Passarella-Treviso potrebbe essere non solo una finale, ma… la fine. A nemmeno una settimana da una gloriosa partita che poteva segnare il rilancio, tutti i timori relativi al futuro della società si sono materializzati, seppur svelando scenari peggiori di quanto ci si potesse aspettare. Probabilmente senza la vittoria contro il Benaco Bardolino il bubbone sarebbe esploso con una settimana di ritardo. O qualche settimane di anticipo, se la squadra avesse vinto il campionato o fosse uscita nei primi due turni dei play-off. La situazione attuale non sarebbe cambiata di una virgola.
Eravamo consapevoli che senza imprenditori questa società non avrebbe retto nemmeno un’altra Promozione. Due soci (a quanto pare) al 50%, senza la facoltà di investire grandi cifre di tasca propria… anche se l’avvocato Totera, tifoso storico che il Tenni l’ha frequentato anche nei momenti più bui, di soldi ha dovuto scucirne parecchi per coprire qualche buco inatteso. E meno male che l’estate scorsa, secondo Frandoli, il budget sarebbe bastato per arrivare tranquillamente a fine anno. Invece siamo di nuovo qui a parlare di debiti: cifre non spaventose, ma comunque importanti considerate categoria e durata della gestione (nemmeno un anno). C’è il mese e mezzo di rimborsi spese arretrato, che comunque sembra inferiore rispetto ai ritardi accumulati da altre società dilettantistiche, a cominciare da qualche squadra impegnata nei play-off. Non è certo questo debito (10-15-20 mila euro, non si sa) a tenere lontano gli imprenditori, che potevano intervenire in qualsiasi momento da settembre in poi, quando la situazione era forse meno grave. Tanti abboccamenti e pochi fatti concreti. Colpa di qualcuno che ha tirato troppo la corda sperando di fare un altro affare, ma alla fine è rimasto scottato? Che novità…
Fatto sta che siamo tornati al solito punto di partenza, o meglio… un punto di non ritorno: o entra qualcuno o il Treviso va ko per la terza volta in cinque anni, la seconda in meno di un anno. Roba da guinness, una statistica che, è brutto dirlo, ci fa provare un po’ di vergogna. E tanta rabbia, dopo un anno (sprecato?) di speranze, spendendo energie, tempo e soldi per seguire la squadra in casa e in trasferta.

Treviso in posa

TREVISO… ULTIMO ATTO? Rabbia e frustrazione sono sentimenti che, in questa assurda settimana post promozione, hanno accomunato tifosi e squadra. Tentoni (fino a gennaio Piovanelli) e i giocatori sono stati protagonisti di un grande campionato, non solo ripensando alle difficoltà iniziali. Nel 2014 la società, o meglio qualche dirigente, ce l’ha messa tutta per destabilizzare l’ambiente con interviste raccapriccianti. I risultati sono arrivati lo stesso, e grazie ai play-off l’obiettivo stagionale – apertamente dichiarato solo dopo la ridicola cacciata di Piovanelli e Zamprogno – è stato centrato.
Anche senza il terremoto societario di questi giorni siamo certi che il Treviso si sarebbe presentato comunque allo Zanutto di San Donà di Piave per vincere la finale play-off, sulla carta una…passerella tra squadre già promosse. Tuttavia le brutte notizie dei questi giorni accrescono il significato di questa partita. Non sapendo cosa ci prospetta il futuro, questa sfida potrebbe anche essere l’ultima del Treviso, l’ultima trasferta (per chissà quanto tempo) di una tifoseria che ha seguito la squadra ovunque, con numeri importanti, nonostante la categoria. Una situazione non nuova, già vissuta appena un anno fa con l’inutile vittoria al Giglio di Reggio Emilia (a dieci anni esatti dalla promozione in Serie B con Gallo e Foggia), o nel 2010 a Feltre, in Eccellenza.
I biancocelesti non potranno certo arrivare a questa sfida con il morale alle stelle, ma cercheranno di coronare con un ultima perla una stagione (sportivamente) entusiasmante. Nonostante assenze pesanti come Luca Dal Compare e Andrea Zamuner, entrambi squalificati. Una rinuncia importante soprattutto per il capocannoniere biancoceleste, che senza quel giallo avrebbe avuto una partita in più per ritrovare il gol che da tanto gli manca, la ciliegina sulla torta di una stagione fantastica. Qualche rimpianto ce l’avrà anche il roccioso difensore Zamuner, nato e cresciuto a San Donà di Piave. Come l’attaccante Luca Bidogia, lui sì a disposizione di Tentoni, desideroso di riscatto in uno stadio che l’ha già visto in campo con Sandonà e SandonàJesolo.

PASSARELLA… O SANDONÀ? Avversario del Treviso, in una sfida completamente inedita, è il Passarella, una frazione di San Donà di Piave. La società del presidente Siciliotto viene da una serie di promozioni che l’hanno portata dalle categorie inferiori fino ai vertici del calcio dilettantistico regionale. La scorsa estate, con la scomparsa del SandonàJesolo e la nascita del Città di San Donà in Terza categoria, i biancoverdi sono diventati la principale realtà calcistica della città, ottenendo il permesso di giocare le gare interne allo stadio Zanutto.
Pur essendo una squadra neopromossa, il Passarella ha recitato fin dalla prima giornata la parte del protagonista in un girone di ferro, mantenendo la testa della classifica per gran parte del girone di andata. Il terzo posto finale, dietro ai cannibali bellunesi del San Giorgio Sedico (vincitore della coppa di categoria e vicecampione regionale di Promozione) e la corazzata Pievigina, è stato migliorato nei play-off. Nei primi due turni ci sono voluti i tempi supplementari per eliminare il Conegliano (1-1) e il Musile (3-1 ai supplementari), che nel derby del Piave si è dovuto arrendere alla doppietta di un ex Treviso. Parliamo del centrocampista Manuel Bianco, ex Triestina in Serie B, tra i protagonisti della difficile stagione in Eccellenza (2009/2010). Ma tante sono le punte di diamante di questo Passarella, squadra collaudata e rocciosa, ben allenata da mister Zorzetto. A cominciare dall’attacco, con il capocannoniere del girone D Michele Santagata (15 gol) a far coppia con Cima (con 6 gol secondo miglior marcatore biancoverde). Altro fiore all’occhiello dei veneziani è il centrocampo, che oltre a Bianco può contare su un altro ex Treviso, il classe ’76  Augusto Davanzo (alcune presenze in Interregionale nei primi anni ’90), e il 34enne Andrea Carli, autore anche di 5 reti in campionato. Squadra esperta, sorniona ed estremamente cinica, come ha dimostrato nel terzo turno play-off al Penzo, contro un Laguna di Venezia apparentemente più in palla.

Questa, tra l’altro, potrebbe essere l’ultima partita del Passarella, almeno in una categoria così prestigiosa nella storia di un piccolo club venuto dai bassifondi del dilettantismo. Quello che sembrava già cosa fatta nel luglio 2013, si realizzerebbe solamente con un anno di ritardo: parliamo della trasformazione del club nel nuovo Sandonà, ipotesi già caldeggiata dal presidente Siciliotto dopo il naufragio del SandonàJesolo di Pavanetto. Lo scorso anno non se n’era fatto nulla, tant’è che in questa stagione lo Zanutto è stato spartito tra il Passarella e il Città di San Donà, seguito in Terza categoria dai tifosi storici del vero Sandonà, scomparso definitivamente nell’estate 2010. Con la promozione in Eccellenza il presidente Siciliotto è tornato alla carica, e questa volta, con più tempo dalla sua parte, sembra che la trasformazione sia molto vicina.

P