Non bastavano i problemi di natura sportiva, il cambio di allenatore, la crisi di risultati e l’infermeria piena. La  vigilia della sfida con il Godega è stata agitata da una notizia che con il campo ha poco a che fare. Una “bomba” sganciata in due tempi, tra sabato e domenica, da Il Gazzettino di Treviso: il Treviso non può più utilizzare il suo stemma storico… e forse non solo quello. «Lo storico stemma (logo) del Treviso, quello fondato nel 1909 e poi ereditato dal Treviso Football Club 1993, quello dichiarato fallito nel 2009 e legato al nome dell’imprenditore opitergino Ettore Setten (valore 150mila euro), appartiene alla curatela del crac», riportava sabato il quotidiano. La sentenza avrebbe confermato «la decisione dei giudici di primo grado, bocciando la causa promossa da Eddi Sartori (avvocato Gianni Santalena) contro il fallimento del Treviso Football club 1993 (avvocato Renato Pastorelli) e l’Asd Treviso 2009, Giorgio De Lazzari e Fc Treviso (non costituiti)». In poche parole, una parte del patrimonio storico del Treviso servirà per pagare i creditori di una società fallita dieci anni fa.
La sentenza rischia di avere conseguenze immediate sul nuovo Treviso, come si comprende leggendo la “seconda parte” nell’edizione di domenica. «Oltre allo storico stemma – si legge nell’articolo – i giudici civili hanno assegnato al “Fallimento del Treviso di Ettore Setten”, e di conseguenza al curatore Gianbattista Rossetti, anche gli storici colori sociali del sodalizio. Nella sostanza il Treviso Academy, oltre al logo “1909-2009”, non potrà più utilizzare nemmeno i classici e storici colori sociali bianco azzurri». Il curatore fallimentare ha già lanciato un segnale verso la società: «Aspetto un cenno da chi ha in uso stemma e colori sociali».

Tutto questo ha suscitato non poche perplessit tra i tifosià: passi lo stemma, ma i colori sociali? Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito a decine e decine di fallimenti societari, molti club come il Treviso sono falliti più volte, ma tutti sono riusciti a ripartire con i colori sociali storici,  una diversa denominazione e un stemma diverso, in attesa di recuperare (all’asta o tramite acquisizione) quello vecchio.
Nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dai massimi dirigenti l’unica preoccupazione riguarda lo stemma. «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica o raccomandata» – ha rivelato a Il Gazzettino di Treviso il presidente del consorzio Treviso Siamo Noi Marco Pinzi, «non ho altre informazioni quindi non saprei cosa aggiungere perché non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. So solo che abbiamo usato il logo del comune di Treviso e questo credo non appartenga a nessuno se non all’ammintrazione di Ca’ Sugana. La settimana prossima cercheremo di capire meglio cos’è successo».
Il presidente del Treviso Academy Luigi Sandri ha ricordato che «a inizio stagione ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo parlato anche dello stemma e il sindaco ci ha tranquillizzati dicendo che lo scudo con la corona veniva utilizzato per tutte le manifestazione sportive patrocinate dall’amministrazione». Tuttavia sembra che altre soluzione fossero già state studiate: «Il grafico che avevamo incaricato per uno studio ce ne aveva preparato uno diverso, più moderno, ma non abbiamo preso in considerazione, appunto, perché non credevamo di avere problemi. Forse ci accusano perché il logo rispetto a quello del Comune è allungato, ma è solo per motivi estetici, non fedo sia così determinante».

Su questo punto, purtroppo, c’è poco da fare: in effetti lo stemma storico del Treviso calcio è molto diverso da quello del comune, con elementi identificativi specifici. Tuttavia niente può impedire al Treviso di crearne un altro che,  seppur con forme diverse, si ispiri a quello del Comune di Treviso. Lo hanno fatto – e continueranno a farlo tanti altri club – in attesa di riprendersi quello storico (o semplicemente per dare una rinfrescata al proprio simbolo). Lo stesso Sandri conferma di avere pronto «il piano B. Faremo delle diverse valutazioni e magari ne creiamo uno di nuovo, dinamico, giovane e moderno che comunque richiama in qualche modo l’attuale. I tifosi ci capirebbero. Essendo una società appena nata qualche errore possiamo commetterlo».

Non c’è molto da rimproverare a una società che in tre mesi scarsi ha rimesso a nuovo il Tenni, creato un consorzio con oltre 50 soci, un club ambizioso e un settore giovanile costituito da 15 formazioni. Come se non bastasse, le ultime notizie dimostrano che la questione dello storico stemma è più fumosa di quanto abbiamo pensato per anni…
In estate non avevamo nascosto il nostro entusiasmo dopo la presentazione della nuova maglia sotto la Loggia dei Trecento. Sembrava fatta: il Treviso nuovamente con “il suo simbolo e la sua storia”, il nostro “bentornato”  allo simbolo stilizzato della città di Treviso che accompagna – con alcune variazioni – la squadra di calcio fin dalla sua fondazione nel 1909. L’illusione è durata meno di tre mesi.

Lo stemma del comune di Treviso e quello del Treviso calcio
                                Lo stemma del Comune di Treviso e quello del Treviso calcio

A dire il vero il giorno della presentazione della maglia, a fine luglio, eravamo rimasti un po’ sorpresi, perché non ci aspettavamo che il nuovo Treviso potesse utilizzare lo stemma storico; nelle settimane precedenti i tifosi avevano dato quasi per scontata la creazione di un nuovo logo, sempre ispirato a quello cittadino ma con uno stile differente. Del resto nella sua lunga storia il Treviso ha usato il simbolo della città in forme più simili al modello “originale”.

1919-1989: due diverse versioni dello stemma cittadino utilizzato dal Treviso calcio
       1919-1989: due diverse versioni dello stemma cittadino utilizzato dal Treviso calcio

Questa certezza era rafforzata dalle esperienze passate. In questi anni i tifosi non hanno mai dimenticato la questione, pur non conoscendo tutti gli aspetti “burocratici”  e affidandosi a quanto affermato dai soggetti coinvolti nelle vicende del Treviso calcio. Una prima questione sul marchio aveva interessato il Treviso Academy fondato nel 2011 come società di puro settore giovanile al fianco del Treviso (appena rinominato F.C.) di Corvezzo – neopromosso in Seconda divisione – per gestire bambini e ragazzi dai Primi calci agli Esordienti. Una collaborazione durata poco, seguita da momenti di tensione e polemiche tra le due realtà, tant’è che l’Academy qualche tempo dopo aveva dovuto cambiare il logo societario, sostituendo il simbolo storico del Treviso con una figura umana che calcia il pallone; il nuovo logo è stato utilizzato fino alla fusione del club con il Nervesa per creare l’attuale Treviso calcio.

Il primo stemma di Treviso Academy e quello utilizzato fino alla fusione della società con il Nervesa
Il primo stemma di Treviso Academy e quello utilizzato negli ultimi 6 anni fino alla fusione della società con il Nervesa per creare il nuovo Treviso calcio

Nel giorno della mancata iscrizione in Lega Pro, nel luglio del 2013, l’ex presidente – davanti alle telecamere di Rete Veneta – aveva dichiarato che senza l’F.c. Treviso non si poteva fare niente perchè il marchio apparteneva a quel club. Ovviamente un mese dopo il alcio cittadino era ripartito con la costituzione dell’Acd Treviso e  gli stessi protagonisti (Sartori e Frandoli) del rocambolesco salvataggio di quattro anno prima. In una delle prime amichevoli (triangolare di Fontane con i locali e l’Union Quinto)  il Treviso era sceso in campo con le stesse maglie utilizzate nel biennio 2004-2006 tra Serie B e Serie A, ma con un pezzo di nastro a coprire il vecchio logo societario: lo stemma stilizzato del comune Treviso dentro l’ovale biancoceleste, con la scritta Treviso F.b.c. Questo stemma era stato utilizzato quasi ogni anno dal Treviso F.b.c. 1993, costituito dopo il fallimento dell’Ac Treviso.

Nelle prime uscite amichevoli, il neonato Acd Treviso aveva dovuto prima coprire e poi rimuovere dalle maglie lo stemma del Treviso Fbc
Nelle prime uscite amichevoli, il neonato Acd Treviso aveva dovuto prima coprire e poi rimuovere dalle maglie lo stemma del Treviso Fbc

A quasi 20 anni di distanza il nuovo Acd Treviso aveva aggirato l’ostacolo rispolverando il vecchio simbolo dell’Ac Treviso: lo stemma stilizzato del comune, ma senza la corona. Il nuovo club aveva giocato le prime quattro partite con una maglia senza logo, comparso per la prima volta in occasione di Treviso-Rossano del 6 ottobre 2013.

Lo stemma utilizzato dal Treviso tra il 2013 e fino alla scomparsa del club con la mancata iscrizione in Promozione, la scorsa estate

Il problema del marchio e della tradizione storica del Treviso (trofei e quant’altro) era tornato alla ribalta nei due anni successivi: nell’estate 2014 con il primo tentativo di trasferimento del Nervesa di Sandri e un anno dopo con la proposta di Lino Diquingiovanni, presidente del Real Vicenza. Nel primo caso si era parlato di fusione tra il Nervesa e il Fc Treviso (sopravvissuto con qualche squadra di bambini), nel secondo sembrava scontato che, in caso di esito positivo, l’imprenditore vicentino avrebbe legittimato l’operazione acquisendo il marchio del vecchio Treviso.
Quattro anni dopo, con la prevedibile scomparsa dell’Acd Treviso quella fusione a lungo osteggiata è stata accettata anche da noi tifosi, l’unico modo per salvaguardare oltre un secolo di storia. Con la nascita del nuovo club e la presentazione delle nuove maglie pensavamo di esserci lasciati alle spalle dieci anni di macerie, invece il passato è tornato a tormentarci con problemi da risolvere… e nuovi interrogativi. Sì, perché visti i recenti sviluppi “giudiziari” è lecito chiedersi come e con quali diritti o accordi sia stato utilizzato il marchio storico del Treviso, anche durante la parentesi Acd Treviso conclusa mestamente lo scorso luglio.

Per quanto riguarda il presente e l’immediato futuro, nell’intervista raccolta da Il Gazzettino il presidente Sandri è stato chiaro: anche se la Cassazione confermasse la sentenza, il consorzio non sborserà mai i 150mila euro richiesti. «Non siamo matti. Un logo non vale quei soldi. Se oltre a questo ci fosse un patrimonio di qualche tipo allora potremmo parlarne ma non certo a queste condizioni. Questi soldi, e molti altri, li spenderemo per mettere a norma lo stadio e potenziare l’attuale rosa, non certo per un logo». In effetti la cifra è incredibile, forse è stata calcolata pensando a un club di Serie B, com’era il Treviso fallito nel 2009? Fatto sta che il Treviso nei dieci anni successivi è stato rifondato altre due volte e da sette anni gioca tra Eccellenza e Promozione, la sua storia e la sua tradizione sono state smembrate e svalutate.
La società studierà la situazione e, se tutto dovesse essere confermato, si vedrebbe costretta ad adottare un nuovo logo. Ipotesi che, come abbiamo visto, è già stata presa in considerazione: in questo caso non sarebbe un’idea assurda coinvolgere i tifosi nella scelta del nuovo stemma.

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