Il 24 maggio 2013 il Treviso aveva già terminato con una retrocessione diretta in Seconda divisione il peggior campionato della propria storia. E in Piazza Borsa l’ex presidente biancoceleste sbucava magicamente da sotto un portico per stringere la mano a Massimo Zanetti, mister Segafredo, che aveva appena chiuso la campagna elettorale annunciando l’acquisizione del Treviso per puntare alla Serie B. Un anno dopo, guardando le maglie indossate dal Treviso, qualcuno potrebbe anche pensare che tutto si andato per il meglio. Per poi scoprire che il Treviso non è nel terzo, ma nel settimo livello del calcio italiano, e i play-off che sta giocando non valgono la promozione in Lega Pro o Serie B, ma in Eccellenza, il massimo campionato regionale.
Qualcuno storcerà il naso di fronte a questa apertura. Qualcuno ricorderà che, alla fine, è soprattutto grazie a mister Segafredo se il Treviso ha ancora una squadra e/o non è ripartito ancora più in basso. Niente da eccepire su un aspetto che in questi mesi non abbiamo mancato di ricordare. Con amarezza, certo, perché il teatrino dell’estate scorsa non ce lo siamo dimenticati. Per conoscere il seguito basta esaminare questo presente pieno di incertezze, visto che al di là dei risultati sportivi il futuro del Treviso, com’è consuetudine in questo periodo da sette anni, è tutto da decifrare.
Tuttavia, vincere il derby trevigiano e passare alla fase regionale dei play-off che potrebbero valere la promozione (quella con la p minuscola) via ripescaggio potrebbe dare una spinta decisiva per la sopravvivenza del Treviso. Fermo restando che il salto di categoria, a differenza dell’estate 2010 (quando si trattava di Serie D, invece che Eccellenza), sarebbe meritatamente conquistato sul campo.
Se il primo posto fosse stato assegnato in base ai numeri, il Treviso avrebbe non vinto, ma stravinto. Tuttavia, i campionati li conquista chi fa più punti, e il Treviso, tra partenza ad handicap, harakiri e ridicole stangate del giudice sportivo si è dovuto accontentare dei play-off. Un nuovo campionato, composto da sole quattro partite. La prima è andata, dopo qualche fatica di troppo, e come da pronostico i biancocelesti ritornano sul luogo del delitto a sole tre settimane di distanza.
Di nuovo la Godigese, che si è confermata bestia nera del Cartigliano, battuto 2-1 in mezzo al diluvio e in un campo ai limiti della praticabilità. Un partita ad alta tensione, che ha visto gli ospiti finire in otto uomini. Priva dell’infortunato bomber Lazzaro, la Godigese è passata in vantaggio con il giovane Bellio, salvo farsi raggiungere da Spanevello. Ma ancora una volta il Cartigliano, reduce da una stagione di alti e bassi decisamente inferiore al valore di una corazzata, si è complicato la vita rimanendo in dieci (espulso Faresin per offese all’arbitro)… completando la frittata nel quarto d’ora finale, con l’espulsione per doppio giallo di Trentin, seguito poco dopo dal gol di Floriani. E nel convulso finale, mentre gli ospiti protestavano per le decisioni arbitrali, rosso anche per il portiere Bertoncello. Alla fine una vittoria comunque meritata (e per nulla scontata, visto come si era chiusa la stagione regolare) per la Godigese, anche se condizionata dai rossi rimediati dal Cartigliano.
Poco da dire sui nostri avversari, vista il poco tempo trascorso dall’ultima sfida. Certo, il Treviso potrà contare su alcune pedine fondamentali rientrate dalla squalifica, anche se qualche giocatore è rimasto acciaccato dopo i tempi supplementari a cui ci ha costretto l’Eurocalcio Cassola. Qualche acciaccato di troppo anche per la Godigese, che dovrà fare ancora a meno del capocannoniere Lazzaro. Un’assenza pesante, anche se il Lazzaro visto tre settimane fa, stanco e impreciso, ci era sembrato un lontano parente di quello visto al Tenni. Una condizione non ottimale forse legata all’infortunio che l’ha messo ko dopo quella partita. Ma proprio nel derby dell’ultima giornata la Godigese aveva sfiorato il gol vittoria con il “tridente” offensivo composto da Bellio, neoentrato, l’ex Real Vicenza Martini e il convalescente John Joe Floriani. Due di loro decisivi contro il Cartigliano, e non sembra un caso. In particolare Floriani, che con l’ex capitano del Cittadella Marchesan ha chiuso la stagione sfiorando la doppia cifra, tre settimane fa ci era sembrato l’elemento più in forma dei suoi, seppur rientrato da poco in seguito all’infortunio al piede. A Castello di Godego dicono che la sua assenza abbia pesato nella crisi di risultati, e la sua prestazione nell’ultima partita contro il Treviso sembra confermarlo. Solo una prodezza in uscita di Bortolin aveva negato il gol vittoria al giocatore castellano. Nonostante le assenze la Godigese rimane comunque una corazzata, che un po’ come i biancocelesti in questo finale ha pagato l’inesperienza dei giovani, “premiando” il pragmatismo e la concretezza del più esperto Sarcedo.
Se i padroni di casa possono puntare al pareggio, il Treviso stavolta deve assolutamente vincere, ritrovando quel cinismo sotto porta mancato nel finale di campionato. I quattro 0-0 nelle ultime cinque partite parlano chiaro, e purtroppo mantenere l’imbattibilità record potrebbe non bastare. Se non altro l’ultima partita sembra averci riconsegnato lo Gnago di fine 2013, anche se per stabilire l’effettiva rinascita (ed esplosione) del giocatore servono altre prove. Discorso simile per l’altro incostante, il velocista Frankie Mensah, che spesso indovina le cose impossibili per sbagliare quelle più facili. In ogni caso la partita di una settimana fa ha confermato (ma c’era bisogno di conferme?) che i due rappresentano la soluzione offensiva migliore con il loro mix di potenza e velocità.
Tentoni, che ultimamente non ha mai schirato dall’inizio un Treviso offensivo, ne è consapevole, ma sa anche che buttarsi subito all’attacco potrebbe essere un errore, visto che la Godigese, un po’ come nell’ultima derby, potrebbe adottare una tattica accorta in difesa (emblematico il sacrificio di Marchesan come terzino), pronta a colpire in velocità con lanci lunghi a innescare i rapidi Martini e Floriani. Una soluzione che aveva portato buoni frutti, vista anche la difesa “improvvisata” del Treviso in piena emergenza. In ogni caso non sarà una partita da esperimenti, perché la posta in palio è troppo alta.