«Si sapeva che sarebbe finita così, ad ogni modo mi spiace ugualmente, Walter era un simbolo del passato, se non ci fossero stati lui e Totera a quest’ora certamente non saremmo qui a parlare di calcio. Però, se Frandoli non rientrava nei più piani societari, è una scelta legittima». Con queste parole, raccolte da la tribuna di Treviso, il primo tifoso del Treviso Claudio “Caio” Cavallin ha detto la sua sull’esonero dell’ormai ex responsabile del settore giovanile. Seppur con parole diverse, Caio Cavallin ha ribadito il concetto da noi espresso (non solo ieri): Walter Frandoli è stato una bandiera del Treviso anni ’70, da dirigente è intervenuto per due volte, nel 2009 e nel 2013, per costituire una nuova società dopo i fallimenti di Setten e Corvezzo. E questo è stato ribadito anche la scorsa primavera-estate, nonostante certe uscite mediatiche evitabili dell’ex vicepresidente che, in certi delicati, frangenti avrebbe dovuto evitare di rilasciare dichiarazioni e tenere un profilo diverso.
Il presidente Totera nello stesso articolo della tribuna di Treviso aggiunge altri particolari sull’allontamento di Frandoli, che come vedremo continua a negare di essere stato avvertito: «La vera questione – ha precisato il legale – è economica: tutti i soci, io in primis, hanno messo la loro quota, alzandola poi in maniera sensibile, cosa che ha permesso di ripianare gli ultimi debiti; di recente c’è stata anche la decisione di aumentare il capitale sociale, lui invece s’è sempre rifiutato di contribuire. Ed allora mi è sembrato giusto, anche per una forma di rispetto verso gli altri componenti della società, che Walter Frandoli si mettesse da parte». Il massimo dirigente parla di decisione “inevitabile”, che era nell’aria da tempo, come faceva pensare l’assenza di Frandoli durante le partite.
Frandoli che, come detto, pur accettando il “verdetto” del consiglio direttivo, non se ne sta certo andando senza innescare polemiche. Alla tribuna di Treviso conferma che stava già pensando all’addio, dichiarando le proprie perplessità per l’assetto societario, a suo dire nato senza chiarezza e trasparenza. Nell’intervista “a senso unico” de Il Gazzettino di Treviso (aperta dal titolone «Il Treviso caccia il vicepresidente», peccato che il vicepresidente sia il dott. Quercia già da qualche mese), si dichiara «amareggiato e nauseato. L’anno scorso senza borsare soldi, abbiamo chiuso il campionato positivamente, vincendolo. Adesso sono arrivati i fenomeni dell’economia». E qui si torna alla polemica estiva, che su qualche punto non sembra certo dar ragione a Frandoli. Il riferimento è ai debiti dovuti agli ultimi rimborsi spese dell’ultimo mese (e altri pagamenti) non ancora versati dalla società; se se l’architetto minimizzava il passivo, Totera lanciava “l’allarme” per questioni di trasparenza. Inoltre rivelava di aver dovuto sborsare euro di tasca propria per coprire qualche spesa extra, precisando che Frandoli non aveva fatto altrettanto. Anche oggi Frandoli si difende dicendo di aver contribuito economicamente portando sponsorizzazioni: ne la tribuna nomina una banca, ne Il Gazzettino parla di diecimila euro in due mesi.
A dimostrazione che il nodo della questione sia essenzialmente economico, lo dimostra la piccata replica societaria affidata al comunicato pubblicato nel primo pomeriggio sul sito ufficiale.
COMUNICATO UFFICIALE DELLA SOCIETÀ
La società A.C.D.Treviso, nella figura del Presidente Marcello Totera, in riferimento agli articoli apparsi sull’edizione odierna del Gazzettino e la Tribuna di Treviso, sull’esonero dell’Architetto Frandoli dal suo incarico, tiene a specificare delle doverose precisazioni:
“Nell’assemblea dei soci del 3 di Settembre, è stato confermato quello che si era concordato in precedenza e che tutti erano a conoscenza, ovvero che come nuova linea di condotta dell’A.C.D.TREVISO, ogni socio, sottoscritto incluso, avrebbe dovuto versare una quota di 5000 € e l’Architetto Frandoli è stato l’unico che non ha avallato questa strategia societaria . Da qui, la decisione che non facesse più parte dell’organigramma, in quanto in totale disaccordo con tutti gli altri elementi del consiglio direttivo. L’Architetto Walter Frandoli, dice di aver contribuito con 10000 € tramite dei contratti di sponsorizzazione ma ad oggi, non abbiamo visto questo denaro e nemmeno i relativi contratti. Nessuno mette in dubbio che in un recente passato l’Architetto abbia dato anima e cuore per questi colori, ma noi stiamo lavorando per il bene dell’A.C.D. Treviso e chi non sostiene la nostra causa anche in maniera tangibile ovviamente non fa nemmeno gioco di squadra. In secondo luogo, voglio sottolineare che quando abbiamo terminato la stagione scorsa, la situazione debitoria dell’A.C.D. TREVISO era significativa e proprio grazie all’intervento dei nuovi soci che son stati definiti da qualcuno “maghi dell’economia” è stato possibile ripianare il bilancio, altrimenti il calcio a Treviso sarebbe definitivamente sparito”.
Nessuna sorpresa anche dopo questa replica, resa inevitabile dalle dichiarazioni di Frandoli ai quotidiani. Da parte nostra, visti il momento – mancano 48 ore al debutto in campionato – vorremmo chiudere questa polemica mediatica, o “bufera”, come abbiamo letto in queste ore. Rimaniamo dell’idea che sia assurdo parlare di “caos” societari, visto che non ne sono andati (o sono stati esonerati, a seconda del ruolo nell’organigramma societario) il presidente, il suo vice, il direttore sportivo, il medico sociale… o il main sponsor.
In altre società meno importanti della provincia un cambio di assetto dirigenziale simile sarebbe passato quasi inosservato. Frandoli era ai margini da tempo, e dopo l’emblematico “parcheggio” estivo la sua definitiva uscita di scena dall’Acd Treviso era sempre più vicina. In ogni caso il suo addio polemico stride fortemente con le promesse fatte a giugno…
In definitiva, non ci sembra certo uno scossone che possa destabilizzare negativamente società e – soprattutto – squadra alla vigilia del debutto in campionato a Feltre.