Mister Cunico al Tenn con la maglia del Treviso (foto tuttocampo)

Mister Cunico al Tenni con la maglia del Treviso (foto tuttocampo)
Mister Cunico al Tenni con la maglia del Treviso (foto tuttocampo)

Mercoledì pomeriggio il Treviso ha presentato il nuovo tecnico e, visto il nome (peraltro già anticipato la settimana precedente dalla stampa locale), i tifosi hanno tirato un piccolo sospiro di sollievo sulla coninuità del progetto, perché solitamente il vicentino Enrico Cunico, classe ’69, allena in società economicamente forti e ambiziose. Certo, come sappiamo nel calcio (specialmente a Treviso) tutto questo non è sempre sinonimo di successo, anzi, ma l’arrivo di un allenatore di questo spessore conferma che il progetto di rilancio del club affidato al consorzio “Treviso Siamo Noi” è ancora vivo nonostante il difficile momento che stiamo vivendo dopo il dramma della pandemia.
Cunico ha vinto diversi campionati tra Promozione ed Eccellenza, mentre in Serie D ha sfiorato più volte il salto nei professionisti arrivando secondo dietro alla corazzata di turno. Nella stagione 2008/2009 con l’EuroTezze arriva secondo dietro alla Sacilese, mentre due anni dopo, nel campionato 2010/2011 è proprio il Treviso a dargli un dispiacere sulla panchina dell’Unione Venezia. Un campionato per noi leggendario, vinto dopo un lungo duello simbolicamente vinto con la stoica resistenza dei biancocelesti in dieci uomini a Sant’Elena. Una partita finita in parità tra le polemiche per l’arbitraggio dell’allora sconosciuto Juan Luca Sacchi (ora stabilmente tra Serie A e B) e del guardalinee: l’assurda espulsione di Perna per doppia ammonizione dopo aver segnato il gol del vantaggio iniziale e il gol della probabile vittoria unionista dell’altro Ferretti (quello argentino) per un fuorigioco che probabilmente non c’era. Nel novembre 2011 subentra a Mauro Fontana sulla panchina dell’ambizioso Marano del compianto Rino Dalle Rive: prima arriva terzo dietro al Trissino e al Real Vicenza di Diquigiovanni, l’anno successi stravince il girone A dell’Eccellenza davanti al Vigasio. Ma la stagione 2013/2014 vede un finale ben più amaro rispetto al campionato vinto dal Treviso: il testa a testa con il Pordenone di Lovisa è uno dei più belli di sempre, ma all’ultima giornata, quando sembra tutto pronto per lo spareggio succede l’incredibile. I ramarri vincono in trasferta nella ripresa a Este, i bianconeri di Cunico si fanno fermare dal Monfalcone impegnato nella lotta salvezza. Dopo la delusione il Marano diventa Altovicentino per puntare ancora più deciso alla Lega Pro, ma ancora una volta ci si mette di mezzo una corazzata imbattibile, il Padova appena ripartito dopo il fallimento. Stavolta non c’è proprio storia, l’idillio si rompe e a dicembre il sorpasso dei biancoscudati ne causa l’esonero; i vicentini finiranno comunque secondi a -15. Nella stagione 2015/2016 subentra sulla panchina della neonata Luparense San Paolo di Zarattini, prendendo il posto dell’ex Treviso Daniele Pasa a settembre. Solo un sesto posto finale con Zarattini che abbandona subito il progetto per dedicarsi all’altra prima squadra in Prima categoria e al calcio a 5. Nell’annata 2016/2017 Cunico resta nel padovano con l’ambizioso Campodarsego, ma in ottobre viene esonerato dopo la sconfitta di coppa con l’Adriese e il -8 dalla Triestina capolista (i padovani finirannoa -12 dalla Triestina e -20 dal Mestre). Nella stagione 2017/2018 si riforma il connubio con Zarattini: a febbraio subentra all’esonerato Parteli (quest’anno avversario sulla panchina del Cavarzano) e vince la Promozione. Nella stagione successiva, dopo che Zarattini ha clamorosamente chiuso il club italiano più vincente nel calcio a 5, Cunico conduce i lupi alla terza promozione di fila, ma in estate qualche incomprensione porta alla rottura di un matrimonio vincente. Zarattini per la terza estate consecutiva rivoluziona la squadra, anche troppo, e chiama l’ex difensore del Treviso Centurioni in panchina, ma a settembre richiama Cunico; tuttavia la svolta non arriva e a febbraio è lo stesso mister vicentino a rassegnare le dimissioni.

Ai tempi dell’Altovicentino si vociferava che l’esonero fosse arrivato dopo un duro confronto con alcuni giocatori. Di sicuro Cunico è un allenatore dal carattere forte e dai giocatori pretende molto, come ha fatto intendere chiaramente nelle dichiarazioni rilasciate durante la presentazione al Tenni. Particolarmente importante, per quanto riguarda il futuro prossimo, l’intervento del patron Luigi Sandri. Il nodo più importante, dopo la scontata chiusura anticipata della stagione sportiva, è la categoria in cui giocherà il Treviso: Promozione o Eccellenza? Molto dipenderà dalle decisioni del Consiglio Federale, che stabilirà i criteri per promozioni e retrocessioni anche nei campionati dilettantistici, prendendo in considerazione le varie proposte arrivate dai comitati regionali. In Serie D le quattro retrocessioni per girone hanno provocato una rivolta dei club coinvolti (le due venete sono le veronesi Vigasio e Villafranca). Stando alle dichiarazioni del presidente del Comitato Regionale Veneto Ruzza e del suo vice la proposta più gradita riguardarebbe la promozione delle prime classificate e nessuna retrocessione; in alternativa si pensa alla retrocessione solo dell’ultima classificata. Ma qualche giorno fa il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Sibilia è stato chiaro: c’è la volontà di premiare il merito e penalizzare il demerito.
Una certezza, se non altro c’è già: qualche settimana fa Comitato Regionale Veneto ha deciso l’allargamento dei girone di Eccellenza a 18 squadre per premiare il merito sportivo di più squadre, non solo le prime. Tuttavia la situazione, almeno per il momento, non è affatto positiva per il Treviso. Non si sanno ancora i criteri per stabilire la griglia dei ripescaggi, ma come ha ammesso Sandri il Treviso non si trova in una posizione favorevole:  nel girone A Montorio (41 punti), nel girone B Schio (48 punti) e Scardovari (42 punti). Solo 39 per il Treviso, che a parte l’impietoso -16 dall’Opitergina è la seconda classificata con meno punti.
Sandri spera che per il Treviso possa contare la questione stadio e gli ottimi risultati del settore giovanile, ma al momento è difficile, per esempio, pensare di stare davanti a Schio e Scardovari, che peraltro si sarebbero dovute affrontare come semifinaliste del Trofeo Regione Veneto, la coppa di categoria che regala alla prima classificata (o alla seconda, se la vincitrice vince il campioanto) il primo posto nella graduatoria dei ripescaggi.
Facendo un po’ di conti le due retrocesse venete dalla Serie D verrebbero sostituite dalle neopromosse Sona (girone A) e San Giorgio Sedico (girone B), con i belluensi che al momento dello stop avevano un solo punto di vantaggio sull’ambizioso Portogruaro. 32 totali squadre aventi diritto, ma visto l’allargamento a 18 squadre per girone, con l’eventuale blocco retrocessioni ci sarebbero solo i 4 posti per le 4 neopromosse dalla Promozione: Pescantina Settimo (A), Bassano (B), San Giorgio in Bosco (C) E Opitergina (D). Dunque anche in caso di via libera alla retrocessione delle ultime di ogni gironi il Treviso sarebbe fuori dai ripescaggi perché i due posti liberati, visto quanto detto in precedenza, quasi certamente verrebbero presi dalle due migliori seconde (e semifinaliste di coppa), Schio e Scardovari. Dunque, sempre che a sorpresa non si decida per retrocedsere più di una squadra per ogni girone, il Treviso deve sperare in qualche defezione e/o il ripescaggio in Serie D di altre squadre come il Portogruaro o il Sandonà vincitore dela fase veneta della Coppa Italia Dilettanti ma solo sesto in campionato (fuori dai play-off) nonostante una campagna acquisti forse superiore a quella del Portogruaro.

Inutile dire che un altro anno in Promozione rappreseneterebbe una mazzata per l’ambiente, poco da fare. Purtroppo la stagione, se si considera anche la prematura uscita dal quadrangolare estivo della coppa, è stata un mezzo fallimento. L’emergenza sanitaria e lo stop ci hanno tolto la possibilità di una rimonta in chiave play-off come nella stagione 2013/2014 (vittoria in finale allo Zanutto contro il Passarella, ora Sandonà)… o ci ha risparmiato l’ennesima delusione? I dubbi sono tanti, perché in sei mesi questa squadra ci aveva abituato a tutto.
Uscire dai play-off del girone B o perdere le due partite dei play-off nazionale avrebbe posto il Treviso in una posizione anche peggiore di quella attuale. Il campioanto si è concluso quando il Treviso erano comunque secondo con merito, grazie al miglior attacco e la seconda differenza reti positiva. Il problema è un altro. Essere secondi ci poteva stare visto lo straordinario campionato dell’Opitergina, ma il -16 dalle furie rosse e i distacchi ravvicinati dalle altre (modeste) avversarie rendono il campionato appena concluso un mezzo fallimento, viste le risorse investite e le premesse estive. Un piccolo merito sportivo è stato guadagnato, ma niente a confronto con il Treviso dei campionati 2013/2014 e 2017/2018 – rispettivamente vincitrice dei play-off regionali e della coppa – due squadre che si erano giocate anche il primo posto in campionato.

Adesso non ci rimane che attendere nell’ennesima estate agitata, consapevoli che molte cose potrebbero ancora cambiare nei prossimi mesi. Per esempio, oltre alla crisi economica che contribuirà al parziale o totale disimpegno di molti sponsor, quanto peserà il protocollo sanitario che verrà imposto ai dilettanti sulle scelte di tante società? Oltre all’aumento dei costi, insostenibile per alcuni, già si discute (un po’ come accade parallelamente nei campionati professionisti) sulla sua applicabilità.

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