SCINTILLE Reggiani ai ferri corti con la societàCom’era facile intuire, le dichiarazioni di Traini nei confronti di Bellato – e i tre dirigenti di cui è garante – erano troppo pesanti per non provocare la reazione dei diretti interessati. La replica non si è fatta attendere, ed è pesantissima, di quelle che fanno male, e non tanto perché confermano alcuni giudizi poco lusinghieri dei tifosi sui soggetti che sono attualmente alla guida della “società”, ma perché testimoniano quanto sia veramente a rischio l’iscrizione al prossimo campionato di Prima divisione e il secondo fallimento in tre anni.
REGGIANI A MUSO DURO A parlare non è Bellato stavolta, ma Ivano Reggiani, il designato direttore generale dell’F.C. Treviso. Il consulente di mercato italiano del Boca Juniors ha affidato il suo pesante sfogo alle pagine de Il Gazzettino di Treviso: “Premetto che sono nel calcio da molti anni e non ho mai avuto il piacere di sentire parlare di Traini. Mi sono però informato e le notizie che ho avuto non sono da tappeto rosso. Intanto preciso che questo personaggio non può ricoprire alcun ruolo in una società di calcio perché non è inserito nell’albo dei direttori sportivi, dei consulenti di mercato e in nessuna altra figura dirigenziale e quindi sto pensando di denunciarlo ma questo potrebbe ripercuotersi anche sulla società”. Reggiani ha risposto anche all’accusa secondo cui lui, Bellato, Materazzi e Orlando starebbero cercando solo pubblicità: per smentire quest’ipotesi, sbotta Reggiani, basta guardare i rispettivi curricula.
Ma non tutti sembrano fidarsi. L’altro giorno vi avevamo parlato di quell’imprenditore qualificatosi come “socio” e intervenuto nella gruppo facebook Forza Treviso Fbc per difendere la “società” dalle critiche dei tifosi. Ebbene, il primo intervento riguardava proprio Bellato e Reggiani. Accuse importanti, in particolare verso il secondo…E pensare che nella conferenza stampa di presentazione della nuova “triade” lo stesso Corvezzo aveva parlato così bene di loro. Lui sembrava entusiasta, altri componenti della società, a giudicare dalle facce scure, assolutamente no. Avevano capito che quei tre-quattro cercavano solo pubblicità o avevano compreso che con quella presunta svolta societaria per loro non ci sarebbe stato futuro?

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Una cosa è sicura, in quella conferenza stampa di metà marzo erano state dette cose interessanti, condivisibili; per esempio che una società come il Treviso, in Serie C, non poteva permettersi di avere una pizzeria come  main sponsor. Mancava ancora un mese all’ufficializzazione della sponsorizzazione con Faville (un “accomodamento” per ripianare, almeno in parte, il debito di 40mila euro che Fagotto aveva denunciato alla stampa???), eppure i nuovi arrivati dimostrarono di saper già molte cose. Adesso che è saltato tutto e il Treviso sembra sprofondare verso il secondo fallimento in tre anni, il terzo in meno di vent’anni, siamo costretti ad assistere anche a questo scambio di accuse al veleno. Un teatrino che non risolve i problemi. Il problema è che da ambo le parti non c’è chiarezza. Per carità, lasciamo da parte l’F.C. Treviso (ormai è come sparare sulla croce rossa) per rivolgere una domanda anche a quelli che vorrebbero sostituirsi all’attuale “dirigenza”: un qualche tipo di offerta al signor Renzo Corvezzo l’avete fatta o no? 

SENZA FUTURO Nell’intervista del Gazzettino di Treviso Reggiani entra nel merito, ma fa intendere che le posizioni sono inconciliabili. “Non c’erano e non ci sono i presupposti per lavorare. Il nostro gruppo ha ancora le potenzialità per portarlo avanti ma alle nostre richieste Corvezzo non si è fatto sentire e neppure vedere. Dobbiamo riconoscere il merito delle due promozioni consecutive ma non c’è una struttura societaria, non c’è settore giovanile e non c’è un progetto”. 
Insomma per Reggiani “non c’è futuro, questa società è destinata a fallire”, e la stessa iscrizione in Prima divisione sembra impossibile, poichè “i debiti sono enormi, tra  un mese si dovrà pagare 600mila euro  di fidejussione”, che secondo lui Corvezzo non sarebbe in grado di garantire e “che la Banca Treviso non può anticipare perché la Popolare di Marostica, socia di maggioranza, ha bloccato tutta  l’operazione”. Insomma, il Treviso è spacciato.
Un ultima perla Reggiani ce la regala parlando di Panarelli: veniamo a sapere che l’ha voluto lui a Treviso (in effetti, entramabi sono stati presentati lo stesso giorno), che il difensore tarantino è stato sfrattato tre volte dall’albergo (allora è in buona compagnia!) e che quando, recentemente, si è rivolto a Corvezzo per avere gli ultimi arretrati il presidente gli ha detto di chiederli a Reggiani stesso. 
Che il Treviso abbia poche speranze lo sostiene pure un noto politico locale, tifosissimo del Treviso (ma chi sarà mai…?), che interpellato da un giovane supporter sul futuro dei biancocelesti avrebbe risposto a colpo sicuro: “QUESTA SOCIETA’ NON HA FUTURO”. Grazie, avevamo…qualche “sospetto”.
Intanto il Treviso sta sprofondando nuovamente verso gli inferi (e se mai andrà così, stavolta non sappiamo se e come si potrà ripartire), come tre anni fa nel silenzio assordante di una città indifferente. La vicenda dei trofei all’asta è l’emblema di un passato che ritorna, di un capitolo che non è mai stato chiuso e che al contrario unisce “idealmente” due presidenti. Per il primo è già stata sancita la damnatio memoriae, per il secondo…siamo sulla buona strada. 

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