La polemica non si è placata, anzi. Dalla commedia si passa al dramma, come si può comprendere scorrendo le pagine sportive del Gazzettino e la tribuna di Treviso. Le ultime interviste a Totera-Continetto e Frandoli dipingono una situazione peggiore del previsto, anche se in questi mesi non ci eravamo fatti grosse illusioni sul nostro futuro. Emblematico lo sfogo del vicepresidente e legale biancoceleste Marcello Totera sul Gazzettino: «Se entro fine della settimana prossima non entrerà nessun imprenditore rassegno le dimissioni da vicepresidente e consegno il titolo sportivo del Treviso al sindaco Manildo». E aggiunge che il debito da saldare si aggirerebbe attorno ai 25mila euro. Il tifoso-vicepresidente è vicino ad alzare bandiera bianca, anche se non esclude il proseguimento della collaborazione se Frandoli riuscisse effettivamente a portare forse fresche. Continetto, invece, dell’attuale presidente non ne vuole proprio sapere: «La prossima settimana – ha dichiarato sempre al Gazzettino spero di chiudere un paio di trattative con altrettanti imprenditori ma, lo ribadisco, non voglio saperne di Frandoli». Ma se gli imprenditori gli portasse Frandoli, sarebbe lui il primo a mettersi da parte. E il presidente, intervistato da la tribuna di Treviso, che dice? Anche Frandoli ha forze economiche da presentare, e «se il problema sono io sono anche disposto a mattermi da parte».

Siamo nuovamente sospesi nel vuoto, vicini alla fine, con diversi attori che recitano la stessa parte, con le stesse battute. E un film visto e rivisto, che segue un canovaccio trito e ritrito. Ci avevamo visto giusto ancora una volta (non che ci volesse uno sforzo particolare dopo i precedenti delle passate stagioni). Tutte quelle voci su imprenditori pronti ad entrare in società erano una bufala volta a tranquilizzare i tifosi, accompagnate dal frasi di rito tipo “la prossima settimana si chiuderà”. Ma quella prossima settimana non arriva mai, e temiamo che la storia si ripeterà.
Non c’è niente da ridere, ma vista da fuori la storia recente del Treviso sembra una barzelletta. Mai una squadra, dopo essere stata in Serie A, era caduta così in basso e in poco tempo (tra il 2006 e il 2009), concedendo il bis solo quattro anni dopo. Tuttavia la situazione attuale dimostra che al peggio non c’è mai fine, e il Treviso potrebbe fare anche di peggio, scomparendo nuovamente a nemmeno un anno dalla seconda “rinascita”.
jesus-facepalm“Io credo, risogergerò, questo Treviso vedrà il salvator…”. Sì, ciao…buona notte. Negli ultimi cinque anni a Treviso è passato il solito circo: avventurieri “squattrinati”, con la lingua abbastanza sciolta per dimostrare tutta la propria insanabile megalomania, sedicenti direttori sportivi che in un mese costruiscono due squadre una più scarsa dell’altra, con il contorno di dirigenti plurifalliti provenienti da fuori regione, magari coinvolti più o meno direttamente negli scandali scomesse che colpiscono puntualmente il calcio italiano. Insomma, tutta gente (anche nostrana) brava a dimostrarci che “el can no move a coa par niente”.
E per qualcuno non è mai un problema tornare…sul luogo del delitto. Poche, veramente poche le persone che tra l’estate 2009 e l’estate 2014 sono arrivate a Treviso con nobili intenti, mossi da autentica passione verso i colori biancocelesti, diposti anche a rimetterci di tasca propria – come del resto facciamo noi tifosi da anni, con magre soddisfazioni e tanti patimenti – senza presentare, al primo che bussa alla porta, richieste assurde per quote senza valore o pagamenti per imprecisati servizi svolti.
Qualcuno dirà: “eh, ma vedi, è per questo che nessuno viene a investire soldi sul Treviso calcio”. Ragionamento che guarda solo una faccia della medaglia. Soggetti di tale risma arrivano sempre quando c’è un vuoto, o una società economicamente allo sbando, basti pensare in che mani era finito il Treviso F.b.c. 1993 – il Treviso di Setten, insomma – prima di fallire la prima volta, appena cinque anni fa. Mentre il successore A.s.d. Treviso 2009, poi F.c. Treviso, andava incontro alla stessa fine, il bersaglio principale era diventato Corvezzo, capace di fare a disfare tutto nel giro di due anni. Vero, ma nessuno si è mai chiesto perché il Treviso, dopo essere rimasto a lungo senza padrone, era finito proprio a lui? Beh, perché nessun’altro, con disponibilità economiche e una programmazione sensata (no i cinque anni in Serie B a cui nessuno poteva credere!) si era fatto avanti per rilevare la società fondata e diretta dal triumvirato Sartori-Frandoli-De Lazzari. Una scatola vuota: un marchio, una prima squadra salva per miracolo in Eccellenza e una juniores provinciale, allora come oggi iscritta per evitare una multa. Il settore giovanile, fino a quel momento uno dei migliori d’Italia, non era stato salvato. E dal nostro punto di vista anche questa è una lacuna che ha impedito la nascita di una società seria, con un progetto a lungo termine. Chi è venuto dopo ha potuto fare ben poco; il principale accusato ha investito (se così si può dire) tutto sulla prima squadra, alla ricerca di una scalata che come previsto si è dimostrata impossibile, quando invece avrebbe dovuto accontentarsi della Serie D, facendo un passo alla volta e dedicando maggiore attenzione al settore giovanile…che in tre anni ha visto continui rimescolamenti nell’organigramma, allenatori e collaboratori scontenti, scioperi,  ammutinamenti, veleni e furgoni senza benzina. Veramente ironico che l’F.c. Treviso con sede al Tenni (!), tenendo in “ostaggio” (secondo l’ideale punto di vista dei tifosi, sia chiaro) il simbolo storico del Treviso F.b.c., sopravviva proprio grazie a qualche squadra giovanile! Dall’altra parte c’è l’esperienza di Treviso Academy, che dopo aver iniziato con con i più piccoli adesso conta anche squadre giovanissimi e allievi, occupando idealmente il vuoto lasciato dal neonato Acd Treviso. Chiaramente, solo a livello provinciale.
Ma tutto questo basta a spiegare il totale disinteresse dell’imprenditoria locale per il Treviso? No. Anche perché non stiamo parlando di Serie B o C, e nemmeno Serie D. Parliamo di Eccellenza e Promozione, categorie dove piccole realtà provinciali riescono a ben figurare per anni, senza subire contraccolpi economici. Se lo fanno loro, come presenze medie che non superano i 100-150 spettatori, perché non si può fare a Treviso, dove in Promozione la media si aggira attorno ai 500? Beh, in parte è anche un problema di “pressione” esercitato dalla storia e dalla piazza: in Eccellenza o Promozione, per una squadra come il Treviso, ci si sente obbligati vincere Ma i costi di queste categorie, partendo dal nulla, e specialmente in questi tempi di crisi economica, sono comunque alti. E a Treviso vengono raddoppiati. A prescindere del danno d’immagine risultato da due fallimenti in quattro anni che rende diffidenti eventuali investitori, e dalla mancanza di un settore giovanile che faciliti un progetto a lungo termine, a Treviso ci sono ostcoli che più di ogni altro sembrano allontanare nuovi imprenditori. Il primo pensiero va all’affitto dello stadio, che in questi anni è rimasto fermo ai canonici 95mila. Ma anche dando credito alle ipotesi di affitto dimezzato – non si sa come – cosa cambierebbe? Se come dicono in tanti per fare un’Eccellenza di alto livello ci vogliono 80-90mila euro, e per l’Eccellenza più del doppio, come può una società a permettersi di pagare anche solo 5-10-20mila euro in più per l’affitto dello stadio? In queste categorie, come si è visto, pesano anche i 120 euro di ammenda per insulti alla terna arbitrale! Così non si andrà da nessuna parte, specialmente a Treviso, dove da destra a sinistra – passando per il centro che le accomuna – due amministrazioni comunali diverse hanno dimostrato lo stesso atteggiamento.
Nel 2013 come nel 2009 si è detto che senza il Tenni non si fa niente, perché è lo stadio storico del Treviso. E senza stadio Tenni il calcio professionistico non potrà mai tornare. Ma di questo passo rischiamo di perdere definitivamente sia il Tenni che il Treviso. Si dice che in città il calcio stia scomodo a qualcuno, e che il fine ultimo sia l’abbattimento del vecchio Comunale a cui siamo tutti affezionati, magari per far posto a un parcheggio o qualche altro tetro condominio. Il tutto, ovviamente, senza il minimo accenno a un’alternativa valida. Del resto anche dopo il fallimento dello scorsa estate lo sciaccallaggio non si era fatto attendere, anche grazie al rilancio della giunta dei compitini, non meno irritante di quella che l’aveva preceduta. Alla fine torniamo sempre al punto di partenza: a Treviso non si può fare calcio, tanto meno giocando al Tenni. La situazione attuale, con una consistente parte del debito rappresentata (tanto per cambiare dall’affitto del Tenni), ne è la (prevedibile) conferma.

1 thought on “VIA CRUCIS Frandoli promette, Totera si dimette? Baratro nuovamente vicino

  1. Si sapeva sarebbe finita così.
    Totera sapeva da un pezzo come stava la situazione..solo che ora dopo aver pagato di tasca propria per salvare la baracca.. è ufficialmente ” incazzato ” con il Baffo e spera che qualcuno facoltoso venga a risolvere le cose. Onore a lui che anche se in ritardo ha avuto le palle di dire come stanno certe cose. Per troppo tempo ha assecondato il duo Frandoli-Sartori. Gente con un pelo sulo stomaco non indifferente a quanto pare. Doveva esplodere prima probabilmente, forse tante cose sarebbero andate diversamente.
    Frandoli ha ragione su un punto però..a che serve un ds ( ipotetico ) troppo appariscente in questo momento dove non si parla di mercato ma di tutt’altro.. e pensare a contattare giocatori per il futuro..se non c’è chi mette i soldi per gestire la stagione 2014-2015?
    A mio avviso gli unici che hanno meritato rispetto e che sono stati ingiustamente esonerati o che hanno scelto di abbandonare ( perchè i primi ad essere contro una parte della dirigenza..e quindi malvisti da chi sosteneva di comandare coi soldi altrui ), sono Piovanelli e Zamprogno. Con niente hanno allenato e costruito una squadra vincente, creando un gruppo che dopo la vittoria 5-0 a Sarcedo era prossimo a vincere il campionato senza difficolta’ nonostante la battuta d’arresto post pausa natalizia in un campo ostico a tutte.Loro a detta dei giocatori più rappresentativi erano i primi a non sopportare il fatto che Frandoli e compagnia volessero soldi( SENZA AVERNE MESSI ) per dare la squadra ad imprenditori più solidi ( vedi presenza a dicembre-gennaio sugli spalti di un possibile acquirente ).
    Se solo qualcuno dei ” senatori ” della squadra parlasse.. molte cose verrebbero a galla.
    Di sicuro in questa situazione di instabilità ed incerteza.. i big della squadra probabilmente faranno un fuggi fuggi generale verso lidi più tranquilli.
    Ciò che conta ora, è quello che Totera in modo serio e maturo sta dicendo, cioè che serve qualcuno che realmente dia stabilità e concretezza. Prima è giusto pensare alla parte societario-economica, poi a quella sportiva. Stabilità vuol dire non i 10-15-20 mila euro, ma cifre più consistenti, se si vuole realmente ricostruire in modo sano.
    Ora e sempre Forza Treviso

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