Il Treviso vuole l'Eccellenza
Il Treviso si gioca la promozione in Eccellenza

Qualcuno storcerà il naso, qualcuno sbufferà, altri si metteranno a ridere. “Treviso per la storia” sembra un titolo troppo rumoroso per una partita che, se tutto va bene, potrebbe valere il ripescaggio in Eccellenza. Una categoria che fino ad un anno aveva rappresentato il punto più basso nella centenaria storia biancoceleste. Forse non sarà quella con la S maiuscola, ma sempre storia è, quella scritta dal Treviso in questo campionato. Una storia sicuramente migliore di quella vissuta nella stagione precedente (la peggiore in assoluto), seppur quattro categorie sopra. L’estate scorsa Treviso aveva rischiato per la seconda volta, nel giro di quattro anni, di rimanere senza squadra. Adesso si può giocare una promozione dopo una stagione molto positiva, viste le difficoltà iniziali e i tanti ostacoli da superare. Poi c’è anche l’altra storia, quella senza dubbio con la S maiuscola, iniziata (più o meno) il 18 gennaio 1909. Una Storia che avrà più speranze di continuità (non si sa ancora nulla sul fronte della società) se il Treviso batterà il Benaco Bardolino conquistando una buona fetta di promozione. Quella con la p minuscola…
Giocare quella che sembra quasi un finale “anticipata” in casa da una parte può essere un vantaggio, anche se, paradossalmente, il Treviso nelgli incontri precedenti ha rischiato di vedere finire l’imbattibilità lunga 1066 minuti soprattutto tra le mura amiche. Inutile nascondere che nello sprint finale e nei play-off è mancato il gol, e quando non segni, si sa, rischi di vedere applicata la pià beffarda tra le leggi del calcio. Unica eccezione la partita di una settimana fa vinta a Castello di Godego, dove il Treviso ha faticato a creare una sola occasione nitidina a causa di una Godigese asserragliata in difesa e pronta a colpire in contropiede, conscia che mantenere il pari avrebbe garantito la qualificazione. Ma i play-off, come spesso accade, hanno dimostrato che avere due risultati su tre a disposizione è spesso un’arma a doppio taglio. Tant’è che delle quattro “finaliste” l’unica ad aver giocato tutte le partite in casa è il Passarella, impegnato a Sant’Elena contro il Laguna di Venezia nel derby provinciale. Delle altre tre, il Treviso ha giocato in casa solo il primo turno, mentre Benaco Bardolino e Laguna di Venezia arrivano da un quinto posto in campionato conquistato a fatica, sovvertendo i pronostici nel primo e secondo turno.
Ma adesso la storia cambia: tutte giocano per vincere e l’unico vantaggio, se proprio se ne vuol trovare uno, è giocare in casa una partita secca. Ma anche questo non sempre è un vantaggio, e c’è chi, come lo stesso Benaco Bardolino, ha sempre fatto meglio lontano dal Lago di Garda. Nella partita di domani, inoltre, un po’ di pressione in più potrebbe avercela il Treviso. I biancocelesti dovranno trasformare il calore del pubblico, speriamo più numeroso del solito, in spinta decisiva verso il gol e la vittoria. Senza abbandonare, tuttavia, quell’equilibrio tattico che nelle ultime settimane ha rappresentato il proprio punto di forza. La squadra è al completo, o quasi, perché in settimana La Cagnina si è stirato un’altra volta, chiudendo in anticipo la sua stagione. Un’assenza comunque pesante, visto che il 41enne ha sempre rappresentato un’alternativa valida per difesa e (soprattutto) attacco. Se non altro, gli altri dovrebbero esserci tutti. Pronti per superare il penultimo (ma a quanto pare già decisivo) ostacolo, il sorprendente Benaco Bardolino.

Zamboni e Pereira del Benaco BardolinoUna squadra che, come detto, sembra soffrire il fattore campo…al contrario. In campionato i veronesi sono arrivati quinti, a dodici punti dalla corazzata Oppeano e a otto dal Caldiero, secondo in classifica. E dei 58 punti totali, 31 sono stati conquistati in trasferta. Un punto di forza di cui l’allenatore, Giuseppe Brentegani, è pienamente consapevole. «Sì – ha dichiarato il tecnico scaligero a venetogol –  indubbiamente la nostra forza è la coesione del gruppo e la grande grinta, unita ad un discreto tasso tecnico. Abbiamo vinto le ultime due gare della post season alla fine dei supplementari e non vogliamo fermarci proprio adesso». In effetti il cammino del Benaco Bardolino in “post season” è stato sorprendete, specialmente visto come era finito il campionato: 5-0 in casa del Caldiero arrivato secondo con otto punti di vantaggio. Ma due settimane dopo, nello stesso stadio ma per il primo turno play-off, il Bardolino si è vendicato espugnando per 2-1, dopo i tempi supplementari, quel campo in cui nell’ultima partita aveva rimediato una pesantissima manita. E la settimana successiva ecco l’impresa nel capoluogo, nel quartiere Borgo Venezia, contro la Virtus Verona, seconda squadra della polisportiva che in questo campionato ha giocato in Lega Pro Seconda divisione. Una partita spettacolare, tra due squadre che avevano chiuso il campionato separate di un solo punto. 2-2 al termine dei primi 90 minuti, 4-3 per il Bardolino dopo i tempi supplementari. Una vittoria in rimonta, perché i padroni di casa erano passati in vantaggio. Il Bardolino è riuscito comunque a trovare la via del gol nonostante l’assenza del bomber Sarrapochiello, che aveva già chiuso la stagione in anticipo per un infortunio al legamento crociato del ginocchio. Ma la doppietta del brasiliano Pereira Araujo Cesar Jordano, ex di turno, ha trascinato i suoi al successo e al terzo turno. Giocatore veloce e tecnico, Pereira è il pericolo numero 1 nel reparto avanzato dei veronesi, specialmente se lanciato in contropiede. Dietro, poi, c’è addirittura un ex Serie A e B, recuperato in extremis per la trasferta nella Marca trevigiana. Si tratta del veronese doc Marco Zamboni, difensore classe ’77, che per oltre un decennio ha calcato i campi di Serie A e B con Chievo, Juventus, Udinese, Verna e Napoli e tante altre. Una squadra in forma e con una marcia in più in trasferta: un avversario sconosciuto ma a quanto pare molto tosto per il Treviso.

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