Mentre il ritiro di Lancenigo volge al termine (il soggiorno finirà domani), sale l’attesa per la compilazione dei gironi di Serie D e il primo turno della Coppa Italia. Tanto per non perdere l’abitudine al rinvio, l’annuncio è slittato a martedì 10 agosto causa la discussione sull’inserimento di alcune squadre in sovrannumero. Il primo problema è rappresentato da Gaeta e Bojano, due escluse che hanno presentato ricorso, anche se solo la prima avrebbe ottime chances di farcela. Il secondo punto di discussione riguarda le squadre fallite da inserire in sovrannumero: ok per Perugia, Rimini, Mantova e Arezzo, mentre l’ingarbugliata situazione dell’Ancona dovrebbe risolversi solo con l’iscrizione all’Eccellenza, con il cambio di denominazione del Piano San Lazzaro in PSL Ancona. Tutto rinviato dunque.
Intanto si è appreso che per tutto agosto lo stadio Tenni sarà sottoposto a un importante lavoro di manutenzione. Innanzitutto verrà rifatto il manto erboso, che comunque è apparso in condizioni accettabili nell’amichevole contro la Pievigina. Inoltre verranno migliorate alcune strutture interne, a cominciare dagli spogliatoi. I lavori dovrebbero terminare per l’inzio del campionato, ma è chiaro che il debutto nella Coppa Italia della Serie D sarà in trasferta. Tutti questi lavori rientrano nel piano di rilancio di Renzo Corvezzo, che all’inzio della sua avventura da presidente biancoceleste non aveva nascosto l’intenzione di attuare, in un futuro non troppo lontano, una consistente risistemazione del centro sportivo di Lancenigo (di proprietà della Provincia), che dopo l’abbandono degli ultimi anni necessita di qualche intervento straordinario.
Si chiarisce su più fronti il progetto di Corvezzo, ma nel pensare al rifacimento del mitico manto erboso dello stadio Tenni, i tifosi si ricorderanno sicuramente dello stato pietoso in cui era ridotto il tempio del calcio trevigiano nell’agosto 2009. La scorsa estate, mentre fuori si combatteva per la sopravvivenza del neocentenario Treviso calcio, il campo si trasformava in un enorme campo di patate e l’erba cresceva a dismisura. Era l’emblema dell’incubo vissuto da tutti i tifosi biancocelesti, già in apprensione per una squadra senza campionato, mentre da Ca’ Sugana giungevano agghiaccianti proposte su un possibile smantellamento di una struttura che a qualcuno poteva sembrare inutile. A un anno di distanza le ombre che aleggiavano sul Tenni ci sono ancora ma il calcio Treviso, anche grazie alla “triade” Sartori-Frandoli-De Lazzari, esiste ancora e giocherà in quella che da quasi ottant’anni è la casa di tutti i tifosi trevigiani.