Il Treviso resta sospeso sul baratro, ma con una flebile speranza di salvezza: la Figc ha concesso una proroga di tre giorni al termine utile per iscrivere la squadra nei dilettanti, che scadeva oggi alle 12.00. Stando a Radio Veneto Uno, la proroga sarebbe stata ottenuta dal sindaco Manildo grazie a una lettera d’intenti spedita al presidente della federale Giancarlo Abete, nella quale si chiede altro tempo per raccogliere le adesioni di imprenditori contattati da Walter Frandoli e dall’avvocato Marcello Totera. Dunque entro giovedì 8 agosto bisognerà trovare i capitali e perfezionare l’iscrizione in qualche categoria dilettantistica. Alla luce di questi sviluppi, diventa FONDAMENTALE essere presenti questa sera, alle ore 18.30 in Piazza dei Signori, per dimostrare a tutti che a Treviso il calcio deve sopravvivere insieme allo stadio Omobono Tenni.

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Decisive per questa proroga sono state, come riportato i quotidiani locali, le trattativa protrattesi anche nel week-end e intensificatesi stamattina, con un nuovo incontro tra il sindaco Manildo e i soggetti che insieme a Frandoli stanno giocando l’ultima disperata carta per salvare un patrimonio ultracentenario. Chiaramente trovare i capitali necessari per iscrivere la nuova società potrebbe non bastare. Prima bisogna convincere Manildo con le dovute garanzie e, ahinoi, tra queste garanzie c’è il nodo stadio Tenni, come quattro anni fa.
Nell’articolo di Radio Veneto Uno si accenna alla richiesta di concessione gratuita dello stadio per diminuire i costi di gestione dell’impianto. Lo andiamo ripetendo da anni: 95 mila euro per un impianto da 10 mila posti sono già tanti anche in Serie A, figuriamoci tra i dilettanti, o per una società neonata che per ripartire dalla Serie D o dall’Eccellenza deve sborsare subito rispettivamente 300 e 100 mila euro. Anche per l’affitto del principale impianto cittadino, Treviso è un caso unico (negativo) in Italia. Ora, nel caso in cui l’operazione salvataggio andasse in porta sul fronte della cordata, quale sarebbe l’atteggiamento della nuova giunta comunale? La concessione gratuita almeno per un anno è un’ipotesi quasi fantascientifica visti i precedenti (in altre città, dove il calcio non è considerato un peso ma una risorsa e un simbolo da difendere, i precedenti in tal senso non mancano), ma almeno una riduzione della quota d’affitto sarebbe auspicabile. Del resto a svuotare Treviso da commercianti e residenti sono stati anche i costi esagerati degli affitti, e non certo il livello della pedonalizzazione o la mancanza di parcheggi (peraltro inutilizzati), giusto? La giunta Manildo, che si è presentata con lo slogan del cambiamento, farebbe bene a distinguersi anche nel trattamento riservato al Treviso calcio. Di candidati sindaci che non mantengono le promesse ce ne sono stati fin troppi.

«Sul Tenni è necessario fare chiarezza – ha precisato il sindaco Manildo sulle pagine de Il Corriere del VenetoDa cittadino mi auguro che questa città possa avere una squadra di calcio che utilizzi questo impianto e abbia un futuro ricco di successi. Spererò fino all’ultimo che qualcuno riesca a salvare il Treviso e continuo a tenermi aggiornato sull’evoluzione della situazione. Però, nella malaugurata ipotesi in cui Treviso non abbia più una squadra, quell’area andrà ripensata, magari come un bel parco. Ma è soltanto un’idea, non certo un progetto concreto sul quale stiamo lavorando. In primis, dunque, pensiamo alla salvezza del Treviso Calcio. Se poi non ce la faremo, vedremo cosa accadrà e se dovremo rivalutare quell’importante pezzo di città».
Che l’assurdo progetto di demolizione del Tenni non fosse già in agenda era cosa risaputa, al di là della strumentalizzazione mediatica seguita alle dichiarazioni dello scorso fine settimana. Ecco perché non ci possiamo certo accontentare di questa precisazione da parte del primo cittadino, che sembra rimanere ancorato al solito discorso (“se non ci sarà una squadra di calcio bisognerà ripensare quell’area”), perché anche se ci dovesse essere un umiliante anno sabbatico non significherebbe fine del calcio Treviso, che con le giuste operazioni potrebbe ripartire subito da una categoria dilettantistica dignitosa con l’esigenza di utilizzare il Tenni.
La discussione sul futuro dell’area ex Fora Boario si potrebbe aprire anche con il Treviso in Lega Pro o in Serie D, ma solo in presenza di un’alternativa che per tanti anni non ci potrà essere: un nuovo stadio. Un concetto sacrosanto, valido in qualsiasi altra città, e che a Treviso alcuni politici e professionisti hanno avuto il buon gusto di ricordare nell’articolo pubblicato ieri da La Tribuna di Treviso. Finché Treviso non avrà un nuovo stadio di calcio, il Tenni rimarrà al suo posto, con buona pace di speculatori, pollici verdi, e gli inquilini dei condomini. Gli stessi che nei bei tempi andati stazionavano nelle loro terrazze per vedersi gratuitamente la Serie A e la Serie B…

Per ora e per molto tempo ancora, il Tenni non si tocca, come ha ribadito il tifoso numero Claudio “Caio” Cavallin. «Giù le mani dallo stadio – ha dichiarato lo storico tifoso a Il Corriere del VenetoQuesta amministrazione dovrà valutare bene la situazione prima di assumere una decisione del genere. Il Tenni è un patrimonio calcistico della città e il Treviso deve giocare nel suo stadio».
Ancor più caustico il commento di Caio per La Tribuna di Treviso:
«Sono allibito: in 104 anni di storia non era mai successo. Tutti gli imprenditori hanno promesso e promesso, ma alla fine cos’è stato fatto? Avrebbero fatto miglior figura a starsene zitti, oppure ammettere che il calcio in un comune di 90 mila abitanti non interessa più a nessuno: mi no vo a combatar, questa è la verità. È stato Corvezzo a trascinarci in questa situazione, ma dopo di lui c’era tempo per rimediare, invece ho sentito solo chiacchiere. Zanetti? Di lui ho solo un triste ricordo. Rimpiango personaggi come Palla, come Mansi, come Caberlotto, altra caratura rispetto a quelli di oggi». E sulla questione stadio? «Dovrebbe intervenire il Comune, al quale però ricordo che il Tenni appartiene alla città, cioè a tutti. Certo che la sparizione del calcio è grave, è lo sport che in qualche modo ci fa dimenticare i problemi con cui dobbiamo combattere ogni giorno: altro che Treviso Città Europea dello sport, ma fatemi il piacere, è bastato che un imprenditore si ritirasse per mandare tutto in malora».

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