Il sipario sul Tenni rischia di calare per sempre, non per un solo anno. Come quattro anni fa, con il corpo ancora caldo (anche se il Treviso calcio non morirà mai), sono tutti pronti per infliggere il colpo di grazia all’ottuagenario tempio del calcio trevigiano. Manildo tira dritto: se non c’è una squadra, nell’area un parco e/o un parcheggio interrato. Treviso senza calcio e senza stadio? La città e i suoi sciacalli, unico caso in Italia, applaudono.

Manildo Tenni

L’avevamo detto: la salvezza del Treviso calcio dipende dalla salvezza dello stadio Tenni, e viceversa. Ora che il calcio, per la gioia di molti, sembra definitivamente liquidato (almeno a certi livelli), c’è chi vuol cogliere la balla al balzo per estirpare quello che da anni viene descritto come il bubbone che impedisce la rinascita di una città sempre più spenta.
Eppure lo stadio Tenni non è certo l’unico impianto situato vicino al centro-cittadino; negli ultimi anni, vissuti pericolosamente tra Serie A ed Eccellenza, abbiamo visto ovunque stadi incastrati tra condomini e a quattro passi dal centro storico, ma solo a Treviso è un problema, che si giochi nei professionisti o nei dilettanti. E il Tenni in quell’area è sorto ottant’anni fa, ben prima dei palazzoni.

La nostra polemica sullo stadio Tenni è antica e non si è mai spenta, nemmeno nei pochi periodi di gloria vissuti nell’ultimo decennio; ed è politicamente trasversale. Siamo passati dal centrodestra al centrosinistra, ma la musica non cambia: disinteresse dell’amministrazione comunale verso il calcio e tanta voglia di cancellare quello che in una città normale sarebbe considerato, soprattutto in mancanza di alternative,  un simbolo da preservare ad ogni costo.
Succede solo a Treviso, dove la sparizione della squadra di calcio  e la demolizione del principale impianto sportivo cittadino sono accolti con manifestazioni di giubilo. “Era ora!”, “Finalmente!”. “Giusto così!”. Moralizzatori e paladini dell’anticalcio spuntano come funghi da tutte le parti; sostengono l’inutilità del Treviso calcio (assunto come emblema di uno sport malato) perché di fronte alla crisi economica ci sono altre priorità, ma sono gli stessi che non rinunciano manco morti all’abbonamento di Sky e si scannano per i capricci di Balotelli e degli altri bambinoni viziati.

Assurdo poi che si prospetti la demolizione del principale stadio cittadino senza una valida alternativa. Ma no, che dite, le alternative ci sono, specialmente per una squadra dilettantistica. Selvana, Aurora, San Lazzaro, San Bartolomeo. Impianti perfetti per un città(dina) con una mentalità piccola e provinciale, mentre a Padova rimane l’Euganeo, a Verona il Bentegodi, a Vicenza il Menti.
E se in futuro qualcuno decidesse di risollevare le sorti del Treviso calcio, che si fa? In un anno tante cose possono cambiare, mentre per i fantomatici progetti di “riqualificazione” dell’area richiedono tempi lunghi e ingenti investimenti da parte dei privati. Ecco perché la “partita” del Tenni e del calcio Treviso è tutt’altro che chiusa. Lo stesso Manildo ha commentato la proposta con prudenza. Ma intanto se ne discute…

«Se non arriveranno proposte economiche concrete per salvare il Treviso Calcio se la squadra morirà, lo stadio Tenni potrebbe diventare un parcheggio con sopra un parco pubblico. Stiamo infatti cercando, fuori mura, due luoghi idonei per costruire due nuovi parcheggi per i pendolari. Uno di questi potrebbe quindi essere il Tenni: posti auto a piano terra e sopra un parco pubblico. Ma una simile opera avrà bisogno del contributo dei privati, sarà un project financing». Parola di Manildo, raccolte da La Tribuna di Treviso. Nello stesso articolo, l’articolista offre un chiaro esempio dell’atteggiamento della stampa verso la questione Tenni: «Il sindaco Giovanni Manildo ieri in conferenza stampa ha fatto capire che, non avendo ricevuto ad oggi alcuna proposta per la squadra di calcio cittadina, ed essendoci tempo solo fino a lunedì, per il Treviso Calcio stanno per suonare le campane a morto. E quindi si profila il grosso problema dell’utilizzo dello stadio comunale Omobono Tenni, costruito nel 1933, epoca fascista, a poche decine di metri dalle mura, collocazione oggi assurda per una simile struttura sportiva, considerato anche il successivo sviluppo residenziale all’ex Foro Boario: la gente che vive nei condomìni della zona, che per decenni ha dovuto subire i disagi legati alle partite, ora non vuole trovarsi questo enorme buco nero sotto casa nel degrado». Vorremmo capire come il Tenni possa trasformarsi in un’area di degrado, magari dopo essere rimasto parzialmente inoccupato solo per un anno. A Treviso ci sono stabili e capannoni dismessi, già trasformati in vere aree di degrado, eppure bisogna iniziare proprio dal Tenni, senza porsi l’interrogativo che forse un futuro per il calcio cittadino in via Ugo Foscolo non è così lontano.
Intanto partono pure i sondaggi: La Tribuna chiede ai lettori cosa ne farebbero dell’area. Sei le opzioni: un parcheggio per la città pedonalizzata; un mercato all’aperto; una nuova stazione delle corriere; un parco pubblico attrezzato; uno skate park con area per show ed eventi; meglio lasciare tutto lì e sperare nel futuro. Indipendentemente dal risultato, restiamo basiti di fronte a questo sondaggio, che sembra dare per scontato ciò che non lo è.  Inoltre non ci si interroga sul perchè per la seconda volta in quattro anni Treviso non è capace di trovare i capitali per avere una squadra in Eccellenza o Promozione – categorie che Ponzano, Oderzo, San Paolo di Piave e tante altre società della provincia riescono a mantenere senza troppi problemi – ma su che cosa piazzare al posto del Tenni. Lo ripetiamo e lo ripeteremo fino alla nausea: solo a Treviso poteva succedere una cosa simile.

FRANDOLI-LUCCHESE KO Mentre di discuteva sul futuro del Tenni, la cordata Frandoli-Lucchese ha alzato bandiera bianca. «Comunico ufficialmente – ha dichiarato Giuseppe Lucchese a Il Gazzettino di Treviso – il fallimento della nostra trattativa. Dopo un mese di trattative serrate eravamo finalmente riusciti a trovare cinque imprenditori, sei con Zanetti, che ci avrebbero garantito i 500 mila euro necessari per la stagione sportiva. A quel punto abbiamo organizzato un’assemblea per mettere nero su bianco ma uno di questi ha fatto marcia indietro scatenando l’effetto domino». Come se non bastasse, Lucchese ha anche accantonato l’ipotesi Promozione: «Il giocattolo si è rotto e gli imprenditori che noi avevamo contattato erano interessati alla D o, come minimo, all’Eccellenza».
Dunque, Treviso, a prescindere dal futuro utilizzo del Tenni, è sempre più vicina a rimanere senza una squadra di calcio almeno per un anno. Una cosa inaudita, caso unico in Italia, anche considerando città più piccole o società meno blasonate.

1 thought on “SUCCEDE SOLO A TREVISO Manildo rispolvera la demolizione del Tenni. Gli sciacalli esultano.

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