigalupo. Al termine della Serie C 1965/1966, nonostante la sconfitta del Tenni, i liguri vinsero il campionato (5° posto per il Treviso) conquistando l’ultima Serie B della loro storia. Un anno dopo il Savona era di nuovo in C, destinata a rimanere la meta più alta nella seconda parte della sua lunga vita, iniziata nel lontano 1907. La storia recente del Savona, che col Treviso condivide la storia denominazione F.B.C., non ha niente a che fare con i fasti dei primi decenni del secolo scorso, quando gli “striscioni” (così chiamati per le larghe bande verticali della maglia biancoblu) veleggiava nella prime serie nazionali permettendosi il lusso di militare  nella Serie A dell’epoca (Prima Divisione CCI). Particolarmente difficile l’ultimo quarto di secolo, passato per gran parte in Serie D. Due fallimenti in meno di vent’anni, il primo nel 1988, quando i liguri furono costretti a ripartire dalla Promozione. E’ andata meglio nel 2006, quando nonostante il fallimento il Savona riuscì a mantenere titolo sportivo e categoria. Dopo tre stagioni di cui due finite al primo turno dei play-off, ecco la svolta con l’avvento dell’attuale presidente Andrea Pesce (nella foto a sinistra).
Al termine della Serie D 2009/2010 arriva la vittoria in campionato e il ritorno in Seconda Divisione, e una finale scudetto persa col Montichiari. Un trionfo che porta la firma di mister “promozione” Salvatore Iacolino (cinque campionati di Serie D vinti negli ultimi 6 anni, l’ultimo a Cuneo). Al debutto in Seconda divisione, il Savona s’era presentato come matricola terribile e ambiziosa. Ma le cose non vanno come previsto, nè con l’ex mister del Livorno Gennaro Ruotolo (esonerato già a inizio novembre) e Luciano Foschi, non confermato a fine stagione nonostante un sesto posto che sa di beffa. Senza i 4 punti di penalizzazione, comminati a gennaio per il ritardato perfezionamento degli adempimenti, i biancoblu avrebbero conquistato il terzo posto dietro Tritium e FeralpiSalò. Pesante, nello stesso mese di gennaio, la partenza di Gianluca De Angelis (60 gol in C2 negli ultimi quattro anni), ceduto all’Avellino e sostituito con un altro veterano, il gigante ex Padova Michele Tarallo. Al di là delle ambizioni frustrate, un campionato  comunque positivo per i  neopromossi biancoblu, che nel complesso hanno mantenuto un rendimento simile sia in casa che in trasferta27 punti (7 vinte, 3 perse e 6 pareggi) al Bacigalupo, 26 lontano da casa (6 vinte, 2 perse e 8 pareggi).

IL PRESENTE Non sorprende che in estate la società abbia chiesto il ripescaggio in Prima divisione, ottenendo un rifiuto (la domanda, priva di fideiussione e 200mila euro a fondo perduta è stata respinta) e i malumori di stampa e piazza. A preoccupare i tifosi, le casse societarie, per stessa ammissione del presidente Pesce non più floride come un tempo. Le spese folli dell’estate 2010 non sono state ripagate dai risultati in campo, l’entusiasmo attorno al “delfino” è mutata, e la crisi economica ha fatto il resto. Molti sponsor, come CONAD, non hanno rinnovato l’accordo, altri si sono defilati, e tra quelli rimasti gran parte sono medio-piccoli. Il ritardo nel pagamento dell’IRPEF non poteva che accrescere i sospetti dei tifosi e le critiche di una stampa locale tutt’altro che benevola. Il mercato estivo ha confermato che in un anno tante cose son cambiate a ponente. Alcuni pilastri se ne sono andati. Tarallo, che ha superato la doppia cifra in meno di cinque mesi, ha provato il rilancio definitivo accettando la proposta del FeralpiSalò in Prima divisione; i centrocampisti Capuano e Anania, arrivati a gennaio, sono scesi in Serie D, mentre l’idolo della curva Paolo Ponzo ha fatto le valigie dopo il mancato accordo sul suo coinvolgimento all’interno del settore giovanile. Alla voragine creata sulla linea mediana la società ha posto rimedio con gli acquisti di due uomini d’esperienza: Alessandro Cazzamalli (’79), centrocampista abile nel gioco aereo e col fiuto del gol (lo scorso anno 6 con il Rodengo Saiano), e Giacomo De Martis (’84), giunto in Liguria dopo i 7 gol realiAngelo Buglio, faro del centrocampozzati con l’Arzachena. Il 23enne Nicola Mazzotti (’88) dal Cuneo, gli under l’under Carmine Giorgione (’91) dalla Valenzana e Francesco Tangredi (’91, in prestito dal Chievo)  hanno completato il centrocampo. Un reparto di tutto rispetto per la categoria, viste le conferme di alcuni big come il regista Angelo Buglio (’80) e gli argentini Andres Bottiglieri (’88, centrocampista interno) e Hernan Pablo Garin (’83, centrocampista offensivo). In porta due nuovi arrivi: lo scuola Cagliari Simone Aresti (’86), voluto fortemente dal neoallenatore Ninni Corda che l’ha allenato all’Alghero, e Mattia Maragna (’90), arrivato dal Gavoranno nell’ambito dello scambio che ha portato alla cessione il difensore Matteo Candolini. Proprio nel reparto difensivo il direttore generale Armenti ha piazzato un bel colpo con l’ex Rodengo Saiano Mauro Bellotti (84), che forma la diga difensiva con i centrali Nicolò Antonelli (’90) ed Erri Praino (’91), entrambi confermati, e i terzini Ivan Marconi (’89) e Daniele Materazzo (’91, lo scorso anno in Serie D con Viterbese e Todi), I problemi più grossi per mister Corda sono in attacco. Dopo le conferme di  Luca Cattaneo (’90, 22 gettoni  e un gol nell’ultima stagione), Giorgio Parodi (’90) e  l’esperto marocchino Adil Mezgour (’83, 24 presenze e due gol), dalla Cremonese è arrivato in prestito il classe ’92 Davide Rossi. Il colpo di mercato pochi giorni prima del debutto, con il tanto atteso tesseramento del genovese scuola Samp Salvatore Amirante (’84), che ha passato gli ultimi anni nelle Serie C e D tedesca. Su questo giocatore dal curioso curriculum la società di via Cadorna ha puntato forte, e il gol decisivo nella prima giornata (1-0 al Montichiari) aveva fatto ben sperare i tifosi biancoblu dopo la deludente eliminazione in Coppa Italia Lega Pro (ultimo posto, frutto di due soli pareggi, dietro Cuneo, Pavia, Valenzana e Casale). Ma a fine primo tempo, il grave infortunio e in settimana il glaciale verdetto della risonanza magnetica: rottura del legamento crociato e stagione praticamente finita. Una mazzata per Ninni Corda,  che domenica ha perso tutto l’attacco titolare vista la contemporanea espulsione per doppia ammonizione di Rossi. Domani il mister, in tribuna per scontare la prima delle due giornate di squalifica, dovrà inventarsi la formazione, in attesa che la società intervenga sul mercato assicurandosi un attaccante svincolato (si parla di Gerbino Polo, che in queste settimane si è allenato proprio a Lancenigo).  Assente anche il centrocampista classe ’92 Alessandro Greco, stiratosi al legamento della caviglia. Con lui e Rossi fuori, oltre al problema attaccanti tiene banco quello degli under. Probabile l’utilizzo del classico 4-4-2, con i classe ’91 Materazzo e Giorgione sulla sinistra, e in attacco il marocchino Mezgour supportato da Bottiglieri. Ma vista l’emergenza in attacco e l’abboandanza a centrocampo non è da escludere una linea mediana a cinque con l’argentino Garin unica punta.

ZANIN Da questo Treviso pretende di piùTREVISO, SERVE LA VITTORIA
Non ha grossi problemi Zanin, che attende il recupero completo di Visintin, ancora out per due settimane per colpa della contrattura rimediata a Ferrara contro la Giacomense. Un’unica ma pesante assenza, anche se la pallida prestazione del reparto difensivo a Poggibonsi non si può certo giustificare con il vuoto lasciato del centrale goriziano. Nel primo tempo, in particolare, il Treviso hanno sofferto un pò troppo sulle fasce, e le sbavature non sono mancate nemmeno al centro della difesa. Imbarazzante l’azione che al 92′ ha regalato il pareggio ai padroni di casa: Boldrini passa la palla rasoterra nell’area piccola, con il difensore centrale Dierna (non certo un goleador dai piedi fatati) che “controllato”  a vista da tre difensori biancocelesti ha tutto il tempo per difendere palla, girarsi, e infilare in scivolata ll povero Sartorello. Troppo ferma la difesa, che in settimana sarà stata strigliata per bene da mister Zanin. Piccole cose da sistemare, esattamente come un anno fa. Allora quattro gol in due gare in Coppa Italia e l’appena sufficiente prestazione nel vittorioso debutto a San Vito al Tagliamento ci avevano fatto dubitare per qualche giorno della futura miglior difesa della Serie D…Una cosa è certa, debuttare al Tenni con una vittoria sarebbe un buon viatico in vista del secondo turno casalingo consecutivo, che vedrà i biancocelesti affrontare i “titani” di San Marino. Le condizioni per un debutto vincente ci sono, a Poggibonsi la squadra è andata vicina al colpaccio grazie ad una prova estremamente cinica. Si pensi al primo tempo, quando il Treviso pur subendo il predominio dei giallorossi ha confezionato le due occasioni più ghiotte della partita: la prima sull’asse Perna-Ferretti, la seconda con Malacarne, che con quel rasoterra mancino poteva stravolgere l’equilibrio del match poco prima dell’intervallo. E nel secondo tempo ecco il gol del vantaggio, arrivato nel momento di maggior sofferenza. Con lo stesso cinismo e un pò più di freddezza e dinamismo nei momenti topici della partita, i risultati non potranno che arrivare.
Per domani (calcio d’inizio alle ore 15.00), si attende il riscatto. Probabile la conferma in blocco degli undici di Poggibonsi, con l’unico dubbio in attacco: Zanin confermerà un 4-3-3 “mascherato” con Gallon a svariare intorno al duo Perna-Ferretti, o tornerà al più tradizionale 4-3-1-2 affidando una maglia da titolare a Madiotto? In uno o nell’altro caso, talento e qualità sono assicurati. Il Treviso, che rispetto al Savona può vantare un’età media inferiore di un anno (22 anni contro i 23 dei liguri), ha già dimostrato di essere un gruppo nel quale esperienza e gioventù si sono integrate in un’alchimia quasi perfetta. Spetterà a Zanin l’arduo compito trasformare in realtà un’altra magia…L’ultima Treviso-Savona, nel lontano 1971, è finito con uno sicalbo 0-0 (e la retrocessione di Colusso e compagni in Serie D…). Domani servirà la vittoria. Come detto in apertura, il Savona torna a Treviso a 40 anni dall’ultimo incrocio. Chi sarà il nuovo Galtarossa?
In totale, 20 precedenti: 5 vittorie per il Treviso, 9 per il Savona e 6 pareggi. Una piccola bestia nera per il Treviso, che è riuscito a sconfiggere i liguri solamente tra le mura amiche del Tenni. Per cercare di sfatare il tabù Bacigalupo, appuntamento al 15 gennaio 2012…

PRECEDENTI AL TENNI

Treviso-Savona 1-2 Serie C 1959/1960
Treviso-Savona 1-0 Serie C 1960/1961
Treviso-Savona 0-1 Serie C 1961/1962
Treviso-Savona 0-0 Serie C 1962/1963
Treviso-Savona 0-0 Serie C 1963/1964
Treviso-Savona 3-0 Serie C 1964/1965
Treviso-Savona 1-0
Serie C 1965/1966
Treviso-Savona 2-1 Serie C 1967/1968
Treviso-Savona 1-0 Serie C 1968/1969
Treviso-Savona 0-0 Serie C 1971/1972

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