Il Mestre agli ordini di Zecchin durante il raduno estivo (foto facebook A.C. Mestre)

Treviso contro Mestre, il Derby con la lettera maiuscola, una rivalità che per molti va oltre quella nel calcio e lo sport in generale (non vanno dimenticati i sentiti derby del basket in tempi ormai troppo lontani). Nell’ultimo decennio la metropoli alle porte di Venezia ha ritrovato una sua dignità calcistica riassaporando, seppur brevemente, il fascino del professionismo. Il club, come si vede nello stemma ufficiale, vanta due date di fondazione, richiamando la tradizione ereditata dalle due squadre, Mestre (1909) e Mestrina (1929) che hanno calcato il manto erboso del Baracca nei primi decenni del ‘900. Nel corso della sua storia il club arancionero ha modificato più volte il nome, difendendolo perlopiù nel campionato di Serie C (46 partecipazioni). Il Mestre/Mestrina è riuscito a stabilizzarsi nella categoria, riconquistandola sempre entro un paio di stagioni dopo qualche breve ricaduta nel dilettantismo.
Tutto era cambiato col fatidico 1987 e la discussa fusione con gli odiati rivali del Venezia e la nascita del VeneziaMestre… denominazione abbandonata appena tre anni dopo, scontentando ulteriormente i mestrini. Così nel 1991 i fratelli Mognato avevano trasformato La Malcontenta nella nuova Mestrina, adottando la denominazione Mestre dopo due anni. Al quarto campionato di Eccellenza (1994/1995) consecutivo gli arancioneri erano tornati in Serie  D, riconquistando al primo tentativo il professionismo… ma non il derby con il Treviso, che nello stesso periodo stava scalando le categorie con Pillon. Nelle sette stagioni in C2 erano arrivati piazzamenti tra il 9° e il 12° posto, ma nell’unico campionato di vertice (2000/2001) al terzo posto era seguita la finale play-off persa contro la Triestina allenata da Ezio Rossi. Due anni anni la caduta nell’oblio: 14° posto, retrocessione in D dopo i play-out e, in estate, il fallimento. Inizia il periodo peggiore della centenaria storia arancionera. Il Mestre riparte dalla Terza categoria e, tra qualche vittorie sul campo e cambi di denominazione, conquista la Promozione grazie al titolo del Martellago (2005). Mentre il club più blasonato vivacchiava tra Promozione e Prima categoria, nello stesso periodo il primato cittadino (se si esclude il Venezia unionista) è stato mantenuto dall’Edo Mestre dei fratelli Luppari, stabilmente in Eccellenza e più volte vicino alla Serie D.
Il club fondato nel 1962 cessa di esistere nel 2014, l’anno della grande svola per il calcio mestrino. Una cordata di imprenditori titolare del marchio A.C. Mestre rileva l’Edo Mestre trasformandolo nella Mestrina arancionera, mentre in Prima categoria il Mestre “sopravvissuto” nelle categorie meno nobili del dilettantismo viene rilevato dall’ambizioso Stefano Serena. Due società con un unico intento, perché nonostante qualche frizione iniziale vengono poste le basi per la vera rinascita del calcio cittadino. In Eccellenza grazie alla Mestrina torna dopo 24 anni il derby con il Treviso, mentre il Mestre vince il girone di Prima categoria e la Coppa Veneto.

Treviso-Mestrina (25)
Alta tensione dopo l’acceso finale di Treviso-Mestrina del 28 settembre 2014 in Eccellenza. Al gol del vantaggio di Gnago aveva risposto Conte nel recupero del secondo tempo (la tribuna di Treviso)

Nell’estate 2015, quindi, la tanto attesa, vera rinascita: attraverso un complicato trasferimenti di titoli sportivi (cambi di sede e denominazione) a tre con Spinea e Union Pro Mogliano Preganziol, il Mestre riparte dalla Serie D e, al primo anno, va in scena il derby contro gli odiati unionisti. Nel campionato 2016/2017 il sogno si realizza: gli arancioneri, trascinati dai gol di Dario Sottovia, vince il campionato davanti alla Triestina, vendicando la sconfitta dei play-off di C2 di 16 anni prima. Il ritorno in Serie C è lontano dal Baracca (non a norma per la categoria) e gli arancioneri sono costretti all’esilio a Portogruaro. La stagione è entusiasmante e si conclude ai play-off, ma in estate Serena, sfiduciato dal mancato appoggio di imprenditoria locale e politica (questione stadio), decide di rinunciare alla categoria e ripartire dall’Eccellenza.
Inizia la storia recente del Mestre, con l’ex Padova Gianpietro Zecchin che da bandiera in campo diventa allenatore. Dopo il secondo posto dietro la corazzata Luparense, gli arancioneri vincono i play-off riconquistando subito la Serie D. In quel campionato di Eccellenza il Mestre batte sia all’andata che al ritorno un Treviso già allo sbando societario. In questi quattro anni sono arrivati piazzamenti onorevoli ma nessuna partecipazione ai play-off, visto che il quinto posto del 2020 è rimasto virtuale in un campionato interrotto per l’emergenza Covid. Nella scorsa stagione il peggior risultato dal momento della rifondazione: un 11° posto che ha scontentato il presidente Serena.

Il Mestre agli ordini di Zecchin durante il raduno estivo (foto facebook A.C. Mestre)
   Il Mestre agli ordini di Zecchin durante il raduno estivo (foto facebook A.C. Mestre)

Smaltito  la delusione, la dirigenza ha scelto di rivoluzionare la rosa. Particolarmente discusso, almeno inizialmente, l’addio al capitano Guido Sebastian Correggiano, diventato idolo della tifoseria dopo la ripartenza dall’Eccellenza nell’estate 2018. L’attacco titolare è stato sostanzialmente smantellato, visto anche l’addio a Davide D’Appolonia (Spinea), Luca Nicoloso (Portogruaro), Julian Cardellino e Filippo Segalina (entrambi al Montecchio Maggiore); via anche il regista Matteo Chin, già in arancionero nel triennio 2018-2021 e tornato a Mestre lo scorso dicembre dopo la breve parentesi nel Treviso di Cunico. Uno dei pochi confermati è stato il nuovo capitano Filippo Carini. Classe ’90, è un difensore centrale arrivato nell’estate 2022 a Mestre dopo un’ottima carriera in Serie C (Lecce, Forlì, Mantova e Trento). Fondamentale, poi, la conferma del gioiellino scuola Padova Tommaso Miccoli (2004), centrocampista dalle spiccate doti offensive che, dopo il suo innesto a gennaio, ha segnato 6 gol. Per il resto tanti nuovi arrivi, anche se questa rivoluzione ha visto il ritorno al Baracca di cinque vecchie conoscenze. In difesa Marco Frison (1995), già in arancionero nella stagione 2020/2021 e proveniente dal Cjarlins Muzane. Dopo la prima esperienza a Mestre nella vittoriosa Serie D 2016/2017, Matteo Pinton (1998) ha calcato anche i campi della C con le maglie di Virtus Verona e Mantova, da cui proviene. Alberto Briganti (2001), dopo l’esperienza da under (2020/2021) ha giocato con Cjarlins Muzane e Adriese.  A centrocampo riecco due bandiere protagoniste del Mestre di Zironelli. Andrea Boscolo Papo (1990), dopo il triennio 2015-2018 ha giocato con Modena e sempre in D con Adriese, Manzanese e Luparense. Arriva da San Martino anche il compagno di reparto Stefano Casarotto (1996), al suo secondo ritorno dopo quello dell’estate 2020. In mezzo, esperienza in C con la Virtus Verona e, nell’ultimio biennio, con due big della categoria come Chioggia e i lupi. In totale erano 17 i volti nuovi presenti al raduno estivo del Baracca. La difesa della porta è stata affidata al classe 2005 Oumaro Yabre. I tifosi biancocelesti se lo ricorderanno con la maglia del LiaPiave in Eccellenza, la scorsa stagione. Se lo scorso 16 aprile i biancocelesti non hanno vinto il campionato con una giornata di anticipo, facendoci passare una settimana da incubo, una parte del “merito” va anche a questo giocatore, protagonista di interventi decisivi a dispetto della giovanissima età. Non a caso è stato eletto miglior portiere del girone. Se difesa e centrocampo sono formati da veterani arancioneri, l’attacco, come visto in precedenza, è stato rivoluzionato. Il colpo più importante è sicuramente Lorenzo Barzon, fantasista classe ’99 reduce dall’ottimo triennio a Cartigliano. In estate è stato protagonista di un tira e molla legato alla telenovela bassanese, venendo dato per certo ai giallorossi o al Mestre a seconda delle ultime indiscrezioni sulla nota fusione che doveva coinvolgere il suo ex club. A fargli compagnia in attacco l’albanese Akileu Ndreca (2000) dal Ravenna, ex Montebelluna e Chioggia, dove ha vissuto la sua stagione migliore (11 gol nella Serie D 2020/2021). Accanto a loro, due classe 2002. Gianluca De Leo, pur essendo giovane, fa parte della pattuglia di giocatori tornati dopo qualche anno. Dopo il debutto da under tre anni fa in arancionero ha giocato con Dolomiti Bellunesi e Luparense. Tommaso Carli, invece, è stato avversario del Treviso in Eccellenza, dove con la maglia del Sandonà ha segnato 14 gol in due stagioni.
Una rivoluzione “soft” per Zecchin, che avendo allenato quasi ininterrottamente il Mestre negli ultimi cinque anni ha potuto modellare il suo collaudato 3-5-2 su un gruppo rodato. E, dopo due anni deludenti, i risultati stanno arrivando. A un anno di distanza la situazione è completamente ribaltata, non un filotto di sconfitte ma una partenza bruciante: cinque vittorie di fila e primato in solitaria, unica squadra della D a punteggio pieno insieme al Trapani, che non può gustarsi la vetta avendo una partita in meno. La stagione ufficiale era inziata con la sconfitta di coppa contro la Luparense, vendicata due settimana dopo nella tana dei lupi con identico risultato (1-2). In mezzo l’agile debutto casalingo contro il Montebelluna (2-0), risultato ripetuto con il ritorno al Baracca con il Montecchio. Più sofferta la vittoria esterna a Chions (1-2), ottenuta nella parte finale di gara contro una squadra che aveva da poco umiliato la corazzata Cjarlin Muzane. Il Mestre arriva al derby dopo il successo per 3 a 2 sui bresciani del Breno, un successo più sofferto del previsto a casa di qualche errore di troppo sotto porta, mentre la difesa ha forse risentito dell’uscita per infortunio dopo solo mezz’ora del perno difensivo, capitan Carini.

Sarebbe un’assenza importante per il Mestre, ma il Treviso ha guai più grossi. Oltre a Perticone, che dovrà scontare la terza e ultima giornata di squalifica per il rosso diretto a Este, Florindo deve fare i conti con infortuni e acciacchi. Stando alle notizie riportate anche in settimana dalla stampa locale, sarà ancora indisponibile Sottovia, senza dimenticare che al Mecchia è uscito per infortunio l’altro grande ex Beccaro e De Respinis. Leite, che in estate sembrava vicino proprio a Mestre, dopo il lungo infortunio di agosto e due spezzoni nelle prime due partite è finito ancora ko. Un bel guaio ma non proprio una sorpresa, il  brasiliano era stato frenato dagli infortuni anche nella sua precedente esperienza italiana.
Il Treviso sembra in crescita ma, nonostante i due successi, le ultime prestazioni non hanno pienamente convinto i tifosi. Ecco perché la partita contro il Mestre sarà fondamentale per capire cosa aspettarcida una squadra che recentemente ha stravolto il proprio assetto tattico adottando un modulo speculare a quello degli arancioneri. Il Mestre, capolista solitaria, si presenta come favorito per quel che si è visto finora. La squadra, seppur completamente rinnovata, gioca già a memoria. La sua forza sembra il collettivo, un gruppo giovane che nelle prime partite ha impressionato per la capacità di creare tante occasioni e segnare pur non avendo un vero e proprio bomber d’area.

Per questa partita il pareggio potrebbe andare bene a entrambe perché darebbe continuità di risultati, ma il derby è il derby e in settimana le pressioni delle piazze si sono fatte sentire, un po’ più a Mestre a giudicare dal “termometro” dei social. Il Mestre ci arriva sull’onda dell’entusiasmo, i tifosi hanno tappezzato le strade con inviti al ritrovo per la trasferta in treno.

Il Treviso, dal canto suo, cercherà l’impresa per ritrovare un successo in campionato che al Tenni manca dal 5 novembre 1967 in C: 2-0 firmato da Bianco e Mognon. Considerando gli ultimi 4 precedenti in Eccellenza (2014/2015 con la Mestrina e 2018/2019 con il Mestre), Treviso-Mestre non è solo il Derby ma la partita più giocata nella storia dei biancocelesti. Con 60 precedenti il Mestre ha superato i 58 dell’Udinese. In totale le sfide in campionato sono 60 (11 in Coppa Italia): 21 vittorie del Treviso, 18 del Mestre/Mestrina e 21 pareggi. A Treviso i precedenti sono 30: 12 vinte, 13 pareggi e 5 sconfitte.

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