Chiesa di QuintoDopo una estenuante e lunghissima trasferta di circa 10 minuti e mezzo di macchina, arriviamo a Quinto di Treviso! Voglio essere franco, può quasi sembrare una barzelletta che vi introduca alla trasferta di questo paese e non è uno dei posti più turistici che la nostra bella provincia racchiude. Ma merita comunque la nostra attenzione… e la nostra considerazione per gli aspetti artistici e culturali.
Quinto non arriva neanche ai 10mila abitanti. Tra i luoghi di interesse la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire: l’attuale parrocchiale, intitolata a San Giorgio Martire, fu quasi completamente ricostruita su progetto di Antonio Beni nel secondo dopoguerra. Del vecchio edificio, originario del XIV secolo, fanno parte due affreschi del XV secolo e due dipinti del Pozzoserrato; questi ultimi facevano parte di un trittico che si completava con un’opera oggi conservata nella cappelletta di villa Giordani-Valeri. Merita una visita anche la chiesa di San Cassiano: di origini molto antiche, conserva alcuni pregevoli opere: l’altare ligneo, con un polittico di un maestro veneziano XVI secolo; il soffitto è di Jacopo Guarana (1758), e da ricordare sono pure le tele di Lattanzio Querena e Ascanio Spineda. Degno di nota è pure il fonte battesimale in pietra d’Istria (datato 1317) e l’ottocentesco organo “fonocromico” di Giovanni Battista De Lorenzi. Il campanile, che è di origini medievali, conserva tre campane.
Bigoli all'anatraMa dopo esserci dedicati alla visita di Quinto e aver passeggiato con aria incantata attraverso la romantica via Noalese dedichiamoci alla ricerca di un posticino dove andare a mangiare. Si mangia tipico trevigiano signori! Facciamoci venire l’acquolina in bocca prima di iniziare a banchettare come dei veri professionisti del consumo di cibo prepartita. Tra gli altri primi piatti tipici vi sono fumanti zuppe di cereali e ortaggi, risotti, pasta e fagioli, bigoli con sugo d’anatra e zuppe di trippe. Trasversale a ogni tempo è la polenta, che accompagna la cacciagione e gli svariati tipi di carne degli animali da cortile o gli svariati pesci di fiume: agnello o capretto al forno, coniglio in tegame, costine di maiale, oca arrosto o in umido, spezzatini, gligliate, anguilla in umido, baccalà… Un piatto classico è il bollito, accompagnato dalle verdure sott’aceto. Da non perdere anche l’oca arrosto con il sedano in insalata e il capriolo con salva all’uvetta. I vegetariani però non rimarranno delusi, perchè la polenza si sposa superbamente coi rinomati formaggi locali: Montasio, Morlacco, Asiago, il formaggio di malga, la ricotta e il “formajo imbriago”, maturato in mosto e vinacce. Da bere non fatevi scappare un buon prosecco. Potete in ogni caso puntare senza esitazioni sul cabernet, il merlot, il tocai e il verduzzo.
Dopo questo rifornimento dirigiamoci allo stadio Tenni (no non è il prosecco che fa effetto, semplicemente lo stadio del Quinto ha un nome uguale al nostro mitico Tenni) e sosteniamo anche oggi e con tutta la voce i nostri colori!

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