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Zanin in maglia arancioneroverdeMinuto 8.25 circa di questo video dedicato alla presentazione di Diego Zanin come nuovo allenatore del VeneziaMestre: alcuni tifosi si avvicinano al tavolo e chiedono al loro nuovo mister di sottoporsi a un atto di purificazione simbolico per eliminare le scorie accumulate nei due anni passati a collezionare trionfi con la squadra “poco simpatica”. Ma Zanin rifiuta gentilmente la simpatica proposta. Un gesto che cihunque avrebbe fatto sì? Forse sì, ma in quest’occasione il mister ha dato l’ennesima lezione di stile. Non tanto per i due ultras veneziani – che hanno avuto la fortuna di accogliere una grande uomo, prima che un grande allenatore – ma a quei pochi tifosi biancocelesti che dopo il passaggio di Zanin tra i nostri eterni rivali hanno osato criticare uno dei più grandi professionisti visti al Tenni. Certe cose le avremmo scritte anche prima della sua presentazione, ma nei giorni scorsi i nostri pensieri erano rivolti all’iscrizione del Treviso….
Premesso che Zanin in quanto allenatore è libero di fare ogni tipo di scelta in liena con le proprie aspettative, se alcuni tifosi avessero dato un’occhiata alla sua carriera forse non si sarebbero fatti travolgere, dall’istinto dimenticando quanto di buono il mister ha lasciato (umanamente e sportivamente) in via Ugo Foscolo nonostante i tanti problemi societari. La foto di archivio (fortunatamente) in bianco e nero de Il Gazzettino qui a fianco si riferisce allo spareggio promozione al Manuzzi di Cesena tra il VeneziaMestre di Zamparini e il Como. Diego Zanin porta in vantaggio i lagunari con una grande azione (viste le immagini video, un eurogol alla Torromino!) e conquista la promozione in Serie B. Diventato allenatore, Zanin si è consacrato in maglia biancoceleste portando il Treviso a due promozioni consecutive, e ora è tornato a “vestire” una maglia che aveva già indossato da calciatore.  Dunque, non c’è niente di scandaloso nel vederlo, circa vent’anni dopo, sulla panchina di una squadra di cui ha scritto una pagina importante di storia.
La cosa curiosa è che il “caso” Zanin ha un precedente non dissimile che risale proprio all’età d’oro del Treviso calcio: è l’estate del 1997 e Bepi Pillon è un giovane allenatore che nel giro di tre anni è passato da un’anonima carriera tra i dilettanti alla Serie B conquistando tre promozioni di fila con la società del compianto Giovanni Caberlotto. In quella stagione farà il suo debutto nella serie cadetta, ma sulla panchina del Padova (altra rivale storica dei biancocelesti, anche se il derby e la rivalità con i cugini biancoscudati non sono paragonabili a quelli con il Venezia e il Mestre) venendo esonerato a gennaio. A Treviso Pillon ci è poi tornato per ben due volte, nel 2004 e nel 2007, venendo accolto come un eroe.
Magari un giorno tornerà anche Zanin. Nel frattempo gli auguriamo ogni successo, anche se visti i precedenti sappiamo che a Venezia può non bastare (quest’anno mister Sassarini è stato esonerato quando i lagunari erano prima con cinque punti di vantaggio, mentre il successore Favarin non è stato confermato nonostante la conquista di campionato e Poule scudetto!). In un mondo sempre più malato non è difficile distinguere le grandi personalità da avventurieri e mestieranti, e Diego Zanin rientra senza ombra di dubbio nella prima categoria.
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