Dal Compare
Dal Comparea rischio per una botta al ginocchio

Con l’amaro ancora in bocca per l’occasione sprecata contro l’Azzurra Sandrigo (un pari a fronte della disfatta Godigese a Sarcedo), il Treviso prova a rialzare la testa e ritrovare quel successo in grado di tenere in vita la corsa al secondo posto (e, per i più speranzosi, la promozione diretta). Nell’ultimo turno abbiamo visto una squadra meno brillante, a tratti in confusione (dopo la stangata di metà settimana) e più imprecisa del solito sotto porta. Non sappiamo se si sia trattato anche di un calo fisico, arrivato dopo una serie di risultati positivi. Non sarebbe un bel segnale, visto che una concorrente temibile come il Sarcedo sembra aver ritrovato la continuità di inizio campionato, e negli ultimi tre turni ha vinto contro tre big (Eurocalcio Cassola e Godigese in casa, Cartigliano in trasferta). Un risalita parallela a quella, comunque iniziata parecchi gradini più in basso, del Treviso, che senza la penalizzazione sarebbe appaiato ai vicentini a -4 dalla Godigese, con tre gare da disputare. Proprio la corazzata del girone, che fino a tre settimane fa era a +10 sul secondo posto, non può sbagliare le prossime due partite,  sulla carta agevoli, contro squadre di bassa classifica: il Loreggia e il Cornedo, entrambe invischiate nella zona play-out. I padovani, visto il distacco abissale dalla quint’ultima superiore ai dieci punti, rischiano la retrocessione diretta.
In questa fase finale non ci sono clienti facili, soprattutto in trasferta. Il Treviso l’ha imparato anche in casa, contro l’Azzurra Sandrigo, che (come all’andata) ha imposto uno 0-0. Alla vigilia della gara avevamo previsto una domenica difficile; i biancocelesti di solito soffrono le squadre di bassa classifica, che in casa e in trasferta tendono a chiudersi in difesa sperando in qualche errore difensivo del Treviso. Domenica, però, il Treviso ci ha messo del suo sbagliando un paio di gol pazzeschi. Tentoni, riferendosi all’ennesima occasione divorata da Bidogia, ha sottolineato che i gol si possono sbagliare, ma non così. Un discorso che non fa una piega. Purtroppo a questa squadra, precisione a parte, manca spesso la cattiveria sotto porta. Nelle giornate storte, quando non gira, bisognerebbe anche mettersi in testa che non si può entrare in porta col pallone. Una volta di fronte all’area bisogna anche provare a tirare, mal che vada potrebbe esserci una deviazione favorevole. Sotto porta, poi, il discorso vale doppio.
Tentoni, oltre alla lunga lista di diffidati, deve fare i conti con l’infortunio che una settimana fa ha messo fuori gioco Frankie Mensah. Un giocatore decisivo nel filotto postivo che ha riportato in alto il Treviso. Certo, il velocista ghanese non è il classico bomber che ti fredda il portiere di turno (a Nove prima dell’eurogol del finale si era mangiato due occasioni facili facili), ma con la sua rapidità si è dimostrato il partner ideale per il Gnago del 2014. Purtroppo il panzer ivoriano non è mai riuscito a ritrovare l’esplosività di fine 2013; superato l’infortunio di inizio anno, il giustiziere di Sarcedo e Godigese sembra aver perso del tutto la via del gol. Certo, qualcosa di positivo lo combina sempre (assist decisivi, qualche galoppata semina panico verso l’area, per non parlare degli spazi che crea per i compagni portandosi a spasso almeno un paio di difensori); ma il gol deve ancora arrivare. E per un attaccante l’astinenza da gol è un brutto guaio. Al Treviso in questo campionato è mancato proprio il classico attaccante d’area, capace di segnare il gol decisivo nei momenti chiave di una partita. Senza nulla togliere a Dal Compare, finora Mvp biancoceleste, un esterno offensivo (nella prima parte dell’andata costretto a sportellare a destra a sinistra come prima punta) capace di segnare 13 gol. L’importante è vincere, ma se anche Gnago ritrovasse la via del gol il Treviso avrebbe più possibilità di giocarsi la promozione in Eccellenza. Sarà un caso, ma il Treviso più devastante si è visto proprio in quella parentesi di dicembre, con Gnago assist man e goleador nel trittico Petra Malo-Sarcedo-Godigese. Ora che il trittico si ripresenta, il Treviso è costretto a puntare al bottino pieno. Sperando in un ivoriano versione Drogba. La sua spalla, tuttavia, salvo sorprese non sarà né Bidogia né Dal Compare, che soffre per la botta al ginocchio subita una settimana fa. Al suo posto La Cagnina, che a 41 anni tornerebbe a giocare in attacco (l’aveva fatto anche la settimana scorsa al rientro in campo nella ripresa). Per un attacco che perde pezzi – a questo punto la pausa potrebbe capitare al momento giusto per recuperare gli acciaccati – c’è un centrocampo che recupera pezzi, con Giuliato in campo dal primo minuto.

PETRA MALO, IN SALUTE (E QUASI SALVO) Sarà che in città è nata (e ha sede) la Caneva Berica, storico gruppo (sciolto nel 2011) della curva sud del Vicenza, ma a Malo la locale squadra nerostellata può contare su un pubblico più caldo e passionale rispetto alla media della categoria. Fondato nel lontano 1908, il club ha pure una certa tradizione: a parte i due campionati nell’anomala Serie C del secondo dopoguerra (la Lega Interregionale Nord), il Malo ha conosciuto anche la Serie D, anche se sono passati quarant’anni dall’ultima apparizione nel massimo campionato dilettantistico. Risalgono proprio a quel periodo i quattro precedenti con il Treviso, sempre vittorioso. Sofferti e di misura i successi a Malo, firmati da due indimenticati biancocelesti scomparsi a pochi mesi di distanza cinque anni fa. Nella Serie D 1972/1973 la vittoria arrivò grazie al guizzo decisivo di Carlo “Debe” De Bernardi (al Tenni netto 3-0 firmato da Semenzin, doppietta, e Osellame); nel campionato successivo entrambe le sfide, vinte di misura, portarono la firma di Nico Zambianchi. Proprio nel campionato 1973/1974 il Malo non riuscì ad evitare la retrocessione.
Nel 2014, invece, la salvezza è praticamente raggiunta. Il Petra Malo si è ormai guadagnato la terza partecipazione di fila in Promozione, categoria faticosamente raggiunta due anni fa dopo la risalita dalla Seconda categoria (punto più basso della ultracentenaria storia nerostellata). Merito di un 2014 molto positivo: cinque successi, quattro pareggi e tre sconfitte, tutte maturate nella mini-crisi tra febbraio e marzo. Una squadra in salute, dunque, che in casa ha perso solo una volta (due nel girone di andata), con il Nove Stefani, permettendosi il lusso di fermare l’Eurocalcio Cassola e battere il Sarcedo. Nelle ultime partite la salvezza è stata messa in cassaforte con l’insperato pareggio raggiunto nel finale a Godego, contro la capolista in crisi, e il colpaccio di una settimana fa a Caldogno, sempre nei minuti finali, contro un’altra squadra di alta classifica. La salvezza matematica non è ancora stata raggiunta (anche se il +3 sulla zona playout e il +13 sul Loreggia penultimo possono far dormire sonni tranquilli), ma il Malo di questo periodo potrebbe cercare l’impresa che significherebbe la ciliegina sulla torta di una stagione comunque positiva.

P